Manfredi sindaco di Napoli, cambia la geografia di palazzo San Giacomo: assessori al terzo piano

Manfredi sindaco di Napoli, cambia la geografia di palazzo San Giacomo: assessori al terzo piano
di Luigi Roano
Giovedì 4 Novembre 2021, 12:30 - Ultimo agg. 20:17
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L'arrivo del sindaco Gaetano Manfredi a Palazzo San Giacomo rivoluziona anche la geografia delle stanze e quindi politica del Municipio napoletano. Il secondo piano diventa completamente appannaggio del primo cittadino che li ha sistemato la filiera dei vertici degli uffici di sua diretta emanazione e la sua segreteria, un continuum appena interrotto dalla Sala Giunta dove si riunisce con gli assessori per prendere i provvedimenti, discutere sul da farsi e promuovere e firmare delibere. Non ci sono ancora gli staff, se non si approva il bilancio consolidato non è possibile fare assunzioni di diretta emanazione del primo cittadino e degli stessi assessori. C'è una norma ben chiara che attribuisce tali poteri al sindaco e alla sua squadra. Con gli staffisti - e il sindaco generalmente ne nomina 5 per il suo ufficio - tutte le scrivanie saranno al loro posto e assegnate. 

Come è cambiata allora la disposizione degli uffici e delle stanze? Dal 1993 fino all'ultimo giorno della sindacatura di Luigi de Magistris, il secondo piano è sempre stato il più ambito dagli assessori perché significava stare a stretto contatto con il sindaco. Manfredi ha tagliato la testa al toro e ha ottimizzato gli spazi sotto tutti i punti di vista, atteso che Palazzo San Giacomo è semivuoto e i lavori di ristrutturazione non sono ancora iniziati. La prima vittima è la vicesindaca Mia Filipponi che viene sfrattata e collocata al terzo piano. Per dirla tutta, nessun assessore avrà l'ufficio al piano del sindaco. Qui la disposizione è questa. Uffici del capo di Gabinetto Maria Grazia Falciatore e dei dirigenti a lei annessi, si tratta del corridoio dove c'è la vetrina dove sono custoditi alcuni oggetti donati al sindaco della città anche da personalità politiche estere in visita a Napoli. E dove c'è una grande scrivania tutta in legno. Gli uffici della Falciatore confinano direttamente con la stanza del sindaco. Stesso discorso, ma nel corridoio perpendicolare a quello del capo di gabinetto, per la segreteria del sindaco che confina con la stanza del primo cittadino. Quindi gli uffici del Direttore Generale Pasquale Granata.

Che confina con la segreteria del sindaco, ingloba la stanza del tavolo di cristallo e quella che una volta era l'ufficio del vicesindaco. Poi si interrompe perche c'è la Sala Giunta. A seguire gli uffici del cerimoniale, le stanze dell'ufficio stampa e quindi di nuovo uffici appannaggio della direzione generale. Nessun assessore, dunque, al secondo piano. Tutto è in via di definizione quindi non è escluso che ci possano essere correttivi ma l'impianto non dovrebbe cambiare. Potrebbe invece finalmente Palazzo San Giacomo rifarsi il look ma la progettazione e i lavori - che valgono 5 milioni - sono al palo. 

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Il Palazzo necessita di molti lavori a livello strutturale e di consolidamento a iniziare dalla sicurezza antisismica e antincendio. Per passare sostanzialmente a tutte le «superfetazioni» costruite ex post all'anno di inizio di costruzione, che è il 1819, per esigenze di servizio ma non solo. Si tratta anche di un'operazione di restauro. La delibera risale a luglio del 2018 e porta la firma dell'allora assessore Ciro Borriello, oggi consigliere comunale del M5S. «Le opere - si legge nella delibera - dovranno mirare a preservare il carattere storico-artistico dell'edificio ed a ricondurre la fruizione dell'immobile ad una lettura unitaria anche mediante la rimozione delle parti che nel tempo sono state aggiunte al corpo di fabbrica». Cosa significa? Premesso che Palazzo San Giacomo è bellissimo, è però allo stesso tempo una specie di fortezza composta da centinaia di stanze - le superfetazioni - e corridoi dove è facile perdersi e anche nascondersi.

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