Tari, ora a Napoli si cerca una soluzione: rinvio scadenza o stop sanzioni

Tari, ora a Napoli si cerca una soluzione: rinvio scadenza o stop sanzioni
di Gennaro Di Biase
Venerdì 26 Febbraio 2021, 23:45 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 13:21
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Sono ore decisive per l’emergenza fiscale a Napoli, che non accenna a placarsi. Mentre proseguono i report delle associazioni di categoria, da cui emerge che «due su tre tra commercianti e ristoratori non pagheranno la Tari» in scadenza lunedì e proseguono gli annunci di ricorsi legali contro le cartelle esattoriali da parte degli imprenditori colpiti da chiusure nell’anno del Covid (palestre, cinema, teatri, discoteche), è corsa contro il tempo da parte del Comune.

«Il primo marzo è molto vicino - spiega l’assessore alle Attività Produttive Rosaria Galiero - ma stiamo lavorando intensamente con gli uffici per verificare se sia possibile spostare la scadenza».

Ore roventi insomma per gli imprenditori, con i nuovi blocchi del traffico ieri sul lungomare generati dalle nuove chiusure e favoriti dall’incombenza delle tasse, e ore roventi per le istituzioni, visto che sono «139 - secondo i numeri di Palazzo San Giacomo - i milioni di euro che derivano annualmente dalla Tari, contando le sole utenze non domestiche». Cioè, appunto, le attività commerciali.

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Solo tre giorni fa, Fipe Campania e Confcommercio Napoli avevano spiegato che «appena un imprenditore su tre ha soldi necessari per pagare la Tari», statistica confermata ieri anche da Confesercenti e Aicast. Tradotto in numeri: partendo dai «139 milioni» che incassa Palazzo San Giacomo dall’imposta sui rifiuti per le utenze non domestiche, si arriva a un buco di 92 milioni e 700mila euro. Una voragine economica enorme, in grado di mettere a rischio il futuro del sistema di raccolta. 

È un rebus di difficile soluzione, che sta tenendo impegnatissimi gli uffici comunali. «La nostra vicinanza agli imprenditori è totale - continua Galiero - Stiamo cercando di intervenire con il differimento dei pagamenti e capire se da Roma arriveranno le coperture necessarie, come avvenuto con l’esenzione dalla Cosap. Non c’è nulla di certo però, ci tengo a sottolinearlo. Le attività sono in oggettiva difficoltà, e lo Stato non può girarsi dall’altra parte. La Tari, del resto, è un introito fondamentale per il Comune». Altra ipotesi su cui si lavora in queste ore - trapela da fonti di Palazzo San Giacomo - è la cancellazione delle sanzioni in caso di mancato rispetto della scadenza sull’imposta. Per un eventuale atto ufficiale bisognerà attendere le prossime ore, ma in ogni caso in Comune non è stato riscontrato un calo significativo della produzione di rifiuti nell’ultimo anno: anche se tante attività sono state chiuse, i rifiuti per l’imballaggio del delivery e delle consegne del commercio online non sono diminuiti. Stesso discorso varrebbe per le abitazioni private, che hanno sicuramente prodotto più immondizia. 

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«In altri Comuni, come a Torino, c’è stata una riduzione del 70% della Tari - osserva la presidente di Confcommercio Napoli Carla Della Corte - Questo sconto è stato possibile perché nel capoluogo piemontese sono riusciti a risparmiare sulla raccolta, visto un calo dell’immondizia durante il lockdown e una gestione virtuosa delle forze organizzative nel ciclo dei rifiuti». «Il problema è serio - spiega Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania - chi non paga avrà sanzioni, nel caso della Tari parliamo del 30% dell’importo iniziale. Il primo marzo ci sono anche scadenze con Equitalia. Credo e spero che il governo interverrà con i sostegni in merito, cosa non accaduta con il Milleproroghe.

Il Comune può differire la scadenza, ma questo andrebbe poi a incidere sul bilancio. Solo un Comune sano e con liquidità può avere la copertura tale per intervenire direttamente, e da Roma in giù non ci sono grandi Comuni virtuosi. Ben più della metà dei nostri associati non pagherà la Tari: non stanno pagando gli affitti e proliferano i contenziosi con i proprietari dei locali, figuriamoci se ci sono soldi per le tasse». «La scadenza della Tari provocherà enormi problemi ai commercianti, nonostante lo sconto del 10% applicato in maniera generalista dal Comune - conclude Liliana Langella, segretaria provinciale Aicast Napoli - Sarebbe stato più opportuno calcolare, in percentuale, i periodi di chiusura degli esercizi commerciali e detrarre la spesa. Le tensioni sociali sono sicuramente il termometro di un momento molto difficile. Temo che ci possa essere un aumento di queste proteste anche se ritengo necessario, al contrario, sedersi ai tavoli con le istituzioni per trovare soluzioni». 

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