Vertice Conte-De Magistris:
«Il mio governo aiuterà Napoli»

Vertice Conte-De Magistris: «Il mio governo aiuterà Napoli»
di Adolfo Pappalardo
Sabato 24 Novembre 2018, 08:39 - Ultimo agg. 12:29
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Un tour veloce dalla Calabria a Napoli. Ma all’ombra del Vesuvio il premier stravolge la sua agenda per di incontrare il sindaco de Magistris. Non un semplice saluto istituzionale ma un vertice riservato. Con il sindaco che esce fiducioso e il capo dell’esecutivo che a sera rassicura: «Ci mancherebbe che il governo non abbia attenzione per una capitale del sud come Napoli». 
IL VERTICE
Prima Nisida, poi Forcella e infine il teatrino di corte di Palazzo reale nelle vesti inedite di intervistatore con tre giornalisti campani minacciati dalla camorra. In mezzo l’incontro, organizzato dal sottosegretario grillino Vincenzo Spadafora, tra premier e sindaco. Anticipato addirittura perché l’ex pm in serata era impegnato in una giunta sul bilancio. L’immagine plastica, ormai, di un asse tra il primo cittadino e i grillini di stretta osservanza Di Maio. E qui, nella sala «Renata Tebaldi» del San Carlo dopo un saluto al maestro Riccardo Muti impegnato nelle prove, Giuseppe Conte parla con il sindaco. Solo loro due. Facile immaginare gli argomenti: un sostegno alla città nella manovra finanziaria. Una sorta di SalvaNapoli in cui l’esecutivo possa prevedere lo stop ai vincoli di spesa dei comuni in predissesto, i debiti da pagare spalmati su più anni e, come chiesto proprio dal sindaco due giorni fa in una lettera a Conte, fondi per lo stato di calamità del 29 ottobre scorso. 
IL SINDACO>
«Con il presidente Conte - spiega poi de Magistris, all’uscita dal Teatro - ho affrontato i temi centrali della città. È stato un colloquio utile, proficuo nel segno della più alta cooperazione istituzionale che c’è e ci deve essere tra città e Governo». De Magistris, ovviamente, parla solo genericamente dei temi toccati (il rapporto tra governo ed enti locali, le infrastrutture, la metropolitana, Bagnoli e la sicurezza). «Ho sottolineato al presidente - spiega de Magistris - la necessità che chi governa dal basso non abbia gabbie finanziarie e vincoli normativi che ci opprimono e il presidente, che sta portando avanti una questione significativa con Bruxelles, ha colto subito il tema. E durante tutto il colloquio ho notato da parte del premier Conte grande attenzione». Vedremo anche perché il capo dell’esecutivo immagina un’altra tappa a Napoli tra fine e inizio anno. 
GLI INCONTRI
Subito dopo la visita a Forcella, il cuore antico di Napoli, per un incontro con i volontari dell’associazione «Annalisa Durante», la quattordicenne uccisa per errore nel 2004. «Voglio testimoniare l’attenzione di questo governo nel contrastare i gruppi criminali», dice prima di incontrare Giannino, il padre di Annalisa nella biblioteca a lei intitolata. Dentro, lontano da taccuini e telecamere, Giuseppe Perna, il presidente dell’associazione gli chiede: «Un contratto di programma per Forcella e per le aree più marginali e bisognose di interventi del centro storico, come ad esempio piazza Mercato». 
A Palazzo reale solo un breve saluto con i vertici istituzionali. A cominciare dal governatore De Luca e subito dopo all’inedita intervista ai tre giornalisti minacciati. «Non alimentiamo polemiche, incontro i giornalisti perché sono delle persone che con le loro inchieste rischiano la vita tutti i giorni, credo che sia giusto che abbiano il sostegno delle istituzioni», dice a chi gli fa notare se non sia una risposta agli attacchi grillini contro la stampa. Ma la polemica scoppia uguale: «Perché il premier non ha organizzato un incontro vero, serio, con tutti i giornalisti a vario titolo minacciati dalla camorra? Perché non ha incontrato anche Paolo Siani?», attacca il coordinatore regionale Fi Mimmo De Siano. «Ha incontrato Nello Trocchia, Sandro Ruotolo e Salvatore Minieri, tre cronisti simbolo di una intera categoria abbandonata e lasciata sola. Eppure arrivano attacchi addirittura da Forza Italia che blatera di libertà di stampa dopo aver collezionato negli anni di governo editti bulgari, epurazioni e leggi bavaglio», dice Davide Aiello deputato grillino in commissione Antimafia. Eppure in sala rimbombano sempre gli insulti alla stampa. Ma Conte, riferendosi a Di Battista, glissa: «Non era un membro del governo....».

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