Regione Campania, il Pd a De Luca: «Ora rimpasto in giunta»

Regione Campania, il Pd a De Luca: «Ora rimpasto in giunta»
di Adolfo Pappalardo
Martedì 1 Novembre 2022, 00:00 - Ultimo agg. 2 Novembre, 08:35
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Un rimpasto di giunta e una nuova legge elettorale, anzitutto. È la richiesta, unanime, che arriverà sul tavolo del governatore tra qualche giorno da parte del Pd. Ovviamente le desiderata sono già arrivate all’orecchio dell’ex sindaco di Salerno ma sarà il capogruppo Mario Casillo a illustrargliele ufficialmente tra qualche giorno. Nessun muro contro muro, nessuna contrapposizione, tra il gruppo Pd e De Luca ma solo l’esigenza di un tagliando di metà legislatura e attrezzarsi in vista delle prossime regionali. E se l’ex sindaco di Salerno avrebbe già da mesi pronto un testo sul terzo mandato, il gruppo sta preparando una sua bozza per alzare la soglia di sbarramento ed applicare un diverso riparto dei seggi. 

Qualche giorno fa gli 8 consiglieri democrat si sono visti negli uffici del Centro direzionale. Ufficialmente è un’analisi del voto delle ultime politiche ma subito si vira verso scenari futuri. D’altronde il risultato del voto non è certo entusiasmante e, anzi, qualcuno non ha ancora digerito la sconfitta. È il caso di Luigi Petracca, consigliere regionale democrat, sconfitto nel collegio irpino per una manciata di voti dall’ex ministro Gianfranco Rotondi. Per Petracca serve un chiarimento perché il renziano Alaia, legatissimo a De Luca e nella sua maggioranza, ha sostenuto l’ex ministro. Vanificando la sua elezione e il risultato del Pd in Irpinia, con la percentuale tra le più alte d’Italia. Sfoghi, ovviamente, ma anche la richiesta di un cambio di passo e un chiarimento in Regione, arrivati ormai a metà legislatura. Un passaggio in cui si ritrovano tutti. A cominciare dai consiglieri con un profilo più autonomo come il capogruppo Casillo e i colleghi Manfredi, Fiola, Raia, Oliviero e Mortaruolo. Con loro ovviamente Petracca mentre il salernitano Franco Picarone non può che rimettersi alla linea della maggioranza. 

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Terzo mandato di De Luca o no (su cui non ci sono veti) per il gruppo serve incardinare subito una nuova legge elettorale che entri in vigore per le prossime regionali.

Anzitutto una soglia di sbarramento del 4-5 per cento ma anche un diverso metodo di attribuzione dei seggi: non il proporzionale ma il metodo D’Hondt come per le comunali e vigente in altre regioni. Il motivo è chiaro: nel 2020 il Pd si è ritrovato con il gruppo dimezzato (da 15 a 8 consiglieri a cui si aggiunge De Luca che è il nono) e con i voti cannibalizzati da liste più piccole, a cominciare dalle civiche deluchiuane. In Puglia, tanto per fare un esempio, il partito di Letta pur prendendo gli stessi voti si ritrova con 15 consiglieri. E ancora, il Pd spinge per togliere l’obbligo delle dimissioni da consigliere per chi viene promosso assessore. «In altre regioni - si fa presente nella riunione - il posto da consigliere viene congelato facendo subentrare, per la durata della carica di assessore, il primo dei non eletti». E, ancora, via al blocco che assegna, a prescindere dalle percentuali di vittoria, non più del 60 per cento dei consiglieri alla maggioranza. Tutta materia nella bozza in preparazione.  

Ma il punto più politico è un altro: un tagliando che passa per un rimpasto della giunta regionale. «Serve - ragionano nella riunione - un cambio di passo, un cronoprogramma degli obiettivi che vuole darsi questa maggioranza. Altrimenti con la destra che avanza, nel 2025 c’è il rischio di essere travolti dall’onda di centrodestra che avanza nel Paese e perdere palazzo Santa Lucia». Certo serpeggia anche qualche malumore generale ma l’intento, racconta un consigliere, «è tutto costruttivo». «Non è un ammutinamento contro De Luca ma serve, finché è possibile, dare un segnale di svolta che sia maggiormente percepibile ai campani». 

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Passando, ed è un ultimo dettaglio, sul nodo dei congressi. Argomento non entrato ufficialmente nella riunione dei consiglieri Pd ma ventilato in più frangenti durante la discussione. A cominciare dal nuovo segretario regionale, infatti, il gruppo Pd chiederà una figura autorevole con un profilo politicamente autonomo dal governatore. Non una mera cinghia di trasmissione deluchiana perché «abbiamo visto cosa è accaduto dopo l’ultimo congresso», dicono riferendosi al dimissionario Leo Annunziata, ora sistemato da De Luca ai vertici della Scabec, che ha poi aperto le porte al commissario. E sull’ultimo punto, più che sulla legge e elettorale e sul rimpasto, i dirigenti democrat sono pronti alla contrapposizione. 

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