Unione Industriali di Napoli, è tregua: «Subito l'assemblea per evitare strappi»

Unione Industriali di Napoli, è tregua: «Subito l'assemblea per evitare strappi»
di Nando Santonastaso
Mercoledì 17 Giugno 2020, 09:30
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Sospese le procedure di voto, potrebbero riaprirsi gli spazi per un chiarimento generale tra le due anime dell'Unione industriali di Napoli. E il tempo sembra esserci, visto che per l'integrazione della Commissione di designazione (i cosiddetti saggi), dopo le dimissioni per gravi motivi di famiglia di uno dei componenti, occorreranno quasi certamente mesi. E forse, sospetta qualcuno, non solo per la complessità in sé della procedura. Perché allora non utilizzare questa pausa per approfondire le ragioni delle divisioni che hanno minato la serenità stessa dell'Associazione e creato un clima difficile al suo interno? È in estrema sintesi il ragionamento che Costanzo Jannotti Pecci, potenziale candidato di un gruppo di imprenditori non soddisfatti dell'indicazione di Francesco Tavassi da parte del Consiglio di presidenza uscente, ha proposto a Maurizio Manfellotto, il presidente facente funzioni dell'Unione, in una lettera inviata peraltro a tutti i 618 attuali iscritti.

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Per la verità ieri Jannotti Pecci e i suoi sostenitori si sarebbero dovuti incontrare proprio con Manfellotto a Palazzo Partanna per affrontare i nodi e i motivi di attrito, soprattutto di carattere procedurale e statutario, emersi nei giorni scorsi, fino a produrre «uno stato di disagio e disaffezione» come si legge testualmente nella lettera di ieri. Ma il Cavaliere del Lavoro e presidente di Federterme spiega nel documento di avere ritenuto ormai superato quel momento non essendoci più l'urgenza imposta dai tempi della consultazione (oggi i saggi avrebbero dovuto ricevere le prime indicazioni da parte delle aziende sulle candidature presentate).

Resta invece prioritaria la richiesta, rinnovata anche ieri, di un'Assemblea straordinaria o di un'Assise generale da organizzare de visu, non in video insomma, e in tempi ravvicinati «per dar modo alla Base Associativa di esprimersi sulla situazione dell'Associazione e sul drammatico momento e sulle sue implicazioni sociali ed economiche». Richiesta, dice Jannotti Pecci, che a quanto pare lo stesso Manfellotto aveva condiviso ma che difficilmente si sarebbe potuta esaudire visti i ristretti tempi disponibili, con la procedura elettorale già avviata. Ora che tutto è fermo, il tema torna e l'imprenditore indica anche il punto unico su cui ritiene che ci debba essere il confronto: «Individuazione delle cause del disagio e della disaffezione che contraddistingue la base associativa. Strategie per recuperare l'identità e il senso di appartenenza degli Associati. Restituire la rappresentatività dell'Unione per un ruolo adeguato nella interlocuzione con le Istituzioni». E ancora: «Azioni di implementazione delle politiche di proselitismo associativo per bloccare l'emorragia di imprese e invertirne la tendenza; definizione delle linee strategiche per un'adeguata azione dell'Associazione volta ad affrontare la gravissima crisi sociale ed economica che vive il territorio e ruolo dell'Unione degli Industriali di Napoli per un progetto nazionale a forte connotazione e coerenza meridionalistica». A giudizio di Jannotti Pecci, «il dibattito su questi argomenti fornirà spunti e materiale utili per il programma di chiunque vorrà candidarsi alla Presidenza dell'Unione».

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Sarà la base per riprendere il dialogo? Difficile ancora prevederlo considerato che il clima non si è ancora rasserenato, anche se i tempi del voto per la successione di Vito Grassi si sono forzatamente allontanati. Di sicuro a nessuna delle due anime dell'Associazione sfugge che l'obiettivo primario rimane quello di partenza, ovvero impedire la spaccatura tra gli iscritti. Come tradurlo in dialogo però non è stato finora né chiaro né forse possibile. E il clima di sospetti incrociati che si è respirato anche ieri non sembra almeno per ora favorire il sereno.

Ripartire da un programma sembra l'unica opzione credibile ma più che le parole, gli appelli e le proposte conteranno solo i fatti. E quelli, si sa, sono sempre i più complicati.

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