Da Trump a Che Guevara, i tweet senza Napoli del sindaco de Magistris

Da Trump a Che Guevara, i tweet senza Napoli del sindaco de Magistris
di Paolo Barbuto
Domenica 10 Febbraio 2019, 09:00
3 Minuti di Lettura
Il volto del sindaco de Magistris ammicca dal cerchietto in cima ad ogni messaggio: il mondo twitter del primo cittadino napoletano è spiegato nella frase d'apertura della pagina dei cinguettii che racchiude la filosofia della sua missione: «Proviamo a dimostrare con umiltà, ma con grande coraggio e determinazione, nonché con straordinaria forza di volontà che la Storia siamo noi». La maiuscola della parola «storia» è originale, è scritta proprio così, a testimoniare che non si parla di una storia qualunque ma di quella che poi verrà scritta sui libri, almeno crediamo che sia così vista l'enfasi che circonda quella parola.
 
A leggerli di volta in volta, i tweet di de Magistris non offrono la visione totale che si ottiene, invece, andando a sfogliarli tutti insieme. Solo quando sfilano uno dietro l'altro si manifesta con pienezza ciò che vogliono raccontare. Il nostro percorso, ovviamente, non poteva risalire all'origine dalla pagina social del sindaco di Napoli che risale al 2009. Rileggere e analizzare dieci anni di tweet sarebbe stato compito improbo, sicché ci siamo limitati a leggere quelli pubblicati dal giorno della seconda elezione, dal 19 di giugno del 2016 quando Napoli decise di affidare nuovamente a Luigi de Magistris il compito di amministrare la città.

Da quel giorno il primo cittadino ha cinguettato appena 154 volte compresi 26 «retweet», cioè messaggi scritti da altre persone, che de Magistris ha trovato talmente vicini al suo pensiero da decidere di trasferirne il contenuto anche sulla sua pagina social.

Dobbiamo darvi subito una delusione. Nel suo mondo twitter il sindaco di Napoli non ha grandissima attenzione per i temi collegati alla vita amministrativa, sociale e culturale della città che governa. A onor del vero va chiarito che il profilo di Facebook viene usato abitualmente per affrontare tematiche legate strettamente alla città: sulla pagina twitter, invece, i temi sono di respiro decisamente più ampio. Anche se, per la maggio parte, sono concentrati sulle critiche al governo.

Da giugno del 2016 i post strettamente dedicati alla città di Napoli sono otto in tutto, uno in meno rispetto a quelli dedicati alla squadra di calcio. E tra gli otto tweet che vedono la città come protagonista abbiamo considerato anche quello del giorno dell'elezione («Abbiamo vinto contro poteri e apparati, ma il popolo mi è stato accanto e ha vinto. Il nostro compito ora è far vincere Napoli e i napoletani») e un retweet di un messaggio di Michele Emiliano che, nell'intero blocco dei messaggi del profilo di Dema è quello più entusiastico nei confronti della città.

Il resto è una sequenza di parole dure nei confronti dell'attuale governo, ma all'inizio c'era un'attenzione altrettanto puntuale anche con il governo Renzi che si avviava alla conclusione. Tanti cinguettii dedicati al ministro Salvini, un po' meno all'altro vicepremier Di Maio. Il tema centrale dell'ultimo periodo è quello dei migranti, in precedenza c'è stata la battaglia per i fondi in favore delle amministrazioni locali. Per un lungo periodo c'è stata una fissazione nei confronti del presidente Usa Donald Trump, poi ci sono i tweet nostalgici, su tutti quello di entusiasmo per il Nobel a Bob Dylan e quello commemorativo in occasione dei cinquant'anni della morte del Che Guevara concluso con il più consueto degli «Hasta la victoria siempre».
© RIPRODUZIONE RISERVATA