Tari Napoli, in consiglio comunale gli aumenti della tassa dei rifiuti: «Paghino anche i turisti»

«Le tariffe attuali della Tassa di soggiorno risalgono al 2019 e, dal confronto con quelle applicate nelle altre città capoluogo, risulta un carico impositivo medio più basso»

Aumenta la Tari a Napoli
Aumenta la Tari a Napoli
di Luigi Roano
Giovedì 25 Maggio 2023, 11:00
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I numeri raccontano molte cose in qualsiasi ambito della vita, figurarsi in quello fiscale. L'oggetto della discussione è sempre la Tari e l'aumento del 20% della Tassa rifiuti. Sbirciando tra i numeri forniti dall'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta alla Commissione competente, spuntano fuori molti fantasmi. Cioè aziende che - nonostante la pulizia dell'anagrafe della Tari dove ne sono state cancellate già 20mila - sul territorio esistono ancora e producono profitti e rifiuti che però non sono registrate all'anagrafe così da non pagare la tassa. In questo contesto entrano in ballo i turisti, che arrivano a centinaia di migliaia e sempre più numerosi tanto che lo stesso assessore per alleggerire il peso della Tari sui cittadini ha un piano in più punti, il primo è «Il recupero della rilevante evasione» solo il 38 per cento paga la Tari con un buco di 770 milioni maturato alla voce entrate negli ultimi 10 anni. Il secondo punto è «La redistribuzione dei costi non esclusivamente sui cittadini residenti, tenendo conto dell'aumento importante dei turisti» scrive Baretta nella sua relazione. È una novità destinata a far discutere già oggi in Consiglio comunale dove dalle 10 sarà in discussione la manovra sull'aumento della Tari e il nuovo regolamento della Tari. Si annuncia una seduta frizzante tanto che per non incorrere in defaillance della maggioranza e nella mancanza di numero legale ne è stata programmata anche un'altra con lo stesso ordine del giorno per il 30.

Come i turisti potrebbero contribuire alla copertura dei costi del servizio rifiuti? In Comune l'idea è di utilizzare una parte della Tassa di Soggiorno, che diventerà più pesante dal primo luglio perché è stata aumentata, per sgravare le famiglie dall'aumento. «Le tariffe attuali della Tassa di soggiorno risalgono al 2019 e, dal confronto con quelle applicate nelle altre città capoluogo risulta un carico impositivo medio più basso. Inoltre, se l'incremento dei flussi turistici da un lato produce reddito, dall'altro aumenta il fabbisogno dei servizi di accoglienza, di decoro ed il miglioramento dei servizi pubblici». Così due settimane fa la giunta motivò l'aumento della Tassa di soggiorno e nella formula già si parla di «miglioramento del decoro». L'assessora al Turismo Teresa Armato però - previdentemente - quel giorno propose e fu approvata dalla giunta una delibera di indirizzo. «Abbiamo scelto di destinare - dichiarò la Armato - almeno il 50% dei proventi della Tassa di soggiorno agli interventi in materia di turismo, nonché al miglioramento dei servizi pubblici locali con l'impegno a non apportare ulteriori incrementi fino al 2025».

Insomma, la partita tra Baretta e la Armato - sempre molto accesa - per difendere le loro ragioni è in equilibrio.

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Torniamo a chi produce i rifiuti ma è un fantasma all'anagrafe Tari. E l'evasione sulla tassa rifiuti si annida per grandissima parte nelle utenze non domestiche. Il boom turistico è corrisposto anche un boom commerciale soprattutto nel settore della ristorazione e dell'accoglienza che però non produce introiti per il Comune. Nelle tabelle di Baretta balzano subito agli occhi, anche dei più sprovveduti, alcuni dati. Prendiamo le utenze relative a ristoranti, osterie, pizzerie e pub. Nel 2019 erano 3332, a metà nel 2023 sono 2731 cioè ne sarebbero morte 601. Eppure chiunque giri la città dal centro storico, ai Quartieri spagnoli per arrivare alle vie dello shopping sa benissimo che ormai la ristorazione ha preso il sopravvento su tutti gli altri generi di commercio. È evidente che i conti non tornano. E ancora, se si va a sbirciare alla voce mense, birrerie e hamburgherie, si scopre che nel 2019 era 129 oggi 277. Eppure gli incassi del Comune sono diminuiti tanto da dovere aumentare la Tari. Bar, caffè e pasticcerie da 3145 in 4 anni sono scese a 2829 una perdita di 316 locali. Eppure di bar, caffè e pasticcerie Napoli è piena in ogni angola delle sue strade. Le attività artigianali sono passate da 38 a 838, un più 800 e il problema è sempre lo stesso: gli incassi Tari diminuiscono e non aumentano. Stesso dicasi per le strutture ricettive senza ristorante che da 273 sono arrivate a 820. Parola a Baretta che è ben consapevole del problema: «Le ultime tariffe approvate a Napoli risalivano al 2019. Nello stesso anno la nuova dirigenza del servizio entrate ha pulito gli elenchi riducendo le non domestiche di circa 13 mila utenze considerate cessate confrontando il dato disponibile allora 69mila con l'anagrafe tributaria. Se si sommano le segnalazioni dirette dei cittadini volte a correggere errori degli elenchi si arriva a circa 20 mila cancellazioni». Cosa significa? E sempre l'assessore a spiegare come stanno le cose: «Si tratta di un numero largamente al di sotto della realtà. Per questo motivo l'ufficio, utilizzando i dati della Camera di Commercio, ha anche mandato ad un campione di circa 600 attività economiche l'invito a registrarsi; hanno aderito circa 200 utenti. Non è stato possibile proseguire in questo lavoro per la carenza di organici dell'ufficio». 

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