Unione industriali di Napoli, la lettera di 44 aziende: «C'è disagio, rinviamo le elezioni»

Unione industriali di Napoli, la lettera di 44 aziende: «C'è disagio, rinviamo le elezioni»
di Luigi Roano
Giovedì 24 Febbraio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 12:08
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Le tensioni dell'Unione industriali di Napoli arrivano a Roma: 44 aziende hanno inviato una lettera al presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi, a uno dei vicepresidenti - il napoletano ex numero uno di Palazzo Partanna Vito Grassi che ha la delega al Sud - e ai Probiviri dove chiedono di sospendere le elezioni che si terranno in primavera per il rinnovo delle cariche direttive dell'Unione. A oggi l'unico candidato in campo è Costanzo Jannotti Pecci. Nomi eccellenti quelli dei firmatari tra i quali ci sono anche Gianni Lettieri, patron di Atitech, e Ambrogio Prezioso, costruttore, due ex past president che l'Unione l'hanno già lasciata. Tra i primi sottoscrittori c'è Paolo Scudieri con la sua Adler e tante altre aziende con nomi noti e meno noti. Tutte hanno in Comune l'avere aderito all'associazione Est(ra)Moenia di Prezioso che vuole investire nell'area est a iniziare da Piazza Garibaldi. Associazione che l'Unione napoletana presieduta da Maurizio Manfellotto, ricordiamolo, ha inquadrato come «associazione ombra di Palazzo Partanna». Nasce a novembre del 2021 Est(ra)Moenia ed è anche la data in cui si può dire che le tensioni dell'Unione vengono stappate. Da quel giorno in poi sono scesi in campo i probiviri, ci sono state le sanzioni che hanno colpito Francesco Tavassi il vicepresidente decaduto dall'incarico. E per questo motivo il primo a rivolgersi a Roma da cui aspetta una risposta proprio dei probiviri. Da quel 16 novembre sono iniziati anche gli addii a Palazzo Partanna. In questo contesto nasce la lettera che può aver almeno un paio di significati: il primo cercare altri candidati che concorrano con Jannotti Pecci. Atteso che la spaccatura a Palazzo Partanna è ormai palese. Il secondo, è l'auspicio dei firmatrai, lo stop potrebbe servire per sotterrare le asce di guerra con in campo la mediazione di Confindustria nazionale. Certo è che le 44 aziende mettono nel mirino la gestione di Manfellotto e in discussione la candidatura unitaria di Jannotti Pecci.

«Gentile Presidente, questa lettera è firmata da imprenditori messi nella condizione di lasciare l'Unione Industriali Napoli, da altri che per le stesse ragioni stanno meditando di farlo e da chi comunque avverte un disagio per il grande malessere che si vive da qualche tempo all'interno dell'Associazione». Questo l'incipit della missiva che è tra le mani di Bonomi: una mezza rivolta della terza Unione industriali del Paese. Lanciano «un grido d'allarme» i 44 «nella convinzione che ci siano ancora tempi e modi per rimediare a una situazione che da imbarazzante potrebbe diventare esplosiva». Per i firmatari della lettera «Sono stati persi pezzi pregiati come alcune grandi aziende già dimesse, mentre si vive un rapporto a dir poco critico con la cittadina associazione dei costruttori». A proposito di Acen va ricordato che l'Associazione dei costruttori napoletani ha disdettato formalmente l'affitto dentro Palazzo Partanna sede dell'Unione. La motivazione è l'elevato costo della sede. Ma potrebbe essere il primo passo per l'Associazione costruttori verso l'addio atteso che la presidente Federica Brancaccio ha aderito a Est(ra)Moenia. «Troppi fatti - prosegue la lettera, messi in fila, ci inducono a rompere un silenzio che abbiamo mantenuto per molti mesi».

Quindi l'affondo: «La costante mancanza del rispetto degli accordi assunti (anche formalmente) per la gestione del Sodalizio, un uso disinvolto dei probiviri pronti a sindacare il comportamento di chiunque non si mostri allineato al pensiero e all'interesse dominante, la sfiducia verso diversi consiglieri e un vicepresidente, il deferimento ai probiviri di un altro vicepresidente, tutti colpevoli di aver preso parte alla presentazione di una iniziativa imprenditoriale non gradita agli attuali vertici». Quindi la richiesta di rinvio delle elezioni: «La corsa spasmodica alla raccolta di firme per blindare una candidatura alla prossima presidenza, presentata artatamente come unitaria, e tutta un'altra serie di circostanze ci inducono a chiedere un momento di riflessione, fermando le macchine della propaganda elettorale e consentendo lo svolgimento di un confronto franco e leale». I firmatari chiedono che «si possano ripristinare le condizioni per una sana competizione tra più candidati al fine di consentire che le stesse possano realizzarsi, in un clima più disteso, una volta esaurito l'iter di verifica avviato presso i Probiviri locali e nazionali». Da Palazzo Partanna non trapelano reazioni ufficiali all'iniziativa dei 44 imprenditori che hanno investito Bonomi di quello che sta diventando il caso Napoli. Però filtra che l'Unione considera le 44 aziende per la metà fuoriuscite, senza diritto voto, altre morose storiche con cui è in atto un contenzioso. E che continua il fiume di consensi verso i saggi per Jannotti Pecci. 

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