Sindaco di Napoli, il casting del centrodestra ma sette candidati frenano

Sindaco di Napoli, il casting del centrodestra ma sette candidati frenano
di Luigi Roano
Giovedì 22 Ottobre 2020, 13:00
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Nel centrodestra la paralisi post voto alle regionali sembra piano pianino allentare la sua morsa. La batosta non è stata ancora digerita, ma Forza Italia in particolare si è presa l'onere e l'onore di fare il casting per la corsa al Comune. Del resto sono stati sempre i liberisti moderati del centrodestra a tirare la carretta in Campania. Luigi de Magistris è al secondo e ultimo mandato e comunque vada ci sarà un nuovo inquilino a Palazzo San Giacomo. Alle comunali - tradizionalmente - sono importanti i programmi, ma ancora di più l'autorevolezza del candidato. Fare il sindaco della capitale del sud è questione anche di fisico non solo di testa perché bisogna ascoltare la città notte e giorno per 12 mesi l'anno. Sentirne gli umori. Vista l'incertezza che regna anche dall'altra parte, quel centrosinistra allargato al M5S, se nel centrodestra si azzecca il candidato la partita è tutto tranne che chiusa. Forza Italia - dunque - cerca di recuperare il suo ruolo centrale nell'alleanza di centrodestra. Ancora manca il tavolo generale dove analizzare la sconfitta alle regionali, però nel centrodestra la discussione è in atto ora serve fare sintesi. Non solo Fi si muove, ma anche la Lega. Matteo Salvini è alla ricerca spasmodica di un manager, occhi puntati su Guido Grimaldi che però sembra avere già declinato l'invito con il risultato che la ricerca è ancora in corso. Mentre Fratelli d'Italia in questo momento sembra appena più defilata - secondo molti osservatori una strategia quella del partito della Meloni, mancano ancora sette mesi al voto - ma Fdi è molto vigile. 

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Forza Italia continua a sognare la discesa in campo di Antonio D'Amato, ex leader di Confindustria nazionale appoggiato all'epoca anche da Silvio Berlusconi. Sembra preistoria, ma sono solo passati tre lustri. D'Amato è stato numero uno di Confindustria dal 2000 al 2004. Dal 2013 è presidente della «Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro» e sta quindi a stretto contatto anche con il Quirinale. Per convincere D'Amato si è mosso un'altra volta in prima persona Silvio Berlusconi. Ma D'Amato, corteggiatissimo in passato anche dal centrosinistra, non ha mai ceduto alle lusinghe della politica. Sempre pronto a mettersi a disposizione della sua Napoli, però difficilmente come candidato sindaco. A oggi le cose stanno così. Tuttavia, se ci fosse un altro «Predellino», un rilancio del centrodestra davvero e autenticamente rinnovato, scevro dagli eccessi della Lega, sempre molto indigesta, magari D'Amato potrebbe ripensarci e a 64 anni togliersi la soddisfazione di vestire la fascia tricolore: possibilità che ciò accada? Meno del 10% ma meglio di zero. Il centrodestra va chiarito è alla spasmodica ricerca del civismo, il riscatto - questo il ragionamento - passa solo per quella strada abolendo i politicismi e le correnti che scatenano guerre fratricide. Così il professor Antonio Giordano è un papabile. Un liminare della ricerca, oncologo all'Istituto Sbarro di Philadelphia, la città più grande della Pennsylvania, tanto che gli americani lo hanno naturalizzato. Ma sul suo legame con Napoli non c'è alcun dubbio: trasvola l'oceano sostanzialmente tutti i mesi. Anche qui però, l'incertezza che caratterizza i quadri dirigenti del centrodestra frena gli entusiasmi di chi vorrebbe giocarsi la partita. In campo anche il docente della Federico II numero uno della Scuola di Medicina Luigi Califano. In area Fi c'è il manager Riccardo Monti, che come D'Amato, tutte le volte che si vota viene riconosciuto come possibile candidato sindaco e poi non scocca mai la scintilla. Profili più marcati quelli del pm antimafia Catello Maresca e il superpoliziotto ed ex capo della squadra Mobile Vittorio Pisani.

Maresca - il cacciatore di Casalesi - sembra davvero la figura in grado di mettere d'accordo tutte le anime del centrodestra. Anche lui prende tempo e riflette perché non gli è ancora chiaro di quale soggetto politico dovrebbe fare il leader. E certamente non per colpa sua.

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