Sud, parte la raccolta firme per referendum autonomia: nel comitato Caldoro e Quagliariello

Sud, parte la raccolta firme per referendum autonomia: nel comitato Caldoro e Quagliariello
di Paola Marano
Martedì 10 Aprile 2018, 17:59 - Ultimo agg. 18:09
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Ci sono anche l’ex presidente della giunta regionale della Campania Stefano Caldoro e un altro rappresentante campano di Forza Italia, Gaetano Quagliariello, tra i fondatori del comitato referendario per l’autonomia del Mezzogiorno. Il Comitato, presentato stamattina al caffè Gambrinus di Napoli, vede tra i suoi promotori movimenti meridionalisti - come Insorgenza civile e Federazione dei Movimenti di base - il Movimento civico Primavera Irpinia, personalità del mondo della giornalismo, dell'impresa e del terzo settore. Obiettivo?  Raccogliere entro l'estate le 500mila firme necessarie per poter far indire un referendum per l'istituzione di una Macroregione Autonoma del Sud.« evidente – ha spiegato Alessandro Sansoni, referente del comitato - che il risultato politico delle ultime elezioni è espressione della rabbia del Mezzogiorno che vuole contare di più e vuole finalmente avere la giusta attenzione ai suoi interessi legittimi».

Sulla falsariga dei referendum già tenuti in Lombardia e Veneto, il comitato si appella all’articolo 116 della Costituzione «per ottenere dallo Stato l'attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia con le relative risorse». Ma la versione campana punta soprattutto sull'articolo 117 della Carta costituzionale, che tratta il tema della cooperazione rafforzata tra le regioni.  La Macroregione dovrebbe infatti comprendere Abruzzo, il Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Campania. «Secondo noi – ha spiegato Sansoni - l'autonomia ha senso soltanto in una logica macroregionale non solo per ragioni storiche ma anche in virtù di contingenze economiche e sociali. Il Mezzogiorno ha la necessità di muoversi come blocco unitario pur nelle sue differenze».
Accanto all'istituzione della Macroregione Meridionale, il progetto prevede anche la costituzione di un’ Agenzia per gli investimenti nel Sud, una zona economica speciale che includa tutto il Meridione «con i relativi benefici fiscali volti ad attrarre investimenti» per rinegoziare lo status del Mezzogiorno d’Italia in seno all’Unione Europea nell’ambito della programmazione 2021- 2027.

«Il Mezzogiorno non vuole una nuova politica assistenziale nella logica del reddito di cittadinanza ma vuole farsi ascoltare», è la frecciata lanciata dal referente Sansoni al Movimento 5 Stelle. Alla presentazione erano presenti anche Sergio Angrisano della Federazione Movimenti di base, Nando Dice' di Insorgenza civile, Sabino Marano, leader del Movimento civico Primavera Irpinia, il direttore de Il Brigante, Gino Giammarino e Leonardo Lasala di Confartigianato.
 

Anche Silvio Berlusconi - si legge nel manifesto stilato dal comitato -  nell'annunciare il sostegno di Forza Italia alla mobilitazione referendaria in Veneto e Lombardia non ha mancato di definire paradossale il fatto «che una simile iniziativa venisse assunta da due Regioni del Nord mentre un referendum per l'autonomia avrebbe avuto assai più senso per le Regioni del Sud». Provocazione prontamente raccolta dal capo dell’opposizione in consiglio regionale ed ex governatore della Campania, Stefano Caldoro, presente alla formalizzazione del comitato: «Il Sud ha bisogno di una grande regione forte che non significa togliere tradizione al piccolo ma governare i grandi processi di cambiamento in un sistema macro –  ha spiegato Caldoro – da ex presidente della regione ho capito che da soli non ce la possiamo fare: troppi enti, troppe strutture e troppe poltrone. I cittadini del Sud hanno bisogno di un punto di riferimento forte. Una macroregione che li renda più forti rispetto a tante ingiustizie che ricevono. Bisogna difendere i loro diritti, a partire dalla sanità, dal trasporto pubblico locale e dall’ ambiente. Oggi è tutto al Nord e niente al Sud, dobbiamo unirci per vincere questa battaglia insieme. Un vero federalismo rende un cittadino calabrese uguale a uno milanese».
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