Tafferugli e minacce al gazebo
della Lega a Pomigliano

Tafferugli e minacce al gazebo della Lega a Pomigliano
di Pino Neri
Lunedì 6 Maggio 2019, 08:45 - Ultimo agg. 08:54
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L'immagine emblematica degli scontri politici di ieri mattina a Pomigliano è quella del giovane militante di sinistra mentre viene «placcato» da un poliziotto nel tentativo di distruggere il tavolino installato dagli attivisti della Lega per una petizione sul varo di una legge sulla castrazione chimica di pedofili e stupratori. Il ragazzo ha fatto solo in tempo a scaraventare a terra il cartello con il viso di Salvini che invitava la gente a firmare, mentre i compagni del giovane ingaggiavano un parapiglia con il cordone di agenti in divisa e in borghese sopraggiunti per proteggere il tavolinetto dei leghisti. Per il resto gli scontri di ieri mattina in piazza Primavera con gli accoliti locali del Carroccio sono stati tutto fuorché violenti, quasi completamente caratterizzati da scaramucce consumate a colpi di insulti, cori e slogan. E di una minaccia. Brutta però. L'ha rivolta un leghista in salsa napoletana a Tommaso Sodano. «Poi ci vediamo dopo: ti taglio la testa» l'avvertimento in dialetto lanciato all'ex vicesindaco di Napoli, ex senatore di Rifondazione e assessore del Comune di Pomigliano. Parole pronunciate in un frangente delicato, nel corso del quale sembrava che tutto potesse precipitare. La tensione è quindi salita alle stelle mentre Raffaele Esposito, assessore fino al 2014 della giunta guidata dall'attuale sindaco di centrodestra Raffale Russo, tentava di placare gli animi.

 

IL POLIZIOTTO
Esposito, che nella vita di tutti i giorni fa il poliziotto, è stato l'organizzatore dell'iniziativa leghista di ieri in quel di Pomigliano. L'altro militante del Carroccio locale che ha voluto avviare la petizione pro castrazione chimica è Archino Provenzano, fratello di Vincenzo, storico responsabile territoriale del Sunia di Pomigliano, il sindacato inquilini della Cgil. «Si, sono fratelli: uno è comunista e l'altro è di destra. Capita», il chiarimento di Ciro Lanzillo, militante della sinistra pd sopraggiunto per unirsi al fronte anti leghista. E in effetti la sensazione che tra i leghisti della zona ci fosse una prevalenza di nostalgici del Ventennio è stata confermata dalle «confessioni». «Sì, siamo tutti fascisti. E con questo? Abbiamo anche noi il diritto di manifestare senza essere infastiditi», dice Salvatore, sessantenne che qui tutti chiamano O'Mericano. In realtà in piazza erano una decina gli attivisti di destra. Ma il fronte anti Salvini era numeroso e agguerrito. Oltre a Sodano c'erano Enza Iasevoli de «La Sinistra», Antonio Tondi, consigliere comunale del gruppo misto, gli studenti dell'UDS, e alcuni componenti della Casa del Popolo cittadina. Non pervenuti gli esponenti locali di Pd e M5S. Alle 12.30 un acquazzone improvviso ha spinto i leghisti a sbaraccare. La chiusura delle ostilità è stata salutata con un corale Bella Ciao, l'inno dei partigiani. «È assurdo - l'amarezza di Antonio, studente del liceo Imbriani - che in una città napoletana e operaia come Pomigliano vogliano far crescere la Lega».
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