La moda al museo di Napoli
per i 20 anni di Versace | Video

La moda al museo di Napoli per i 20 anni di Versace | Video
di Francesca Cicatelli
Venerdì 14 Luglio 2017, 14:56
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La Magna Grecia rivive nelle camicie di seta di Gianni Versace in una fashion performance in abito d’incenso tra iconografie e ossimori.Lo stilista di origini calabresi entra nelle sale del Museo Archeologico Nazionale, profumate per l’occasione dell’aroma delle chiese, suggestioni olfattive di  Simona Scalella del brand partenopeo Mansfield in una serata-memorial a 20 anni dalla scomparsa dello stilista. L’esposizione curata da Sabina Albano si intitola «Dialoghi/Dissing» (al Mann fino al 20 settembre) e porta alla luce, come reperti la collezione privata di abiti e oggetti vintage di Antonio Caravano. Ieri sera una cascata di colori è emersa da panel e plinti neri in un ambiente inaspettato in un’esposizione che ha visto incedere dallo scalone dell’atrio modelli alternati a ipertatuati e persone comuni selezionate in strada, espressione dei tratti somatici del Sud, per unire i canoni contemporanei a quelli passati. Dieci abiti, ceramiche di Rosenthal, poltrone Vanitas, accessori che dialogano con l’archeologia e il tributo alla maison con le camicie di seta stampata scomposte, la prossima stagione, in composizioni remix.
 


Tendenza che ha ispirato anche la scelta della musica della serata di Lunare Project in un mix fino al ‘97 e soprattutto l’inedito «Yo soy la moda», proiettato su tre schermi scomposti, di Grazia Raimo dei Safylle, Pippo Cyborg-Dub Master e il rapper napo-dominicano Marvin Florian, detto El Koyote: dissing virtuoso in chiave musicale in continuità con il concept della mostra. Dopo filari di manichini, con accanto l’equivalente artistico, costeggiati dagli acquerelli di Bruno Gianesi e Manuela Brambatti, i designer cari a Gianni Versace, isolata sullo sfondo si scorge la corta tunica in oroton o metalmesh, materiale inventato dallo stilista ispirato alle cotte dei pancerni e ai guanti degli ostricari: maglia metallica snodata con le sembianze di seta dorata che segnò l’innovazione dopo gli abiti in tasselli metallici di Paco Rabanne. Il percorso continua con i ritratti di Naomi Campbell, Linda Evangelista e Gianni Versace di Ilian Rachov e Marco Abamondi e foto su tela di Edoardo Tranchese. Nel giardino antistante una scultura in stile optical che ritrae Versace del brasiliano Marcos Marin, uno dei tre ritrattisti ufficiali della famiglia Ranieri (da Grace Kelly ad Alberto di Monaco).
 
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