Elezioni comunali a Napoli, Berlusconi dà via libera a Maresca: «Ha buon senso»

Elezioni comunali a Napoli, Berlusconi dà via libera a Maresca: «Ha buon senso»
di Carlo Porcaro
Lunedì 14 Dicembre 2020, 23:30 - Ultimo agg. 15 Dicembre, 15:34
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Il centrodestra avanza spedito lungo il percorso di individuazione del candidato sindaco di Napoli. Ad imprimere una forte ed inattesa accelerazione è stato il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. «Con Matteo Salvini siamo già d’accordo: puntiamo sull’esperimento civico a Napoli come nelle altre città al voto. Con Maresca ho già parlato: è una persona di buon senso, a breve lo risentirò», dice ai suoi. Confermato, quindi, il metodo da seguire per provare a pescare consensi oltre gli stretti confini dei partiti che compongono la coalizione.  

Tante le questioni delicate di cui occuparsi. Sul tavolo, ci sono: la guerra interna a Forza Italia provocata dalla diversità di posizioni in merito all’eventuale caduta del sindaco de Magistris, l’annuncio dell’imprenditore Gianluigi Cimmino dichiaratosi pronto a scendere in campo in nome della “buona amministrazione leghista”, Fratelli d’Italia che punta sull’avvocato Sergio Rastrelli e soprattutto la costruzione del suo progetto da parte del magistrato Catello Maresca.

In merito, sono emersi retroscena significativi.  

In un colloquio telefonico con l’europarlamentare azzurro Fulvio Martusciello, con un occhio al Calcio Napoli («Lozano è un miracolo di Gattuso») Berlusconi avrebbe chiarito tutti i punti all’ordine del giorno facendo grande esercizio di cautela ed equilibrismo. Quanto agli effetti dell’assenza tattica del consigliere comunale Salvatore Guangi in occasione del voto sul bilancio comunale, l’ex premier avrebbe ribadito la sua linea: «Non ho mai cacciato nessuno dal partito, tutti i consiglieri uscenti saranno ricandidati». Berlusconi non vuole perdere pezzi per strada, la fase politica attuale non vede Forza Italia in grande spolvero e soltanto attraverso il successo nei vari appuntamenti elettorali si potrà risalire la china. Pur auspicando il rinnovamento interno, non vuole spaccature e tantomeno autorizza eventuali espulsioni o ritorsioni. Per fugare, però, i dubbi emersi nel partito sull’atteggiamento da tenere d’ora in poi rispetto al centrosinistra, Berlusconi avrebbe chiarito ancora una volta che «l’avversario è De Luca». Quanto alle comunali, avrebbe preso atto della volontà di Maresca di avviare un percorso che potrebbe condurlo a candidarsi con una propria lista a cui potrebbero aggregarsi in un secondo momento i partiti. «Ho già parlato una volta con Maresca, mi è parsa una persona di buon senso. Lo richiamerò presto. Del resto con Salvini siamo d’accordo sui profili di natura civica», avrebbe spiegato a Martusciello dando così un sostanziale via libera al magistrato anticamorra. In campo, però, figura anche l’amministratore di Yamamay-Carpisa, Cimmino: «Lo so, lui è un bravo imprenditore: credo che non possa abbandonare le sue aziende. Mi auguro possa far parte della squadra», il commento rivolto indirettamente agli alleati Lega e Fratelli d’Italia che però non ci stanno a subire imposizioni dall’alto. «Tra i Comuni chiamati al voto ci sono anche 5 importanti capoluoghi di Regione: Roma, Napoli, Torino, Milano e Bologna. E puntiamo ad indicare presto i candidati migliori per vincere». dice Giorgia Meloni nel corso dell’assemblea del suo partito. Dalla latitudine di Fdi nessuna scelta è stata quindi ancora fatta. 

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L’altro nodo da sciogliere è la possibile rinuncia ai rispettivi simboli. Una condizione non ancora esplicitata dallo stesso Maresca, ma facilmente deducibile dal suo approccio finalizzato a coinvolgere varie forze della città in maniera trasversale («Non sarà mai il candidato di un partito», il suo manifesto). Altrimenti non sarebbe considerato, anche dai sondaggi, un potenziale valore aggiunto per una coalizione asfittica e ferma in base alle ultime regionali intorno ad un 17 per cento complessivo. Da par suo, il sostituto procuratore presso la Procura Generale sta proseguendo con gli incontri ed i colloqui informali. Ha scambiato due chiacchiere con il leader di Azione, Carlo Calenda (già autocandidatosi a sindaco di Roma in attesa di comprendere le mosse del Pd) e si è confrontato sul futuro della città con Luciano Cimmino, ex deputato di Scelta Civica e padre di Gianluigi. Scambi di opinioni per sondare il terreno, provare a costruire strategie comuni senza rincorrere almeno in prima battuta alle singole bandiere. Mosse utili, nella sua ottica, a intessere la sua tela, ma che infastidiscono i partiti del centrodestra. L’accelerazione di Berlusconi è però un segnale di novità che sgombra il campo da varie nubi. I tempi della politica sono mutevoli, ma certamente il centrodestra vuole giocarsi la carta civica, a cui magari aggiungere un’impronta populista. 

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