Comunali a Napoli. Veleni sulla lista degli ex, l'ultima faida dentro Fi

Comunali a Napoli. Veleni sulla lista degli ex, l'ultima faida dentro Fi
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 19 Agosto 2021, 10:39
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Non è la solita guerra tra ex compagni di partito dove nell'ombra rimangono veleni. No, perché in questo caso, le liti tra gli ex colleghi di Forza Italia di Napoli sono diventati qualcosa di più simile alla «guerra dei Roses». Tra insulti sul web e veleni messi in pubblica piazza. Con un solo obiettivo in palio in vista del voto di ottobre: se la lista di transfughi forzisti ora riuniti in Azzurri per Napoli in sostegno del candidato di centrosinistra Gaetano Manfredi superi o no quella ufficiale di Forza Italia che appoggia Maresca. Da un lato Stanislao Lanzotti, capogruppo Fi uscente, dall'altro Fulvio Martusciello, europarlamentare e coordinatore cittadino del partito di Berlusconi. E non c'è giorno che i due non se le suonino di santa ragione. Una lite che ha il culmine nel giorno di Ferragosto su Facebook sulla bacheca di Luca Ferrari, esponente di Fdi. «Sei imputato per voto di scambio», accusa l'europarlamentare; «cialtrone», «capra», «ignorante che non verrebbe rieletto nemmeno come consigliere», ribatte il secondo. E via così in quella che più che una querelle politica diventa uno strascino...


LO SCENARIO
Ecco cosa si consuma in queste ore dentro quella che era la casa forzista che a Napoli, nonostante le giunte Bassolino-Iervolino, deteneva la sua cassaforte di voti.

Dove la posta in palio ora è chi prenderà la presidenza della Municipalità di Chiaia (da sempre appannaggio azzurro e che ora i transfughi vorrebbero strappare con Giovanna Mazzone, prima degli eletti Fi 5 anni fa) e chi sarà la prima lista. È la triste parabola del partito di Berlusconi che alle comunali del 2006 era secondo partito con appena un punto di scarto dietro i Ds, nel 2011 (anche se come Pdl) rimaneva comunque il primo partito in assoluto della città e cinque anni fa portava a casa 3 consiglieri e una percentuale che sfiorava il 10 per cento. Una parabola discendente in cui gli eredi ora si scannano e c'è la grande fuga degli azzurri stessi. A cominciare dai tre consiglieri comunali uscenti se Forza Italia riesce a rimettere in pista solo Salvatore Guangi e, dicono i nemici, «c'è difficoltà a mettere in piedi la lista e manca ancora il capolista». «Falsità». Senza contare le frecciate sui nomi in lista. Prima la questione di Moretto, ex leghista, che potrebbe entrare nella lista dei transfughi Fi e, ieri, sempre Martusciello rilancia il caso di Alfonso Merolla (anche lui ora con Azzurri per Napoli), uscente dei Verdi per una foto in cui fa un saluto romano.


I DUELLANTI
«Ha lavorato per evitare di far cadere de Magistris quando c'erano le firme, è diventato populista e manettaro mentre io sono sempre dove sono stato: liberale e popolare come nel dna del partito nato nel 1994», sottolinea subito Stanislao Lanzotti, regista della lista «Azzurri per Napoli» e un pedigree che è tutto legato a Forza Italia. Tra il suo impegno di consigliere comunale del partito di Berlusconi e la madre ex assessore regionale nella giunta Caldoro e candidata sempre di Fi. «Purtroppo da due anni a questa parte la linea del partito si è spaccata tra una visione più centrista, l'altra più populista». Fatto sta che l'europarlamentare di Fi non fa che attaccare. «Dovrebbe invece spiegare perché non ha fatto cadere de Magistris. Io al suo posto - aggiunge - mi occuperei di più dei programmi per la città e lavorerei affinché Forza Italia eviti il peggior risultato della sua storia».

Dall'altro lato il coordinatore napoletano di Fi, altro pedigree tutto azzurro, dice di farne una questione di principio. «Ma quale ossessione, mi occupo di Azzurri per Napoli perché è diventata una discarica di trasformisti», ribatte l'europarlamentare di Fi. Le malelingue raccontano che ci sia una fuga da Fi. «Falso, la nostra lista è completa e la presenteremo il 27 agosto a Napoli con il presidente Tajani. Il resto sono solo illazioni e veleni». Compreso aver abbandonato un caposaldo berlusconiano come il garantismo pur di attaccare Lanzotti per un avviso di garanzia? «Ci sono reati odiosi come il voto di scambio e da una competizione elettorale certe cose dovrebbero rimanere fuori. Ma il tema è un altro». Quale? «Riguarda il reclutamento che viene fatto senza che ci sia alcuna valutazione politica. E così facendo si legittima il trasformismo in politica». E se il vero tema fosse il sorpasso degli ex alleati su Forza Italia? «A me non interessa chi e se sorpassa ma solo che Maresca vinca».

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