Paesi del Mediterraneo, da Napoli sfida sulla Zes

Paesi del Mediterraneo, da Napoli sfida sulla Zes
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 4 Marzo 2022, 07:00 - Ultimo agg. 14:31
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Un vertice di tre giorni in città con i rappresentanti dei maggiori Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Sono gli Stati Generali del Mediterraneo organizzati da Cise (la confederazione Italiana Sviluppo Economico) e si chiudono domenica. È l'occasione, quindi, per discutere delle opportunità di investimento e di partnership tra i Paesi coinvolti puntando alle opportunità su Napoli, in particolare, con la previsione della Zes che garantirà fiscalità di vantaggio a chi localizza e investe nel golfo di Napoli. Alla tre giorni parteciperanno i rappresentanti istituzionali di Italia, Malta, Tunisia, Egitto, Libia, Marocco. 

S'inizia stamani alle 10.30 con il ministro del Sud e della coesione territoriale Mara Carfagna presso il teatro di Corte di Palazzo Reale e si discuterà proprio delle opportunità economiche per le zone economiche speciali (modera il direttore de Il Mattino, Federico Monga). Oltre alla Carfagna, tra gli altri, ci saranno Mohammed Haweg, il ministro libico per lo Sviluppo Economico, la console Usa Mary Avery, il prefetto Claudio Palomba e il sindaco Gaetano Manfredi e Gianluigi Traettino, presidente di Confindustria Campania che, appena due giorni fa, ha chiuso un protocollo a Caserta con la Regione per favorire in Terra di lavoro l'insediamento di multinazionali estere. Nel pomeriggio, invece, altra sessione di lavori con i ministri egiziani Abdel Latif El-Menawy (Telecomunicazioni) e Ali Moselhy (commercio), il collega del Marocco Mohammed Haweg (Sviluppo Economico) e il numero uno di Unioncamere Andrea Prete

«Noi ambiamo a fare delle otto Zes la porta d'ingresso degli investitori internazionali nel Mezzogiorno, ma anche l'hub strategico che dona maggiore competitività alle nostre aziende.

Le Zes - anticipa la Carfagna - sono state create qualche anno fa, ma nessuno ci aveva mai seriamente puntato fino a quando, con il governo Draghi, non abbiamo deciso di farne un elemento prioritario della nostra strategia industriale per il Mezzogiorno del futuro. Nel Pnrr abbiamo investito 630 milioni di euro per migliorarne le infrastrutture e per riformarne la governance. Oggi le Zes sono finalmente una realtà ma il nostro impegno per renderle sempre più attrattive e funzionali continua: stiamo già programmando un road show per presentare agli investitori internazionali le opportunità che si aprono in queste aree». L'obiettivo, insomma, è fare in modo che si colga l'opportunità della fiscalità di vantaggio per le Zes e, non solo aziende italiane, decidano di puntare i propri investimenti su Napoli. 

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A evidenziarlo, non a caso, è Giosy Romano, nominato recentemente commissario straordinario di governo della Zes Campania che apre alla sinergia con aree simili che stanno sorgendo nel Mediterraneo. E su cui occorre puntare per evitare non solo sovrapposizioni ma per fare rete comune. Che poi è l'obiettivo generale della tre giorni di Napoli che si chiude domenica. «Abbiamo la necessità di considerare free-port, Biserta e East port Said la Tunisi e le Zes italiane come - ragiona Romano - punti di linee che si uniscono per formare un'area in cui devono applicarsi regole uniche: agevolazioni fiscali e non, capaci di far recuperare alla nostra terra, al nostro territorio quel gap che finora lo separa dalla possibilità di entrare non già in concorrenza ma in cooperazione con le aree delle altre parti del mediterraneo. Le Zes, quindi, sono un'occasione storica irripetibile». E per ora la Campania può contare su 136 milioni per sette progetti infrastrutturali già approvati. Ma può attivare altri investimenti per un totale di 600 milioni. 

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