Pier Paolo Baretta - assessore alle finanze - a che punto è la redazione del secondo bilancio previsionale dell'era del sindaco Gaetano Manfredi?
«Lo chiuderemo entro il 31 marzo, anche se il Governo ha concesso delle proroghe. L'anno scorso lo abbiamo chiuso a giugno, ma non ha senso fare una previsione di spesa a giugno o addirittura a dicembre. In questo modo normalizziamo il Comune rispettando le regole, primo obiettivo che ci siamo posti. Poi non è questione solo di tempi, ma anche di sostanza si può immaginare una politica di spesa più concreta. Per esempio intendiamo dimezzare i tempi di pagamento dei nostri fornitori e scendere da 12 a 6 mesi. Inoltre, c'è la gara per la riscossione e dal primo maggio vogliamo partire anche se i primi risultati concreti si vedranno l'anno prossimo».
Perché Municipia dovrebbe centrare obiettivi di recupero dell'evasione fiscale che ha fallito il Comune e anche Equitalia?
«Intanto avrà una mappa della città dove è misurato il livello di evasione area per area. Possiamo già dire che l'evasione è diffusa in tutti i quartieri allo stesso modo e il dato è sorprendente».
Cosa significa?
Che bisognerà tenere presente due cose: la prima è che se abbiamo 880 milioni di multe non pagate e oltre 700 di Tari significa che ci sono margini di recupero. Basti pensare che per la Tari abbiamo registrati all'anagrafe solo 60mila esercizi commerciali».
E la seconda cosa qual è?
«Che si dovrà tenere conto delle situazioni più esposte a livello sociale, siamo in una città che ha il 10% di povertà assoluta».
Lei esattamente un anno fa disse in Consiglio che a Secondigliano la percentuale dei pagatori era del 36,8? A Scampìa del 29 e a Poggioreale del 38. Quartieri certo non benestanti. Mentre a Chiaia la riscossione è al 41% e al Vomero del 47% comunque sotto la media del 50% pur essendo quartieri dove il reddito è molto elevato. Insomma, Municipia inizierà a far pagare le tasse ai quartieri borghesi?
«Certamente con la mappa daremo priorità a quelle aree dove le possibilità di un recupero sono più stringenti. Poi metteremo mano al resto, ma non ci sarà mai nessuna vessazione va recuperato un senso civico generale».
Quanto mette il Comune per la manutenzione della città nel nuovo bilancio?
«Venti milioni attraverso le Municipalità come l'anno scorso».
I risultati però non si sono visti...
«Obiezione legittima, non si vedono risultati perché siamo partiti da sotto zero ma ci sono stati. Puntiamo su verde, scuole, strade e case popolari».
A proposito di case, a che punto è la dismissione o valorizzazione del patrimonio affidato a Invimit?
«Continuano gli studi sui 600 immobili affidati ho motivo di credere che entro l'anno incasseremo i primi 15 milioni. Del resto li abbiamo inseriti nel Patto per Napoli e quindi questi soldi dovranno esserci»
Nel Patto per Napoli c'è anche il Piano per le partecipate: la sensazione è che il Comune sia ingessato su questo punto, o no?
«No, prima o durante l'approvazione del bilancio lo presenteremo al Consiglio comunale poi andremo dal Governo».
E qual è la novità al riguardo che il Comune ha inserito rispetto al passato?
«Il Piano è a buon punto quello che abbiamo fatto è inserire la logica della filiera lunga vale a dire che chi è responsabile di un servizio lo prende in carico dalla prima fase fino all'ultima e lo porta a termine».
Faccia qualche esempio.
«Pensiamo ai rifiuti: non si tratta di spacchettare le società, al contrario ci consente di individuare chi ha la responsabilità di un servizio e portarlo a compimento. Senza esuberi e senza perdere posti di lavoro, anzi».
Ma chi ha più asset nel suo portafogli come la NapoliServizi come farà a seguire 20 servizi??
«Il tema è che saranno le aziende funzionali alla filiera e non il contrario. Ovvero si costruisce la filiera e si organizzano intorno le filiere; vale per i rifiuti, il trasporto urbano e altro. Ecco perché vanno riorganizzate le società».
Del Pnnr si parla tanto ma si vede poco e il tempo stringe...
«Siamo nel vivo: il cambierà si toccherà con mano su Napoli Est e Centro direzionale e sulla mobilità. Penso all'apertura delle nuove stazioni della metro».
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