Vincenzo De Luca, un anno sul web: dal successo delle urne alla guerriglia in Rete

Vincenzo De Luca, un anno sul web: dal successo delle urne alla guerriglia in Rete
di Domenico Giordano
Lunedì 18 Ottobre 2021, 10:30 - Ultimo agg. 19 Ottobre, 15:43
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È passato un anno dalla riconferma di Vincenzo De Luca a presidente della regione Campania. Il dato elettorale finale del 69,48% aveva sorpreso non pochi osservatori e aveva mandato gambe all’aria buona parte dei sondaggi della vigilia, che pur non mettendo in discussione il successo delle urne non erano riusciti a comprenderne fino in fondo l’ampiezza. 

Domenico Giordano, Arcadia

La vittoria di De Luca per dimensioni è stata seconda a quella di un altro presidente in cerca di riconferma, Luca Zaia in Veneto, che aveva messo al pari del suo collega campano faccia, corpo e anima in prima linea nella difficile e incerta battaglia contro la pandemia da Covid-19. Zaia si prende nuovamente la guida della regione con uno straripante 76,79%, così come, contemporaneamente, in Puglia e in Liguria i due presidenti uscenti, Michele Emiliano e Giovanni Toti, seppur con percentuali più contenute, si guadagnano altri cinque anni di governo locale. Il primo con un sofferto 46,80% e il secondo con il 51,42% dei liguri.Da questi numeri si parte, guardando con particolare attenzione alla Campania, per comprendere come negli ultimi dodici mesi gli utenti in rete abbiamo modificato in modo sostanziale il loro modo di interazione e di relazione con i contenuti che avevano quale keyword principale proprio il nome di “Vincenzo De Luca”. Un monitoraggio che viaggia lungo un anno intenso, segnato dapprima dalle contestazioni di piazza contro un secondo lockdown maldigerito da molti, poi dalla difficoltà di far decollare la campagna di massa delle vaccinazioni contemporaneamente all’insediamento del governo Draghi e, infine, dalla contrapposizione tra le due opposte visioni, da un lato, l’universo composito dei novax e dei no green pass e dall’altra la linea governativa che insegue una cornice prettamente sanitaria nei provvedimenti di contrasto alla pandemia. 

Video

Ad ottobre dell’anno scorso, a qualche giorno dall’avvio del secondo mandato, De Luca spinge senza esitazioni sull’acceleratore delle restrizioni tanto che nella settimana dopo il voto sono ben tre le ordinanze regionali emanate. Dal 22 settembre al 26 ottobre sono 14 le ordinanze regionali e complessivamente più di 30 i documenti che la regione Campania emana tra chiarimenti e allegati alle singole ordinanze, un crescendo di atti tale da suffragare una percezione largamente diffusa nei campani di una imminente serrata generale. In questo primo mese il mood in rete ribalta in negativo il dato delle urne, infatti, il 67,23% degli utenti ha nei confronti di ciò che riguarda De Luca un atteggiamento assolutamente ostativo, confermato dalla tagcloud degli hashtag di riferimento, dove il tema della contrarietà al nuovo lockdown è evidente.

Il mese di ottobre del 2020 è comunque interessante statisticamente per il volume di menzioni ottenute, circa 14 mila, e per i picchi sull’engagement, circa 2 milioni, che ci restituiscono la somma di tutte le interazioni degli utenti sui singoli post, inclusi i commenti. La curiosità da sottolineare, forse in buona parte attesa, è che questi si registrano quasi sempre dopo il video, pubblicato con la modalità della diretta Facebook, del venerdì pomeriggio, rilasciato in un orario strategico per consentire alla platea dei media e alle piattaforme social un rilancio dei contenuti.

Il mese successivo, siamo a novembre, il dialogo tra De Luca e gli utenti non migliora e del resto non poteva essere altrimenti. Le proteste di piazza, seppur più contenute continuano e hanno rilasciato negli utenti una quantità elevata di tossine che spingono il mood a toccare uno dei record negativi in assoluto: il 70,95% degli utenti manifestano platealmente una contrarietà nei confronti del presidente della Campania.

La capacità di De Luca di dettare l’agenda anche in rete è dimostrata ancora una volta dal grafico che evidenzia in maniera plastica come l’appuntamento settimanale del venerdì sia tanto atteso quanto il propano principale che infiamma online le discussioni. Prima di saltare al mese successivo, però, è necessario soffermarsi su due ulteriori dati di quanto avviene in rete a novembre dell’anno scorso. Se diamo uno sguardo alla tagcloud degli hashtag, che si accompagnano ai commenti, il tema della chiusura delle scuole ritorna a essere ricorrente, tanto che anche nella distinzione del genere degli utenti che partecipano alle discussioni la componente femminile è del 34,62%, in crescita di circa due punti rispetto al mese precedente.

Il 2020 online per De Luca si chiude con un primo recupero rispetto al bimestre precedente anche perché inizia a farsi largo la speranza per l’avvio della campagna vaccinale e la speranza degli italiani e dei campani di poter recuperare le libertà momentaneamente sospese. A dicembre, pur restando per due terzi negativo, il mood segna un saldo passivo del 61,29 recuperando rispetto ai 30 trenta giorni precedenti circa dieci punti percentuali. Ma, in questo ultimo mese, la nota di curiosità di rilievo da rimarcare è sulle due date in cui si registrano i picchi dell’engagement in rete.

Il primo coincide con l’attacco di De Luca ai medici scansafatiche degli ospedali e il secondo invece è legato alle polemiche successive alla foto postata dalla fanpage del presidnete mentre gli viene inoculata la prima dose del vaccino Pzifer.

L’anno nuovo si apre senza particolari sussulti, le menzioni e l’engagement si riducono, così anche il mood non subisce particolari scossoni: a gennaio 2021 infatti, il dato è identico a quello di dicembre, ovvero il 61,29% di sentiment negativo. Mentre, se c’è un dato di novità questo è quello della quota di donne che nei primi trenta dell’anno ha scelto di interagire con i contenuti deluchiani. Per la prima volta i due universi di genere sono alquanto vicini, con una fetta di utenti maschi del 55,49% e del 44,51% di utenti donna.


A febbraio la polarizzazione del dibattito online è per la maggior parte attratta inevitabilmente dalla crisi del II governo Conte e dalla nuova maggioranza “Ursula” che porta al cambio di inquilino a Palazzo Chigi e alla cerimonia della campanella che passa dalle mani di Giuseppe Conte a quelle di Mario Draghi. È chiaro che in questo contesto, per quanto De Luca scalci e sbraiti in cerca di un nemico che possa dargli visibilità social, il parlato della rete è interessato a capire come andrà a finire la partita nazionale, con un beneficio diretto per lo stesso presidente della Campania che pur perdendo in assoluto in menzioni ed engagement a febbraio guadagna ancora tre punti sul mood che adesso è positivo al 31,04%.

L’arrivo di Draghi e il cambio alla guida della struttura commissariale di governo voluto dal premier, che sostituisce Domenico Arcuri con il generale Francesco Figliuolo, in particolare i primi timidi segnali di una diversa organizzazione della campagna di vaccinazione, spostano l’ago del barometro verso temi che De Luca prova a regionalizzare, parlando di una sottrazione colpevole di dosi di vaccino alla Campania, attaccando Figliuolo e la sua mise militare oppure rincorrendo gli acquisti del vaccino russo Sputnik, ma che di fatto restano ancorati a una dimensione geografica più ampia. Così se a marzo il mood nei confronti di “Vincenzo De Luca” guadagna qualche decimo di punto e si ferma al 31,69% di positività, ad aprile nonostante gli sforzi dello Sceriffo di tirare per la mimetica Figliuolo e di riprendersi una posizione centrale del dibattito online. Così ad aprile, il sentiment negativo degli utenti torna a salire di poco oltre il 60%, siamo al 61,64% riprendendo i valori di dicembre 2020.

Maggio è per antonomasia il mese delle rose che sbocciano non solo nei campi ma questa volta anche online. Infatti, dopo mesi turbolenti e di confronto esacerbato il rapporto tra De Luca e gli utenti sembra conoscere una timida e nuova primavera, in parte costruita sul successo oramai acclarato della campagna di vaccinazione degli italiani. A maggio, per la prima volta da ottobre, il mood positivo supera l’asticella del 40%, accompagnato ancora una volta però dalla perdita di menzioni, in assoluto per avere un’idea siamo passati dalle 14 mila del primo mese di questa analisi, alle 3 mila di maggio. Ancora una volta, è necessario notare come ci sia una evidente corrispondenza della polarizzazione a ridosso degli interventi in video del presidente della Campania programmati ogni venerdì pomeriggio. Le due linee delle menzioni e dell’engagement di maggio possono essere sovrapposte senza notare alcuna sostanziale differenza.

Giugno è stato per tutti il mese degli Europei di calcio, delle partite degli azzurri e del ritrovarsi in strada per festeggiare e accompagnare la nazionale alla finale di Londra contro l’undici inglese. De Luca ha provato a cavalcare, in scia con gli altri leader politici, i successi dei calciatori italiani e in questo clima di riscoperta dell’appartenenza al tricolore, i temi della campagna vaccinale e della diffusione del contagio sono diventati dopo mesi alquanto marginali. Più del mood in sé, forse, a giugno il dato più interessante che non trova riscontri in nessuno dei dodici mesi dell’analisi, investe la gerarchia delle fonti, cioè dei terreni digitali che hanno accolto la quota maggiore di parlato. Infatti, a giugno, per la prima volta, Facebook perde lo scettro che passa invece ai blog e ai siti di news che assieme toccano il 65% delle fonti che assorbano le discussioni che si sviluppano dal 1° al 30 giugno sul tema “De Luca”.

Infatti, questa che possiamo tranquillamente definire un’anomalia ritorna nella sua dimensione fisiologica il mese successivo. Ecco che a luglio a trascinare le discussioni è, come in tutti i singoli mesi precedenti e fino al 30 settembre, ancora una volta la piattaforma social di Mark Zuckerberg, che si riprende la sua “pole position” tra l’universo delle fonti, seppur di qualche punto percentuale più bassa.

Al tempo stesso, a luglio, mentre gli italiani traslocano armi e bagagli da Londra a Tokio per seguire le imprese degli atleti italiani impegnati nelle gare della XXXII Olimpiade, quelle che ci consegnano le medaglie di oro nel salto in alto, con Gianmarco Tamberi, e della velocità con Marcel Jacobs nei 100 metri e nella staffetta 4x100, il mood nei confronti di De Luca ne guadagna recuperando rispetto a giugno ben otto punti percentuali: dal 31,71% al 39,9% ultimi due mesi, siamo ad agosto e settembre, ci consegnano una stabilizzazione del sentiment verso De Luca che riesce dopo mesi di incertezza per la prima volta a conservare non tanto un dato uniforme da un mese all’altro, già registrato tra dicembre 2020 e gennaio 2021, quanto il mantenimento di una meno critica che raggiunge il 50% di positività.

Se dalla scansione mensile invece passiamo a quella che osserva l’interno arco temporale dell’analisi, allora è diventa interessante cristallizzare alcuni dati che riguardano De Luca e i suoi colleghi presidenti del Veneto, della Lombardia, dell’Emilia Romagna, della Puglia e della Liguria. Intanto, sull’intero periodo il mood del presidente De Luca, che ha raccolto in rete oltre 56 mila menzioni, in oltre 1.000 diverse fonti e una quota di engagement superiore a 5 milioni, è positivo solo per il 27%, ma andiamo sulla comparazione complessiva.

Nelle circa 300 mila menzioni totali, De Luca è secondo preceduto da Giovanni Toti, presidente della Liguria, e tallonato invece da Luca Zaia, governatore del Veneto. Al pari, se guardiamo al podio dell’engagement, il presidente della Campania conserva la piazza d’onore, seppur con un distacco ampio, rispetto a Luca Zaia e al presidente della Lombardia, Attilio Fontana che invece è terzo in questa speciale ripartizione. Nella classifica del mood della rete, da ottobre 2020 a settembre 2021, De Luca è ultimo preceduto da tutti gli altri governatori, mentre sul podio salgono, Michele Emiliano, con il 50%, dietro di lui il presidente dell’Emilia Romagna, riconfermato prima della pandemia a gennaio 2020, Stefano Bonaccini con il 47% di sentiment positivo, e al terzo posto abbiamo un ex aequo al 40% tra Giovanni Toti e Luca Zaia.

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