Welfare negato, pressing del Comune di Napoli: «No agli assistenti sociali negli uffici»

Welfare negato, pressing del Comune di Napoli: «No agli assistenti sociali negli uffici»
di Valerio Esca
Giovedì 18 Luglio 2019, 12:00
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Stop all'utilizzo di assistenti sociali per compiti amministrativi ed economici. A dirlo è il direttore generale del Comune, nonché capo di Gabinetto, Attilio Auricchio, che ha inviato personalmente una comunicazione alla responsabile dell'area Welfare Barbara Trupiano. Il caso sollevato ieri dal Mattino riguarda due facce della stessa medaglia: da una parte la carenza sui territori di assistenti sociali, quei pochi che ci sono nei centri territoriali non riescono più ad espletare il carico di lavoro che gli piomba addosso quotidianamente (per lunedì è convocata un'assemblea generale del comparto), dall'altro si contano circa 60 assistenti sociali che il Comune utilizza dietro alle scrivanie, incardinati presso l'area Welfare, per ricoprire mansioni amministrative, per lo più sono chiamati a gestire la piattaforma welfare e politiche sociali.
 
Il direttore generale «al fine di assumere opportune iniziative dirette ad assicurare la funzionalità dei centri di servizio sociale» ha richiesto alla dirigente Welfare un aggiornamento dei dati forniti rispetto alla presenza degli assistenti sociali in organico al 31 dicembre (quelli indicati ad oggi dalla dirigente sono al 31 agosto), ma soprattutto «una ricognizione diretta a verificare le mansioni ed i compiti svolti da ciascun assistente sociale incardinato nei servizi interni dell'area Welfare». Per avanzare una richiesta di questo tipo è evidente che ci siano molti dubbi sull'utilizzo di un numero così elevato di personale assunto con il profilo di assistente sociale e che invece fa tutt'altro, rispetto all'emergenza che si soffre sui centri territoriali.

Una possibile strada, che l'amministrazione pare intenzionata a percorrere è quella relativa alle nuove assunzioni programmate dall'Ente. «Quando il servizio ci fornirà i numeri del personale necessario a ricoprire ruoli amministrativi, tecnici ed economici, sposteremo gli assistenti sociali nei centri presenti sulle Municipalità e al loro posto nei servizi centrali ci manderemo il personale neo assunto» spiega Auricchio. Molto duro è stato l'affondo dei tre sindacati Csa, Cisl e Uil, contro l'assessore al Welfare del Comune Roberta Gaeta: «Da anni sottolineano Franca Pinto, Annibale de Bisogno e Agostino Anselmi, segretari rispettivamente di Csa, Uil e Cisl evidenziamo all'assessore Gaeta, come non si assicurano i servizi di welfare alle fasce deboli e alle famiglie più bisognose della città. Abbiamo chiesto con forza la condivisione di impiegare le assistenti sociali che svolgono compiti di amministrazione, di sopperire alle carenze presenti sul territorio, per offrire quell'assistenza che la stessa amministrazione utilizza come slogan per un tessuto sociale debole e bisognoso di assistenza. L'assessore, nonostante tutta la disponibilità prestata nel trovare soluzioni, pur cambiando la guida della dirigenza, non è riuscita a darci risposte».

Sul piede di guerra invece la Cgil: «Gli spostamenti non risolveranno la drammatica carenza di organico ed il piano di fabbisogno, che prevede l'assunzione di 40 assistenti sociali (solo tra due e tre anni), lo riteniamo del tutto insufficiente. Le mobilità attivate per altri settori sarebbero acqua sul fuoco per iniziare da subito a rispondere alle esigenze della cittadinanza. La Cgil è stata l'unica a richiedere, con insistenza, l'apertura di un tavolo sul settore, e con serietà ed impegno abbiamo percorso questo tortuoso cammino condividendolo con i numerosi iscritti e simpatizzanti. Ci auguriamo vivamente non si sia trattato di una farsa e di non doverci ritrovare con scelte unilaterali alle quali ci opporremo con tutti i mezzi».

In alcune zone, considerate a rischio, e dove sarebbe necessaria una maggiore presenza di assistenti sociali, ci si ritrova con due addetti ai lavori, come a Piscinola e Secondigliano, mentre a Miano ce ne sono soltanto tre. Soffrono anche San Giovanni a Teduccio e Vomero.
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