Napoli, un consigliere su due non ha pagato i tributi: eletti in bilico alla II municipalità

Napoli, un consigliere su due non ha pagato i tributi: eletti in bilico alla II municipalità
di Valerio Esca
Sabato 23 Febbraio 2019, 11:33 - Ultimo agg. 11:34
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Un consigliere su due, nella seconda Municipalità (Avvocata-Montecalvario-San Giuseppe Porto-Mercato-Pendino), non è in regola con i pagamenti dei tributi locali. Quindici consiglieri su trenta rischiano di decadere perché considerati «incompatibili» con la carica ricoperta, secondo l'articolo 63 comma 1 del Tuel (testo unico enti locali). Il punto 6 dell'articolo difatti recita: «Non può ricoprire la carica di sindaco, presidente della Provincia, consigliere comunale, consigliere metropolitano, provinciale o circoscrizionale, colui che, avendo un debito liquido ed esigibile per imposte, tasse e tributi nei riguardi di detti enti, abbia ricevuto invano notificazione dell'avviso».
 
Tutto ha avuto inizio quando il servizio tributi del Comune ha inviato ai consiglieri l'avviso con la richiesta di pagamento di tributi locali arretrati. In sostanza gli eletti nel parlamentino nel corso degli ultimi anni non hanno versato nelle casse di Palazzo San Giacomo le cifre dovute per la tassa dei rifiuti. Le lettere, riservatissime, sono state infatti notificate ai singoli consiglieri senza passare per gli uffici della Municipalità. Le cifre dei debiti accumulati con il Comune dai singoli consiglieri vanno dai 700 euro ai 2mila euro. Per la legge, un eletto del popolo non può rimanere in carica se ha contratto un debito con l'ente, che è chiamato a rappresentare. I regolamenti del Municipio sono molto chiari e prevedono che «il rapporto di amministratori comunali, consiglieri comunali, amministratori di Municipalità, consiglieri di Municipalità» e finanche il personale di staff di assessorati, dirigenti e dipendenti comunali a tempo determinato, consulenti e collegio dei revisori del Comune, sia «subordinato alla verifica dell'anagrafe tributaria del Comune di Napoli dello stato del cittadino interessato, relativamente alla regolarità nell'assolvimento degli oneri tributari.

Prova a gettare acqua sul fuoco il presidente della seconda Municipalità Francesco Chirico, che spiega: «Le lettere pervenute contengono i richiami degli obblighi di legge per tutti gli eletti, ovvero di essere in regola con i tributi locali. L'anomalia sta nell'atteggiamento discrezionale del responsabile del Servizio contrasto elusione ed evasione, il quale ha precluso già da alcuni mesi la possibilità di rateizzo delle somme dovute che invece è una possibilità prevista dalla legge, trattandosi tra l'altro di somme relative alla tassa sui rifiuti. Possono testimoniarlo alcuni consiglieri». Una parte degli eletti a rischio incompatibilità ha incontrato tre giorni fa un funzionario del servizio tributi e dopo l'assessore al Bilancio del Comune, Panini, per tentare di trovare una soluzione tout court. «Noi vogliamo pagare, ma le cifre non sono piccole e chiediamo almeno il rateizzo» fa sapere un consigliere coinvolto, che per ovvie ragioni di privacy ha chiesto di rimanere nell'anonimato.

Il presidente Chirico poi sottolinea: «Trovo altrettanto anomalo che i procedimenti ad oggi abbiano interessato solo le Municipalità 2 e 10 e non tutte le altre incluso il Consiglio comunale». Anche a Bagnoli-Fuorigrotta pare ci siano una decina di consiglieri a rischio. Basti pensare che inizialmente nella seconda Municipalità erano addirittura 25 su 30 i consiglieri pizzicati dall'ufficio anti-evasione (in dieci hanno già regolarizzato la loro posizione). Chirico però non ci sta e lancia un'accusa: «Magari i controlli si sono concentrati su queste due Municipalità perché sono entrambe a presidenza demA? Lo stesso responsabile del servizio ha apostrofato in modo irripetibile i presidenti delle Municipalità. Trovo assurdo il comportamento ostativo degli uffici nei confronti di chi si è recato lì per mettersi in regola».
 
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