Napoli, comincia adesso la corsa a palazzo San Giacomo: in campo dieci candidati sindaci

Napoli, comincia adesso la corsa a palazzo San Giacomo: in campo dieci candidati sindaci
di Luigi Roano
Sabato 1 Giugno 2019, 08:30 - Ultimo agg. 14:16
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Regionali e Comunali sono due elezioni legate a doppio filo, l'anno prossimo - infatti - si vota per il rinnovo dell'ente di Santa Lucia. Tuttavia, se il sindaco Luigi de Magistris decidesse di candidarsi per sfidare il governatore Vincenzo De Luca, allora si scioglierebbe il Comune e si dovrebbe votare anche per Palazzo San Giacomo. Chiarito lo scenario - abbastanza incerto - chi sono o potrebbero essere gli aspiranti e i favoriti alla poltrona di primo cittadino? Il totonomi è partito e come tale va preso, ma gente che ci vuole provare in tutti gli schieramenti di un certo spessore non manca. E tutti hanno già pronto per la campagna elettorale il motto che fu di Winston Churchill: «Non sempre cambiare significa migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare». Certo è che de Magistris parla già da ex, a Kiss Kiss Napoli l'ultima sua dichiarazione al riguardo di ieri è abbastanza sincera: «Mi spenderò per trovare un successore che dia continuità al lavoro svolto, anche da presidente della Regione».
 
Si dice sempre che «a Napoli tutto è già successo» e non è un caso, dunque, che sia stata la prima grande città ad avere un sindaco donna, Rossa Russo Iervolino. Dopo, molto dopo è arrivata Letizia Moratti a Milano. Allora chi potrebbe raccogliere l'eredità di Rosetta? Nel centrodestra un'idea potrebbe essere Mara Carfagna di Forza Italia, vicepresidente della Camera e consigliera comunale. Giovane e con una grande esperienza politica da ministro e da parlamentare e che conosce le problematiche della città. Dall'altra parte della barricata l'erede di de Magistris - per alcuni una predestinata - sarà Alessandra Clemente, poco più che trentenne, da 7 anni assessora nella giunta dell'ex pm. Politicamente arancione ma in grado di intercettare anche consensi nel Pd, che è stata la sua prima casa e dentro la quale un piedino lo ha sempre.

Tre big potrebbero scendere in campo e si tratta di figure di alto profilo. Raffaele Cantone, presidente dell'Authority anticorruzione. Già nel 2011 il Pd - come esponente della società civile - tentò di schierarlo e all'epoca sarebbe stato un derby tra magistrati visto che proprio de Magistris si candidò e vinse. Cantone rifiutò, oggi in caso di crisi del governo - anche se il suo ruolo è esterno e indipendente dallo stesso Governo e dalle dinamiche politiche di Palazzo - Cantone potrebbe essere più sensibile al richiamo di indossare la fascia tricolore. Sarebbe una grande opzione per Napoli. Con le elezioni politiche si libererebbe anche la presidenza della Camera retta da Roberto Fico. A Napoli il M5S continua a essere sul 40% e Fico è molto presente nella sua città. Non trascurabile nemmeno il feeling con de Magistris. Fico - a prescindere - in tutte le sue uscite pubbliche in città ha sempre avuto il classico bagno di folla. Poi Paolo Siani, fratello di Giancarlo, un medico pediatra molto ben voluto. Matteo Renzi, all'epoca segretario del Pd, nel 2016 lo corteggiò come si fa con una donna che si vuole sposare a tutti i costi. Ma nonostante il pressing Siani disse no. Si è poi candidato alla Camera - ed è stato eletto - come indipendente nelle liste del Pd. In caso di elezioni anticipate potrebbe riprovarci un altro big, Antonio Bassolino «'o sindaco». Con la nuova segreteria del Pd targata Nicola Zingaretti forse uno spazio ci sarebbe. E in caso contrario lo stesso Bassolino - che nel 2016 partecipò alle primarie ma fu tradito dalla ex fedelissima Valeria Valente che prese poi una sonora scoppola non arrivando nemmeno al ballottaggio - potrebbe mettere in campo una lista tutta sua.

Esiste una società civile credibile, che ha voglia di metterci la faccia per Napoli? Vedremo. Oggi, a 12 mesi dall'eventuale voto per le Comunali, un nome spendibile è quello dell'imprenditore Riccardo Monti. Lui - è bene ribadirlo - non è intenzionato ad oggi a raccogliere la sfida. Tuttavia c'è un fronte trasversale che va dal centrodestra al centrosinistra che fa pressing perché scenda in campo. Come si dice in questi casi chi vivrà vedrà.

È di area dem, ma soprattutto è un fedelissimo di De Luca Umberto De Gregorio, il presidente dell'Eav. Un jolly che il Pd - se si creassero determinate condizioni - potrebbe schierare. Vicini, vicinissimi a de Magistris sono il direttore generale di Palazzo San Giacomo Attilio Auricchio e Sergio D'Angelo, coordinatore del colosso delle cooperative rosse Gesco e commissario di Abc Acqua pubblica. Quella di Auricchio è una nomination venuta fuori soprattutto per tenere a bada pruriti interni alla maggioranza arancione. Molto più di sostanza politica quella di D'Angelo, che è l'ideale trait d'union tra la sinistra e gli arancioni, tra il mondo dei centri sociali e la sinistra più istituzionale, incluso il Pd. Unica vera candidatura che al momento lo stesso de Magistris appoggerebbe, del resto è stato tra i primi assessori della giunta dell'ex pm già nel 2011.
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