Teatro Mercadante, intervista a Massimiliano Manfredi: «Stop ai tagli, De Luca doveva consultare Pd e consiglieri regionali»

«I tagli sono sempre da evitare ma quando avvengono, come in questo caso, in maniera non lineare, è giusto aprire un confronto con la parte politica della città e dei vertici interessati»

Una veduta esterna del Teatro Mercadante
Una veduta esterna del Teatro Mercadante
di Adolfo Pappalardo
Martedì 25 Aprile 2023, 10:00
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«I tagli al San Carlo e al Mercadante sono un errore», spiega Massimiliano Manfredi, consigliere regionale Pd e fratello del sindaco di Napoli.

Perché un errore?
«Di metodo e di merito. Quando ci sono due vertici di due istituzioni importanti, dello stesso colore politico e che hanno un profondo rapporto di collaborazione personale, devono decidere assieme e cercare soluzioni alternative. E quando non succede, come in questo caso, bisogna coinvolgere la rappresentanza politica dem di città e Regione per trovare una quadra. Come è già accaduto per Porta Est».

Lì c'è stata una convergenza?
«All'inizio della discussione si parlava in maniera infondata di grattacieli della Regione, di possibili speculazioni edilizie sino ad un abbandono del centro direzionale.

Poi c'è stato un lavoro di cerniera tra il gruppo pd di Regione e Comune che ha portato ad una soluzione condivisa pienamente da tutti. Anche in questo caso bisognava seguire questa strada».

E invece?
«Dei tagli l'abbiamo appreso dai giornali. Come consiglio regionale approviamo in Finanziaria le quote ordinarie per i teatri ma il taglio riguarda i fondi Poc. Ed ha deciso tutto la giunta».

Torniamo ai tagli.
«Sono sempre da evitare ma quando avvengono, come in questo caso, in maniera non lineare, è giusto aprire un confronto con la parte politica della città e dei vertici interessati».

De Luca lamenta che pur mettendo più soldi comanda di meno.
«Logicamente è una battuta. Il San Carlo e il Mercadante sono teatri nazionali riconosciuti come tali e se valesse questo principio i vertici dovrebbero essere indicati dal ministero. Ma voglio rassicurare il maestro Andò che siamo tutti quanti impegnati affinché il Mercadante mantenga gli indici per conservare lo status di teatro nazionale e i relativi contributi. Specie da parte del ministero anche grazie agli sforzi che il ministro Sangiuliano sta facendo per gli attrattori culturali di Napoli e della Campania».

Tagli che colpiscono sempre Napoli e mai Salerno. Non trova?
«Non sono in imbarazzo per avere lo stesso cognome del sindaco ma lo sono, in questi giorni, perché sento diversi cittadini dire che De Luca sarebbe nemico di Napoli».

La vulgata è questa.
«Seguo De Luca da oltre un decennio e sono testimone del suo impegno per Napoli nei 10 anni disastrosi di de Magistris, supplendo ai fondi che non garantiva. Ma se c'è questa percezione, sbagliata, vi è la necessità di invertirla ed il presidente è il primo a doversene fare carico. Anche perché senza la centralità di Napoli, tra tre anni, non ci sarà centrosinistra competitivo che tenga, a prescindere da chi sarà il candidato. E senza la centralità di Napoli, il Sud non potrà vincere la battaglia anti-meridionalista contro il governo».

«A prescindere dal nome», dice: è un no al terzo mandato?
«Sto girando i territori per le comunali e non trovo un cittadino che mi chieda di questo. Mi chiedono invece come far funzionare meglio la Circumvesuviana, come ridurre i tempi di liste d'attesa che è anche un tema nazionale e mi esprimono le loro preoccupazioni per l'impatto del progetto di autonomia sul futuro dei loro figli. Alla gente ora interessa questo».

Sul Pd ci sono due tesi: cinghia della Regione o no?
«Vogliamo un partito autonomo dalle istituzioni, ci stiamo lavorando con i nuovi vertici appena eletti, ma che ne valorizzi i risultati durante tutto l'anno e non solo alla viglia delle elezioni. E che sia da pungolo quando su alcuni temi c'è la necessità di fare uno scatto in avanti. È l'unico modo per presentarci competitivi».

Intanto il partito campano è stato commissariato.
«Il commissariamento è sempre una sconfitta ma ha pesato l'anagrafe di Caserta mentre a Napoli tutto è filato senza problemi. Mi dispiace solo come una figura condivisa da tutte mozioni come Rosetta D'Amelio non abbia potuto affrontare il congresso. Sono però convinto, conoscendo Misiani per il suo equilibrio umano e politico, che è iniziato un percorso con un approccio positivo e diverso rispetto al passato. E il congresso ci sarà a breve». 

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