Ischia, ricostruzione ferma. E per i senzatetto già spesi 24 milioni

Ischia, ricostruzione ferma. E per i senzatetto già spesi 24 milioni
di Massimo Zivelli
Sabato 10 Novembre 2018, 08:00
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ISCHIA - Non c'è solo il come, dove e quando avviare la ricostruzione delle aree terremotate di Ischia nell'agenda politica ed istituzionale, ma anche le modalità per far fronte alle scadenze dell'emergenza: occorre dare alloggio ai quasi tremila sfollati di Casamicciola Terme, Lacco Ameno e Forio. Da quella drammatica sera del 21 agosto 2017 nulla è infatti cambiato nella condizione di chi ha perso casa a causa del terremoto. Sono circa tremila: di essi, 2020 sono quelli che finora hanno trovato rifugio grazie al contributo statale CAS (contributo autonoma sistemazione) in case prese in affitto sull'isola, mentre almeno 320 sono costretti ancora a soggiornare in anguste stanze d'albergo. Buone per trascorrere una settimana di vacanza. Certamente meno funzionali per chi ci deve vivere con l'intera famiglia. «Secondo i calcoli che ci sono arrivati dalla struttura commissariale dice il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale dal 21 agosto del 2017 fino al 28 febbraio del 2019, cioè la data in cui terminerà la gestione emergenziale, per case e alberghi lo Stato arriverà a spendere qualcosa come 24 milioni di euro. Le sistemazioni alberghiere fa notare il sindaco sono quelle più onerose, perché per una famiglia standard di 4 persone la spesa è di 4800 euro al mese, rispetto agli 800 euro al mese che vengono riconosciuti allo stesso numero di componenti di una famiglia che occupa un appartamento preso in fitto». Insomma per i 320 ancora senza casa, l'albergo è più scomodo ma anche più costoso. Cosa succederà poi dal primo marzo, dopo che il commissario per l'emergenza Giuseppe Grimaldi cesserà il suo incarico, è tutto da capire.
 
Di certo, a restare in campo da quella data sarà il solo commissario di governo per la ricostruzione, il prefetto Carlo Schilardi, chiamato a gestire un processo quello della ricostruzione delle aree terremotate di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio i contorni del quale sono tutti ancora da definire. Paradossalmente, nel caso non intervenissero nuove proroghe del CAS, per centinaia di famiglie rimaste senza casa e nell'attesa di tempi che si annunciano certamente non brevi per la ricostruzione, i problemi finanziari legati alla quotidianità diventerebbero davvero enormi. Il Cas viene liquidato dalla struttura commissariale, e quindi dallo Stato, in diverse tranche, l'ultima delle quali è stata messa a disposizione a luglio. E intanto quelli che stanno nelle case in affitto devono comunque far fronte alle scadenze mensili, mentre gli albergatori devono rassegnarsi a loro volta ad attendere periodi più o meno lunghi, prima di ottenere la ripartizione spettante.

«Ci piace pensare continua il sindaco di Lacco Ameno che alla data di questa scadenza il governo non lasci in strada questi nostri 2020 concittadini e che quindi i contributi continuino ad essere assicurati fino a quando non ci sarà la ricostruzione. È evidente che più la ricostruzione tarda ad essere effettuata, più lo Stato dovrà continuare a pagare con i soldi di tutti i contribuenti». Condivide la necessità di fare presto, ma non quella di rocstruire sugli stessi siti, il vulcanologo Giuseppe Luongo, che l'altro giorno ha ribadito come sia rischioso «pensare di ricostruire tutto sempre nelle stesse aree di Ischia storicamente colpite dai terremoti».
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