Tetti di spesa, l'assessore al Bilancio della Regione Campania, Ettore Cinque ed il direttore per Servizio Tutela per la Salute Antonio Postiglione hanno incontrato oggi, a porte chiuse, (tra le vibrate proteste della consigliera di opposizione Maria Muscarà, non ammessa al faccia a faccia) i rappresentanti delle principali associazioni di categoria della specialistica ambulatoriale accreditata della Campania.
Fari puntati sull'attesa riformulazione della delibera sui tetti di spesa per Tac, ecografie, risonanze ed altri esami diagnostici radiografici e di laboratorio. Un provvedimento entrato in pista alla fine dello scorso dicembre e che ha disposto l'attribuzione del budget su base mensile e per singolo centro erogatore anziché su base annua e per l'aeea branca assistenziale. Un nuovo sistema che ha determinato, a fronte di una coperta troppo corta, il precoce esaurimento delle risorse entro le metà di ogni mese nella maggioranza degli ambulatori accreditati, disagi all'utenza costretti ad osservare liste di attesa anche nel settore accreditato e un'eccessiva ingessatura delle attività per ciascun centro erogatore come può talmente indicato dal garante della concorrenza e del mercato che pure ha considerato accettabile, in linea generale, l'impianto della norma.
Come promesso dall'assessore Cinque si va, dunque, verso l'introduzione di correttivi che sono stati messi a fuoco nel corso dell'incontro odierno. In sintesi le novità consistono nell'erogazione di nuovi fondi appostati sul tetto ripartito ai centri erogatori per 17 milioni di euro attinti al fondo nazionale per le liste di attesa.
Ultime novità infine l'introduzione del regime delle regressioni tariffarie all'esaurimento del test di spesa fissato. Un sistema per il quale al superamento del budget vengono riciclati i rimborsi spettanti con uno sconto per la regione in modo da far rientrare un maggior numero di analisi e indagini diagnostiche sotto lo stesso ombrello non valicabili di fondi assegnati con un piccolo margine di sforamento per le prestazioni assicurate alle fasce fragili della popolazione entro un massimo che su base annua sarà di circa il 5 per cento e massimo del 30 per cento per un solo mese.
«Ai due rappresentanti della Regione abbiamo riproposto le priorità che avevamo già elencato a suo tempo e che abbiamo richiamato anche nella conferenza stampa di venerdì scorso - spiega Gennaro Lamberti presidente di Federlab - ossia il controllo preciso e dettagliato dei dati trasmessi dalle Asl alla Regione affinché la spesa storica su cui è calibrato il tetto di spesa individuale sia verificato nella sua elaborazione da parte delle Asl. Il controllo deve essere preciso, capillare e minuzioso perché se sono stati commessi errori di calcolo, anche il più piccolo, questi poi rischiano di ricadere su tutte le strutture, spalancando la via all’apertura di lunghi contenziosi. Sarà necessario pertanto valutare questi dati molto attentamente e, se possibile, risolvere la grana dei contenziosi».
La parte regionale ha stabilito di prendere come metro di riferimento i due migliori anni produttivi nell'arco degli ultimi quattro esercizi annuali. Affrontata anche la questione della istituzione del Cup unico regionale che presto, entro l'estate coinvolgerà anche i privati per cui potrebbe essere attenuata la questione liste di attesa per esami e prelievi. «Abbiamo dato la nostra disponibilità - aggiunge Lamberti - affinché i cittadini possano scegliere la struttura a cui rivolgersi in modo più diretto e trasparente valutando correttamente l’offerta».
Quanto ai criteri meritocratici per la distribuzione del budget per la parte relativa al tetto di spesa che dovrà essere assegnata sulla scorta delle osservazioni prodotte dall’Autorità del Garante, bisognerà definire criteri “meritocratici” che potrebbero conferire premialità alle strutture che dimostrano di aver investito per attrezzature e personale ma andrà meglio definito il quadro di applicazione di tale riforma della delibera di dicembre.
In termini di budget le risorse aggiuntive che saranno messe nel piatto per l’abbattimento delle liste di attesa, ammonteranno a 17 milioni attinti al fondo nazionale destinato alla Campania per le strutture accreditate. Un anno fa erano 72 milioni si stanno cercando altre fonti di finanziamento e c'è fiducia di trovarli.