«Se qualcuno immagina di concepire il San Carlo come bottega privata si sbaglia. Il tempo dei ricatti è finito. Se c'è uno che ha difeso il San Carlo e lo difenderà è la regione Campania ma la regione non è più disponibile a finanziare marchette, abusi d'ufficio, conflitti d'interesse e pretende una gestione rigorosa». Così il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, in diretta Facebook. De Luca, in particolare chiama in causa una nomina. «Abbiamo verificato che il soprintendente ha deciso di attribuire ad una persona che lavorava al San Carlo uno stipendio di 150mila euro l'anno - spiega -. Secondo la regione è misura non prevista dallo statuto quindi non legittima, infatti investiremo della cosa la Corte dei Conti.
C'è un parere del ministero imbarazzante che ha detto che la procedura è sostanzialmente corretta.
«La regione Campania - ha ricordato De Luca - stanzia per il Teatro San Carlo il triplo di quanto stanzia la regione Lombardia per La Scala di Milano, tra i 10 e i 12 milioni di euro, mentre la precedente amministrazione del comune di Napoli, negli ultimi 3 anni, stanziava 600mila euro. Nessuno si scandalizzava, nessuno faceva articoli di giornale. Uno scandalo internazionale, avremmo dovuto avere i titoli di giornali su questa vergogna. Con 600mila euro non si paga neanche una sagra».
De Luca ha ricordato inoltre che «lo scorso anno e l'anno precedente, siccome c'era il Covid, per cercare di dare un'altra mano al San Carlo, la regione si è inventata un evento, “Campania Lirica”, che prevedeva l'impegno del San Carlo per realizzare opere a piazza del Plebiscito. Una bellissima iniziativa sul piano culturale ma anche un modo per dare altre risorse al teatro. Ogni anno “Campania Lirica” è costata alla regione Campania 5 milioni di euro. Poi abbiamo impegnato il Teatro San Carlo anche in eventi in provincia di Caserta, con “Un'estate da Re”. Ci siamo inventati di tutto per tenere in piedi il Teatro San Carlo, da soli. Dovrebbero ringraziare con la faccia per terra la regione Campania».