Vaccini, stop da Roma al piano isole:
«Doccia gelata per il nostro turismo»

Vaccini, stop da Roma al piano isole: «Doccia gelata per il nostro turismo»
di Nello Mazzone
Domenica 11 Aprile 2021, 09:45 - Ultimo agg. 10:48
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«Rispettiamo il nuovo piano del governo, ma la vaccinazione anti-Covid di massa è fondamentale per motivi di salute pubblica e per questioni socio-economiche. Chi abita nelle isole minori di tutta Italia, a Ischia come al Giglio, vive una fragilità che è anche del sistema ospedaliero e sanitario e di questo parlerò lunedìcon il generale Figliuolo». Francesco del Deo, sindaco di Forio d'Ischia e presidente nazionale dell'Ancim che raggruppa tutti i comuni italiani delle isole minori, prova a dare voce alle esigenze di un territorio che deve fare i conti con la lotta alla pandemia e, contemporaneamente, con un tessuto economico e sociale che basa la sua tenuta sul comparto turistico-termale mandato in crisi dal virus e dalle zone rosse.

Un sottile gioco di equilibri: il piano Figliuolo ha ribadito il criterio delle fasce d'età e confermato la road-map, con la priorità ai cosiddetti fragili e agli ulttaottantenni, mentre tra Procida, Ischia e Capri, divise tra Asl Napoli 1 centro e Asl Napoli 2 nord, tutto era pronto per le vaccinazioni di massa di intere categorie legate al termalismo e all'ospitalità, che avrebbero consentito alle isole di diventare Covid-free a giugno. Giusto in tempo per non mandare all'aria la seconda estate consecutiva - era il mantra - ed evitare di lasciare sul lastrico migliaia di persone, le stesse che ieri sono scese in piazza a Forio come a Capri, a Sorrento come ad Amalfi, per far sentire la loro voce di «invisibili del turismo». Su tutti costoro, l'indicazione giunta dal ministero della Salute ai dirigenti delle Asl si è tradotta in una doccia gelata. Il manager della 2 Nord, Antonio d'Amore, è stato laconico: a Procida e Ischia si procederà - come nel resto della Campania - alle vaccinazioni degli over 60 e si proseguirà con quelle domiciliari degli over 80, «ma non si potrà iniziare a vaccinare il resto dei residenti sulle isole» per i quali era anche stata aperta la piattaforma regionale per prenotare il vaccino.

Non dal 16, almeno, come era stato concordato con i sindaci, dopo una serie di rinvii causati in parte dalle cattive condizioni del tempo e in parte dalle polemiche. Contro il meccanismo che consentirebbe agli isolani, a parità di età, di vaccinarsi prima di chi vive sulla terraferma, si erano infatti schierati pezzi del Pd e di Italia Viva, ma soprattutto l'Anci regionale.


I SINDACI
A Ischia, sindaci e rappresentanti imprenditoriali masticano amaro. «Al generale Figliuolo farò presente che sull'intera isola di Ischia ci sono da vaccinare poco meno di 40mila cittadini, se escludiamo gli under 16», dice Del Deo. «Abbiamo terminato le vaccinazioni degli over80 e ora stiamo completando anche fragili e over 70. Se ci dessero i vaccini monodose Johnson&Johnson, in tre settimane vaccineremmo l'intera popolazione, salvandola dal virus e risollevando l'economia. Non vogliamo passare davanti a nessuno - insiste il sindaco ischitano - ma è innegabile che i rischi sulle piccole isole sono maggiori rispetto alla terraferma, dove si può disporre di più strutture sanitarie e ospedaliere». Del Deo ieri si è sentito più volte al telefono con il collega di Capri, Marino Lembo, con il quale ha concordato una strategia unica anti-Covid che coinvolga anche Procida. «Capri - dice Lembo facendo eco al direttore dell'Asl 1, Ciro Verdoliva - sta già andando avanti nel rispetto del piano vaccinale, e dopo gli over80 e i fragili, nei prossimi giorni ultimeremo la categoria che va dai 70 ai 79 anni e i care-giver». Ma aggiunge: «Se le autorità ci faranno andare avanti e non usciranno normative che noi, comunque, intendiamo sempre rispettare ribadisco che entro fine mese tutti i residenti di Capri e Anacapri saranno vaccinati».


LE PROTESTE
Sindaci in prima linea, che necessariamente devono essere attenti anche alle proteste che arrivano dai loro territori. E sensibili alle richieste di aiuto economico. «Siamo stanchi di essere ignorati, vogliamo lavorare con dignità, diritti e sicurezza», hanno detto ieri mattina i lavoratori stagionali scesi in piazza a Forio, a Capri, ad Amalfi e a Sorrento: uomini e donne che nel 2020 hanno lavorato per non più di cento giorni e, dunque, senza nemmeno il paracadute del sussidio di disoccupazione della Naspi. Albergatori, ristoratori, tour-operator, commercianti. «I sussidi non danno dignità ha detto in piazza Giacomo Pascale, sindaco di Lacco Ameno - Dobbiamo pensare a ripartire e vogliamo farlo con le vaccinazioni ai lavoratori del turismo». Una linea condivisa anche da Federalberghi Ischia. Che però - in sintonia con quanto stabilito dall'associazione in penisola sorrentina - indica una diversa via: «Ribadiamo la disponibilità a ospitare a spese degli albergatori una quarantina di operatori sanitari che andranno a potenziare i nostri centri vaccinali per le vaccinazioni di massa dice il presidente Luca D'Ambra Consentiremo, così, a centinaia di imprenditori e a 14mila lavoratori stagionali di ripartire, ma garantiremo anche a 50mila residenti fragili di essere più tutelati contro il virus».

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