Regione, il sondaggio: De Luca primo
davanti a Dema, Carfagna e Costa

Regione, il sondaggio: De Luca primo davanti a Dema, Carfagna e Costa
di Gerardo Ausiello
Venerdì 27 Settembre 2019, 08:21 - Ultimo agg. 28 Settembre, 08:32
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Se si votasse oggi per la Regione, ci sarebbe probabilmente un testa a testa tra Vincenzo De Luca e Luigi de Magistris, con Mara Carfagna e Sergio Costa subito dietro, ad inseguirli. E forse, tra loro, la spunterebbe il più credibile su temi cruciali per i cittadini come il lavoro, la sanità, l'ambiente. Sì, perché in un'epoca in cui la politica italiana viaggia alla velocità della luce e l'informazione (vera e falsa) corre sul web e sui social, in una fase storica in cui sembra trionfare più l'apparire che l'essere, alla fine ciò che conta sono sempre le risposte ai bisogni che chi amministra è in grado o meno di fornire.
 

E qui la strada si fa in salita, soprattutto di fronte a un dato paradigmatico: un cittadino su due non è soddisfatto della qualità della vita in Campania e chiede, di conseguenza, una svolta al prossimo presidente della Regione. Guai, dunque, a sottovalutare questo malcontento, alle urne si rischierebbe di essere travolti.
Eccola la fotografia che emerge dal sondaggio del Mattino sull'appuntamento elettorale più atteso, in programma tra otto mesi: un'indagine effettuata da Winpoll Arcadia, tra il 23 e il 25 settembre, con interviste telefoniche a 6mila elettori campani. I nomi dei candidati governatori proposti sono quelli maggiormente accreditati in questo momento, ma naturalmente la partita è apertissima e tutto può ancora succedere.
IL GRADIMENTO
Il governatore uscente e il sindaco di Napoli si piazzano in testa a questa speciale graduatoria: De Luca, in particolare, gode della fiducia del 45 per cento dei cittadini, mentre il 41 per cento non lo riconfermerebbe alla guida di Palazzo Santa Lucia; per de Magistris (che proprio in queste ore ha annunciato di volersi candidare alle prossime Politiche e non alle Regionali ma ha abituato i cittadini a continui colpi di scena e cambi repentini) il rapporto tra sostenitori e oppositori è invece praticamente identico (il 41 per cento ha fiducia in lui, il 42 no). Numeri, questi, che risentono evidentemente anche della popolarità data loro dalla carica che ricoprono. Un discorso simile a quello dell'ex pm va fatto per il ministro dell'Ambiente: Costa, che ha acquisito una certa notorietà nel recente passato per i risultati ottenuti da generale della Forestale nella Terra dei fuochi, è gradito al 39 per cento degli intervistati e non gradito alla stessa percentuale. Completano la classifica la capogruppo di M5S in Consiglio regionale, Valeria Ciarambino, che nel 2015 sfidò De Luca e l'allora governatore uscente Stefano Caldoro (28 per cento fiducia, 51 per cento non fiducia), la vicepresidente della Camera Mara Carfagna, che nel 2010 alla Regione e nel 2016 al Comune incassò un record di preferenze (25 per cento fiducia, 54 non fiducia) e Edmondo Cirielli, il parlamentare di Fratelli d'Italia che Giorgia Meloni, giocando d'anticipo, ha già schierato come candidato alla presidenza della Regione (per lui 19 per cento fiducia, 56 per cento sfiducia) ma che è pronto a fare un passo indietro in caso di accordo, assai probabile, con gli altri partiti del centrodestra. Se invece si prende in considerazione il grado di conoscenza dei possibili candidati, allora lo schema cambia: subito dopo De Luca (88 per cento) e de Magistris (84 per cento) si piazza Carfagna (79 per cento) e, più staccati, gli altri (Costa 45 per cento, Ciarambino 36, Cirielli 32). E alla domanda sul gradimento come governatore, i cittadini rispondono così: De Luca 37 per cento, de Magistris 28,5 per cento, Carfagna 16,9 per cento, Costa 7,9 per cento, Ciarambino 5,2 per cento, Cirielli 4,5 per cento.
LA GIUNTA USCENTE
Dopo quasi cinque anni di lavoro per la giunta De Luca è tempo di bilanci. Ebbene quando si parla di successi e insuccessi dell'amministrazione regionale, gli intervistati si dividono: 4 su 10 esprimono un giudizio positivo, ma altrettanti lo esprimono negativo. È però interessante notare che tra coloro che promuovono l'operato del governatore vi sono com'è logico in gran parte elettori del Pd, però anche molti sostenitori del centrodestra (Fratelli d'Italia soprattutto, poi Forza Italia e persino Lega) a conferma del fatto che l'immagine di sindaco (di Salerno) sceriffo per anni legata a De Luca resta ancora diffusa tra i cittadini, e continua a fare breccia.
Più cauti gli elettori grillini, e sarebbe strano il contrario dopo cinque anni di aspra contrapposizione tra il presidente della Regione e il Movimento Cinque Stelle che, nonostante l'accordo a livello nazionale e le prove di dialogo Pd-M5S in molti territori (in primis in Umbria, dove i due partiti correranno insieme), qui restano incompatibili. Il giudizio positivo nei confronti del presidente della giunta campana, inoltre, viene espresso praticamente in egual misura da uomini (46 per cento) e donne (42 per cento) e da varie fasce d'età (44 per cento tra gli over 65, 45 per cento tra 45 e 65 anni, 46 per cento tra 30 e 44 anni) con un leggero calo tra gli under 30 (42 per cento).
LE PRIORITÀ
Ma chiunque voglia tentare la corsa alla poltrona più prestigiosa di Palazzo Santa Lucia non potrà non puntare sulla fame di lavoro che c'è in Campania: un'emergenza, quella della disoccupazione soprattutto giovanile, che negli ultimi tempi si è acuita con alcune clamorose vertenze (Whirlpool ad esempio) che hanno contribuito ad alimentare il clima, già diffuso all'ombra del Vesuvio, di precarietà e sfiducia. Non a caso De Luca da tempo ripete che occorre un grande piano per il lavoro e ha avviato il maxi concorso regionale (le prove si sono svolte in questi giorni, tra speranze, voglia di riscatto e immancabili polemiche) per rimpolpare gli organici delle pubbliche amministrazioni. Tuttavia i cittadini chiedono risposte puntuali alla politica anche sull'assistenza sanitaria, un tema cruciale se si pensa che al Sud ci si ammala meno di tumore però si muore di più perché l'accesso alle cure è ridotto e perché le eccellenze finiscono per essere schiacciate in un sistema ancora inefficiente e in cui permangono pratiche clientelari: proprio la salute è stata terreno di scontro politico tra De Luca e M5S in particolare, con il primo che ha sostenuto e continua a sostenere la necessità di un ritorno ai poteri ordinari e con il secondo che ha lottato per mantenere il regime commissariale (è invece fallito il tentativo di nomina di un commissario esterno per sottrarre la gestione allo stesso governatore).
Infine gli intervistati sollecitano maggiore attenzione su ambiente, inquinamento e gestione dei rifiuti - una ferita aperta in un territorio che ha pagato a caro prezzo un'emergenza durata anni e in cui, nonostante tutto, non è riuscita a farsi strada una vera cultura ambientalista - lotta alla criminalità organizzata, trasporto pubblico, pressione fiscale e turismo. Da queste priorità bisognerà dunque partire per scrivere un programma elettorale in grado di richiamare l'attenzione dei cittadini che, competizione dopo competizione, stanno inesorabilmente disertando le urne preferendo restare a casa. La partecipazione potrebbe infatti essere decisiva per sancire la vittoria di uno degli aspiranti.
I CANDIDATI E I PARTITI
L'ultima slide, relativa al rapporto tra aspiranti governatori e partiti, è forse la più significativa. Nel caso di De Luca il sostegno arriva appunto dagli elettori del Pd ma anche del centrodestra, e in parte dai simpatizzanti M5S. De Magistris, invece, pescherebbe in egual misura sia nell'elettorato democratico che in quello grillino, e lo voterebbe pure qualche cittadino vicino a Forza Italia. Carfagna sarebbe ovviamente trainata dall'elettorato di Forza Italia ma piacerebbe anche a chi dice di votare per Fratelli d'Italia e Lega, dunque da tutto l'elettorato di centrodestra, e un po' ai simpatizzanti di M5S e Pd. Curioso il caso di Cirielli, che non appassiona i leghisti quanto i militanti di Fdi e Fi. Costa e Ciarambino, infine, oltre a raccogliere consensi tra i grillini potrebbero racimolare qualche preferenza in casa Pd e persino nel centrodestra. Uno scenario che mostra come l'elettorato in fondo sia fluido e che, al di là dei partiti, in politica valgano sempre e comunque le persone.
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