Lancio di sacchetti contro il governatore,
De Luca chiede aiuto a Mattarella

Lancio di sacchetti contro il governatore, De Luca chiede aiuto a Mattarella
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 5 Dicembre 2019, 07:30 - Ultimo agg. 14:51
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Stanco e furibondo, due mattine fa ha chiamato direttamente il Quirinale per chiedere di parlare con Mattarella. Ma prima aveva già spedito una missiva. Perché per il governatore De Luca il lancio dei sacchetti contro di lui ad Aversa, sabato scorso, rappresenta un limite ormai varcato inesorabilmente. E chi gli è vicino racconta di un De Luca stanco di queste «aggressioni che hanno un'unica regia». Da qui la richiesta al segretario generale del Colle «di poter interloquire con il presidente» e, puntuale, arriva la telefonata di Mattarella a palazzo Santa Lucia.

A raccontare la telefonata è lo stesso De Luca ieri mattina durante l'intervista settimanale su «radio Crc». E dalle sue parole sembra che, prima del Colle, De Luca si sia rivolto già al Questore e al Prefetto. Al netto della denuncia fatta lunedì («come un normale cittadino per chiedere che lo Stato dia cenni di vita e si decida a punire i delinquenti. Qui la politica non c'entra niente, c'entra la mia persona e l'Istituzione che rappresento. E da quattro anni registro aggressioni e agguati contro di me»).

«Ho chiesto alla Prefettura, e ne ho parlato anche ieri con il presidente della Repubblica, di liberare la sede della Regione. Abbiamo fatto crescere l'abitudine ad assediarci, non avviene neanche in Africa subsahariana. L'ingresso della Camera dei deputati o della Regione Lazio mica viene bloccato da bivacchi e delinquenti? Nessuno si deve più permettere di venire a rompere le scatole davanti alle porte della Regione», attacca l'ex sindaco di Salerno denunciando il quotidiano assedio sotto palazzo Santa Lucia. E aggiunge: «Ho chiesto al Prefetto di Napoli di predisporre i servizi affinché nessuno si permetta più di venire ad assediare le porte della Regione: questa cosa è diventata intollerabile, indegna».

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Poi, ancora, torna all'aggressione della settimana scorsa e di due anni fa. «Al presidente della Repubblica, che è stato estremamente garbato e sensibile, ho ricordato l'episodio di due anni fa, del febbraio 2017. Vengono, addirittura, sempre gli stessi squadristi - continua De Luca - ero nell'ospedale di Pozzuoli, nella hall, per l'inaugurazione del nuovo reparto. Nel giro di cinque minuti, questi squadristi escono dalle aiuole, dietro le quali si erano nascosti, sfondano la vetrata di un ospedale, entrano nell'ospedale, procurano contusioni al mio collaboratore, e lanciano la spazzatura. Avevo sporto denuncia, non è mai successo nulla. L'Italia non è un Paese civile». Per De Luca dietro queste aggressioni «c'è un gruppo di squadristi, già individuati dalle forze dell'ordine, che da quattro anni - continua - dà vita a vere e proprie aggressioni nei mie confronti. È gente mandata, ovviamente, e il riferimento alla Terra dei Fuochi è anche un sostegno implicito alla camorra, visto che noi stiamo facendo pulizia». Per De Luca l'episodio di Aversa e la sua denuncia devono anche servire a «svegliare lo Stato. Ha dato prova di non esistere, ha mostrato il suo volto ridicolo visto che da 4 anni le aggressioni le fanno le stesse persone. Eppure non succede niente, siamo assolutamente indifesi».

In mezzo, però, De Luca controbatte anche sullo scontro sui rifiuti che si è acceso. A cominciare dal ministro grillino all'Ambiente Sergio Costa che, negli ultimi giorni, ha attaccato il governatore per non aver realizzato gli impianti. «Non rispondo al sedicente ministro», è l'incipit.

Poi attacca: «Un anno fa c'era il governo giallo-verde, si fece una riunione, una parata propagandistica. A Caserta arrivarono 6 ministri per affrontare il tema della Terra dei Fuochi. E poi? Zero. Una cialtronata propagandistica a cui non ha fatto seguito assolutamente nulla. Per la Terra dei Fuochi la Regione ha stanziato 22 milioni mentre il ministero dell'Ambiente ha tolto alla Campania 30 milioni di euro che noi utilizzavano per gestire il termovalorizzatore di Acerra: questo è l'unico contributo che è arrivato».

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