Tavolini selvaggi a Napoli, pronte le nuove regole: «Ma non sarannp punitive»

Tavolini selvaggi a Napoli, pronte le nuove regole: «Ma non sarannp punitive»
di Luigi Roano
Sabato 17 Settembre 2022, 08:00 - Ultimo agg. 18 Settembre, 08:20
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Tre ore di dibattito in Consiglio comunale - pur non essendo all'ordine del giorno come argomento - danno la misura di quanto sia sentita la scadenza del 30 settembre nell'Assemblea cittadina. Si tratta del termine ultimo dopo il quale gli aiuti alle imprese del commercio - nella sostanza la possibilità di occupare lo spazio pubblico per i tavolini, che ha scatenato il fenomeno di Tavolino selvaggio - pagando tariffe blande, ma soprattutto senza essere soggetti a restrizioni in termini di spazio. Anche l'Aula è divisa tra chi ritiene di «non deprivare troppo i commercianti» data la crisi e chi invece, è il caso di Gennaro Esposito del gruppo Manfredi sindaco, che le regole «vanno rispettate sempre anche oggi che c'è un regime più libero». Insomma, l'assessore competente Teresa Armato è stata tirato in ballo più volte nel dibattito e la sua posizione è chiara: «Noi siamo pronti, le linee guida della nuova regolamentazione non saranno punitive. Dobbiamo armonizzare gli interessi della città e del commercio». Detto questo la scadenza del 30 settembre potrebbe slittare. Infatti, già nel Dl aiuti alle imprese varato ieri dal Governo ci sono tracce di proroghe. A Roma ora c'è un tutto un lavorio parlamentare per codificarla al 30 dicembre. Che consentirebbe ai commercianti di ottimizzare al massimo il periodo natalizio. In questa cornice il Comune fa sapere che comunque le sue linee guida per riportare la distribuzione degli spazi ai tempi precedenti alla pandemia sono già pronte. Varate da un gruppo di lavoro messo insieme dalla Armato composto dal docente di Architettura della Federico II Mario Rosario Losasso, la Sovrintendenza, la Camera di Commercio e i rappresentanti di Confesercenti e Confcommercio.

La giunta - dunque - il suo lo ha fatto quello che manca all'appello è il lavoro proprio del Consiglio comunale che tanto si sta agitando su Tavolino selvaggio, ma a distanza di oltre tre mesi non ha portato ancora in Aula due regolamenti decisivi perché gli spazi non solo siano ordinati e regolati ma anche sicuri. Vale a dire il regolamento sul commercio, che porta la firma della Armato che indica un modello anche etico di fare commercio. E quello sulla sicurezza urbana firmato dall'assessore alla Legalità Antonio De Iesu.

Strumento che serve alla Polizia municipale che così può punire chi sgarra, soprattutto sul versante non solo del rispetto degli spazi assegnati, ma anche per chi vende alcol ai minori, uno dei fenomeni collaterali più nocivi della movida. Cosa raccontano allora le linee guida del Comune? Il fine è quello di conformare gli spazi e gli arredi ad un modello omogeneo che naturalmente varia - non nella sostanza - a seconda delle zone della città dove viene applicato. Un conto sono i tavolini a Chiaia, altra cosa nel centro storico giusto per fare un esempio. Un modello condiviso tra gli Enti interessati e operatori commerciali, ma relazionato alle peculiarità dei singoli luoghi. 

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L'obiettivo che si è posto Palazzo San Giacomo, nella sostanza, è di riorganizzare lo spazio urbano dopo un periodo di necessaria deroga alle regole, causato dall'emergenza pandemica. Cosa significa? Mantenere un soddisfacente numero di tavoli e posti a sedere, salvaguardando al contempo le condizioni di sicurezza, fruibilità, comfort e qualità storico ambientale dello spazio pubblico. Quindi, non comprimere il commercio e nemmeno rendere invivibile la città per i residenti. Una ventina le strade e le piazze individuate ad alto interesse storico e ambientale fra queste largo Santa Maria la Nuova, piazza Calenda, largo Donna Regina. Un censimento fatto di concerto con la Soprintendenza. Attenzione particolare in tutti i luoghi del perimetro del sito Unesco non normate e dove le richieste di occupazioni di spazi pubblici eccedono la capienza. 

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