Whirlpool via da Napoli, la furia dei sindacati: «Fa caldo, l'azienda non ragiona più»

Whirlpool via da Napoli, la furia dei sindacati: «Fa caldo, l'azienda non ragiona più»
Mercoledì 26 Giugno 2019, 14:16 - Ultimo agg. 18:40
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«Oggi dall'assemblea è uscito un messaggio molto chiaro. Non siamo disponibili a mollare». Lo ha detto Barbara Tibaldi, della segreteria nazionale Fiom, a margine dell'assemblea convocata dal sindacato alla Whirlpool di via Argine all'indomani del terzo incontro al Mise sul destino della fabbrica. «Fa caldo, questa azienda non ragiona - ha aggiunto Tibaldi - continua a essere ambigua, ma i lavoratori continuano ad essere uniti e sono pronti ad andare a discutere con l'azienda del fatto che non è vero che Napoli è una struttura che perde». «Napoli - ha concluso Tibaldi - è una struttura che vogliono che perda, noi chiederemo le produzioni, chiederemo di risanare questo stabilimento. Possiamo dimostrare che è uno stabilimento che può funzionare».

«L'incontro di ieri - ha spiegato Biagio Trapani, segretario generale della Fim Cisl di Napoli - ci ha lasciati tutt'altro che soddisfatti, ci ha portato ancora ad un altro tavolo. La cosa che è chiara è l'atteggiamento volutamente ambiguo dell'azienda che non vuole entrare nel merito della discussione, non vuole farci capire veramente dove sono queste perdite, ma si limita a delle slide che non sono efficaci e non chiariscono il problema che c'è su questo sito».

«Un'assemblea molto attenta e motivata. Comincia la parte più importante della vertenza». È il commento del segretario generale della Uilm campana, Antonio Accurso. «L'azienda ha l'onere di spiegare per quale motivo non vuole mantenere gli impegni e gli investimenti previsti dall'accordo ministeriale di ottobre in cui garantiva tutti gli stabilimenti». «Ieri - ha precisato Accurso - si è stabilito che c'è disponibilità ad un confronto a tutto campo che possa valutare la possibilità di mantenere Whirlpool a Napoli migliorando il piano industriale, anche con strumenti ulteriori delle istituzioni governative e locali. Siamo fiduciosi che le nostre ragioni e la nostra lotta possano far comprendere alla multinazionale che sta commettendo un grosso errore rinnegando se stessa e gli accordi firmati. Napoli produce lavatrici da 60 anni e può e deve continuare a farlo».
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