Trasporti marittimi in crisi, è bagarre: «Senza aiuti europei taglieremo le corse»

Trasporti marittimi in crisi, è bagarre: «Senza aiuti europei taglieremo le corse»
di Antonino Pane
Mercoledì 2 Febbraio 2022, 11:21 - Ultimo agg. 3 Febbraio, 11:03
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«Basta, così non è possibile andare avanti. Se non ci saranno immediatamente versati i sussidi più volte promessi passeremo un inevitabile e doloroso taglio delle corse nel Golfo di Napoli». L'armatore Salvatore Lauro batte i pugni sul tavolo: «Siamo stufi di essere sballottati tra Roma e Bruxelles. Abbiamo subìto danni pesantissimi con la pandemia ed abbiamo diritto ai ristori così come tutti gli altri comparti dei trasporti. Non si capisce perché ad altri settori sono stati concessi e per il nostro salta fuori la storia degli aiuti di Stato». Lauro è un fiume in piena. «Assarmatori ha più volte messo in evidenza come di fronte al disastro pandemico, il nostro comparto non ha ancora ricevuto aiuti. Il settore, del trasporto passeggeri via mare, non ha potuto beneficiare di nessun tipo di assistenza. E non basta. Oggi denunciamo che neanche quegli aiuti, che pure erano stati promessi, si sono concretizzati. E come non evidenziare che la mancata emanazione dei decreti attuativi ha costretto gli armatori a versare i contributi previdenziali per i dipendenti da cui erano stati esentati proprio per la pandemia». Tutto fermo sugli aiuti, dunque, in attesa che il governo raggiunga un accordo con Bruxelles sottraendo le misure da adottare alla sfera degli aiuti di Stato. Un percorso tutto in salita, evidentemente, visti i tempi lunghissimi che si stanno impegnando. Assarmatori su questo fronte ha presentato studi e ricerche che dimostra in maniera inequivocabile il calo del fatturato provocato con il fermo della pandemia. 

«Un calvario - aggiunge Lauro - sempre più duro da sopportare.

Ad agosto scorso il governo ha varato due misure di sostegno all'interno del decreto numero 104. Per il cabotaggio con l'articolo 88 era stata prevista per alcuni mesi la decontribuzione del costo del lavoro del personale navigante imbarcato sulle navi iscritte al registro nazionale. Va anche sottolineato che in un primo tempo l'aiuto temporaneo doveva durare da agosto a dicembre 2020, successivamente, con la legge di bilancio, il periodo è stato esteso fino ad aprile 2021. Insomma questi provvedimenti avevano esteso temporaneamente anche al cabotaggio un aiuto che c'è dal 1998 per il personale imbarcato sulle navi battenti bandiera italiana e operanti su rotte internazionali. Una misura che rende il costo del lavoro dei marittimi italiani in linea con quello della concorrenza estera. Ebbene a tutt'oggi questo aiuto non ha prodotto nulla di concreto. E non basta. Ci sono poi i cali verticali dei passeggeri durante il lookdown. Secondo uno studio di Assarmatori nel corto raggio dal 23 febbraio al 31 dicembre 2020, i dati raccolti dicono che la riduzione dei passeggeri è stata di circa l'85% nel periodo 23 febbraio 31 maggio 2020, di circa il 33 per cento nel periodo 1° giugno 30 settembre 2020 e infine di circa il 49 per cento nel periodo 1° ottobre 31 dicembre 2020. Inoltre nel periodo di lockdown generale (9 marzo - 3 giugno 2020), imposto dal governo, la riduzione dei passeggeri, se confrontata al biennio precedente, è stata davvero senza precedenti. Sempre lo studio di Assarmatori evidenzia anche che «una ripresa del trasporto passeggeri si è registrata soltanto tra il secondo e il terzo trimestre senza tuttavia recuperare le ingenti perdite, mentre i servizi, anche per garantire i necessari approvvigionamenti alle popolazioni, non si sono mai interrotti. anche da sottolineare che la mancanza dei decreti attuativi ha indotto l'Inps che pretende dalle società armatoriali il pagamento di quegli stessi contributi che in realtà una norma di legge aveva sospeso». 

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Ed è per questo che Salvatore Lauro sottolinea anche che per loro non è arrivato neanche un centesimo degli aiuti previsti dalla seconda misura di sostegno al traffico marittimo passeggeri adottate con il decreto dello scorso agosto (articolo 89), ossia il fondo di ristoro per le perdite subite dai gestori di traghetti: 50 milioni di euro per i mancati ricavi dal 23 febbraio al 31 dicembre 2020, rifinanziato poi nell'ultima legge di bilancio con ulteriori 20 milioni di euro. Insomma una situazione che mette in grave crisi le aziende armatoriali di corto raggio che sono anche costrette ad applicare prezzi calmierati per ì residenti nelle isole così come previsto dagli accordi in vigore con la Regione Campania. 

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