Tassa di soggiorno, Airbnb riscuoterà l'imposta per conto del Comune: 1,5 milioni all'anno

Tassa di soggiorno, Airbnb riscuoterà l'imposta per conto del Comune: 1,5 milioni all'anno
di Paola Marano
Martedì 20 Marzo 2018, 14:51 - Ultimo agg. 15:00
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Un milione e mezzo di euro all’anno dalla tassa di soggiorno da destinare alla riqualificazione dei servizi di accoglienza e di ricezione turistica di Napoli. E’ questa la stima dell’incasso previsto dalla firma dell’accordo tra il Comune di Napoli e Airbnb, la principale piattaforma di prenotazioni online per locazioni brevi, siglato stamattina a Palazzo San Giacomo, in presenza del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, dall’Assessore alla Cultura e al Turismo Gaetano Daniele, dall’Assessore al Bilancio, al lavoro e alle attività economiche Enrico Panini insieme ad Alessandro Tommasi, Public Policy Manager di Airbnb.  

Dal prossimo primo maggio la società Airbnb sarà tenuta a riscuotere e riversare al Comune con cadenza mensile l’imposta della tassa di soggiorno dei turisti che sceglieranno il capoluogo campano come meta di destinazione. Secondo quanto stabilito dalla delibera di giunta, le strutture ricettive extralberghiere verranno equiparate agli alberghi a 2 stelle, per le quali è prevista una tassa di 2 euro a persona per notte.

La stima dei proventi è incoraggiata dai dati del successo della nota piattaforma di hosting a Napoli: sono circa 6.000 gli annunci di Airbnb a Napoli (+46 % rispetto all’anno precedente). Negli ultimi 12 mesi, sono stati 222.500 gli ospiti che hanno soggiornato in città (+65%), per una durata media del soggiorno di 3,2 notti. Sempre nell’ultimo anno, l’host tipico napoletano ha condiviso la propria casa per 47 notti, per un ricavo di circa 3.600  euro.
 
Napoli si aggiunge così a Rimini, Palermo, Firenze, Bologna, Genova e Milano, che hanno già perfezionato accordi analoghi, compiendo un passo in avanti nella digitalizzazione delle procedure di riscossione e nel contrasto all’evasione della tassa.

«Una semplificazione per i gestori e per i clienti che allo stesso tempo consente di combattere una parte di sommerso del settore che è in rapidissima espansione – ha sottolineato l’assessore al bilancio Panini -   e che noi siamo interessati a governare positivamente mettendo a disposizione della città risorse e occasioni».

E della necessità di esercitare un controllo per la tutela del patrimonio dinanzi all’incremento di nuovi modelli di fruizione turistica ha parlato anche Nino Daniele, assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli: «la tassa di soggiorno è uno degli strumenti più importanti che abbiamo per reinvestire in cultura e turismo pe la qualificazione dei nostri servizi. E serve anche a far conoscere il fenomeno della ospitalità diffusa, che è una grande opportunità ma richiede un governo. Insieme a questa iniziativa abbiamo istituito un tavolo per lo sviluppo sostenibile per impedire che fenomeni speculativi snaturino le caratteristiche in particolare del centro storico, che rapprsenta una parte cruciale del fascino attrativo della città».
 


La collaborazione con il Comune di Napoli è solo l’ultimo tassello dell’impegno dell’operatore online sul territorio campano. Di recente, infatti, Airbnb ha lanciato le proprie “Esperienze” a Napoli e Costiera Amalfitana, un’opportunità economica anche per chi non ha un immobile da condividere ma vuole mettere a frutto le proprie passioni o competenze. Dall’arte della produzione del Limoncello ad Amalfi allo street food per le strade di Napoli, sono oggi circa 60 le Esperienze offerte da esperti locali che possono essere prenotate indipendentemente dal soggiorno. Un numero destinato a crescere, anche alla luce della partnership che Airbnb ha siglato con CNA  - la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa - e che ha portato alla creazione di un canale privilegiato per consentire alle imprese del commercio e del turismo associate (oltre 40.000 in Italia, circa 200 sul territorio campano) di seguire l’iter per diventare host di esperienze su Airbnb, così da assicurarsi una nuova fonte di entrate.
 
«Siamo già partiti con le esperienze a Firenze, Milano e Roma, Napoli non poteva mancare. Crediamo che in città ci sia una crescita del turismo molto importante e questo nuovo fenomeno del turismo esperienziale, cioè di ricercare autenticità e interlocutori locali sia un nuovo modo di viaggiare e le nostre esperienze sono proprio una risposta a questa crescente domanda – ha spiegato Alessandro Tommasi, Policy Manager Italia di Airbnb - la risposta finora è molto buona, abbiamo avuto già 400 sollecitazioni da parte di cittadini napoltani da quando abbiamo aperto alla possibilità di suggerire nuove esperienze, quindi siamo molto fiduciosi».
 
Alla firma del protocollo ha preso parte anche una delegazione di host della community napoletana,tra cui Leopolodo Mango, gestore di un bed and breakfast a Piazza Trieste e Trento, speranzoso che l’accordo venga esteso anche alle altre piattaforme di prenotazione online. «A noi resta comuqnue l’onere di rendicontare la tassa di soggiorno riscossa per conto di altre piattaforme - ha spiegato -  mi auguro che potremmo presto liberarci di questo onere».
Ipotesi che il Comune già sta vagliando e che nei prossimi giorni potrebbe concretizzarsi nell'apertura dell'esperimento a tutti gli altri intermediari turistici interessati. 

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