Teatro Mercadante a Napoli, pronti i tagli della Regione: i timori del Comune

Sangiuliano valuta le candidature per il sostituto di De Raho

Il teatro Mercadante
Il teatro Mercadante
di Luigi Roano
Mercoledì 1 Marzo 2023, 08:44 - Ultimo agg. 16:47
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Questione di giorni, forse già la prossima settimana, e la Regione dovrà chiarire quali saranno i tagli al pianeta cultura che avverranno attraverso la riduzione dei fondi 2023-2025 Poc - acronimo che sta per una scure che si abbatterà attraverso lo acronimo che sta per Programmi operativi complementari - che sono in capo ai fondi sviluppo e coesione rivolto alle Regioni. Si tratta nella sostanza di fondi europei, ma compartecipati dall'ente di Santa Lucia guidato dal presidente Vincenzo De Luca. Che sta tagliando all'intero comparto. Tagli non ancora concretizzati, sebbene annunciati, come per esempio, i due milioni al San Carlo. Motivo di grossa frizione con il Comune e il sindaco Gaetano Manfredi, addirittura la Regione non ha votato il bilancio di previsione del Massimo napoletano. Uno scenario che non riguarda solamente il San Carlo c'è attesa e una malcelata preoccupazione per il Mercadante che è il teatro Stabile di Napoli.

La Regione ha confermato il contributo fisso di 1,9 milioni allo stabile napoletano, ma il Poc che vale 2 milioni è suscettibile di tagli abbastanza corposi. La sforbiciata - secondo indiscrezioni che trapelano - potrebbe essere tra i 500mila e gli 800mila euro. E sarebbe una bella botta. Di qui la preoccupazione che filtra dal Mercadante. Un taglio che potrebbe compromettere la qualità della programmazione della stagione teatrale. Il Teatro Stabile della Città di Napoli, organismo di governo del Teatro di Napoli Teatro Nazionale che gestisce il Teatro Mercadante e il Teatro San Ferdinando è una questione seria. Si tratta di un Teatro nazionale dove all'interno del Consiglio di amministrazione oltre a Comune e Regione c'è anche il Governo attraverso il Mic, ministero della Cultura, retto dal ministro Gennaro Sangiuliano. Al Mic tocca proprio la nomina del nuovo presidente del Consiglio di amministrazione orfano di Federico Cafiero de Raho, già procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo che fu nominato dall'allora ministro Dario Franceschini.

Che però si è candidato alle politiche con il M5S ed è stato eletto e si è dimesso dall'incarico. Il consiglio di amministrazione in campo è composto da Stefania Brancaccio vicepresidente vicario, Emilio Di Marzio vicepresidente, Evelina Christillin e Roberto D'Avascio.

Sangiuliano si è insediato da poco e quindi sta ancora valutando il tipo di nomina da fare, ma è probabile che la questione dei tagli e la stessa nomina vadano di pari passo. Manfredi con Sangiuliano è in contatto, con il ministro si è incrociato sabato a Roma e si incontrerà l'8 marzo a Napoli per la forma sul protocollo d'intesa sull'Albergo dei Poveri.

L'ex rettore sta affrontando con Sangiuliano tutte le questioni inerenti il San Carlo e il Mercadante nella speranza di trovare soluzioni sui finanziamenti. In questa cornice, il terreno principale di scontro resta il Massimo napoletano che rischia di appannarsi senza adeguati finanziamenti pubblici. E va sottolineato che Manfredi non è stato a guardare le mosse di De Luca senza fare nulla. Ha rimpinguato le casse del San Carlo con oltre 7 milioni facendo salire - e molto - la quota della Città metropolitana di cui è Presidente. E poi si è dato da fare per cercare sponsor di spessore. Su questo fronte ha portato a casa la prestigiosa collaborazione di UniCredit quale main sponsor della stagione 22/23 del Lirico più antico d'Europa. E ha portato anche il sostegno del ministro degli Esteri retto da Antonio Tajani e di una mecenate industriale napoletana per sostenere la tournée che farà tappa anche a Parigi. Una strategia che Manfredi sta mettendo in campo per lo stabile napoletano, ma un conto è trovare sponsor per il San Carlo, il lirico più antico d'Europa altra cosa è trovarli per gli altri teatri.

Va detto che a oggi tagli consistenti riguardano il festival di Giffoni che passa da 4 a 3,5 milioni. Alla fondazione Campania dei festival che passa da 4,3 a 3,5 milioni. Un taglio di ben 800mila euro. Poi cura dimagrante per 70mila euro per la fondazione Mondragone (200 invece di 270mila) e per la Fiera del libro (da 300 a 200mila euro). Invariati, invece, i contributi per altre 24 realtà. Tra cui il teatro Verdi di Salerno con 1,5 milioni. In generale la Regione è orientata a tagliare i Poc 2023/2025 tra una cifra che oscilla tra il 15 e il 20 per cento.

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