A Capodimonte i depositi in mostra
Il backstage dell'inaugurazione

A Capodimonte i depositi in mostra Il backstage dell'inaugurazione
di Rossella Grasso
Giovedì 20 Dicembre 2018, 12:02
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A Capodimonte si lavora sodo per tirare fuori dai depositi le 1220 opere che dal 21 dicembre saranno in mostra per «Storie ancora da scrivere». Entrare i quei sottrranei pieni di oggetti preziosi è un'emozione grandissima. Nel video di Carmine Romano si può assaggiare questa sensazione unica nel suo genere, tra stanze, restauri e opere che vedono la luce per la prima volta dopo tanto tempo. Nell’immaginario collettivo i depositi sono universi chiusi, sotterranei polverosi, custodi impenetrabili di tesori nascosti e ignorati, spesso associati al mito e al mistero. Si originano dalle scelte fatte dagli uomini, identificano un’epoca e, attraverso la selezione delle opere, rendono possibile rintracciare un gusto, una ragione storico artistica, una esigenza conservativa.
 

Nonostante la vastità dello spazio espositivo - 15.000 mq organizzati in 126 sale - anche il Museo di Capodimonte conserva parte della sua collezione in cinque depositi medi e grandi che conservano opere di ogni tipo, importanti, con attribuzione incerta, in condizioni conservative precarie. Tra queste vi sono, ad esempio, la collezione di oggetti esotici del Capitano James Cook donati da Lord Hamilton a Ferdinando IV di Borbone e i numerosi serviti da tavola in porcellana di Meissen, di Berlino, della Manifattura Richard Ginori, impossibili da esporre per la loro vastità, che testimoniano la necessità della corte sabauda, a ridosso dell'Unità d'Italia, di dotare le nuove residenze e sedi della corte in Italia di adeguati corredi da tavola.

Nel corso degli anni, dai depositi, è stata ricostruita la collezione di oggetti rari di provenienza Farnese attualmente nella Wunderkammer del Museo e la collezione del cardinale Stefano Borgia suddivisa in tre sezioni – il Museo Sacro, l'Arabo Cufico e l'Indico – dopo lunghissimi lavori di ricognizione sull’antico inventario. La mostra Depositi di Capodimonte. Storie ancora da scrivere (21 dicembre 2018 - 15 maggio 2019), organizzata dal Museo insieme alla casa editrice Electa, è il secondo capitolo di una trilogia di esposizioni che sfida il principio costitutivo del museo, proponendolo non più come entità statica e immobile, presunta lezione magistrale, ma come luogo di libertà, di creatività, di potenziale espressivo. 

In questa mostra saranno esposte 1220 opere tra dipinti, statue, arazzi, porcellane, armi, e oggetti di arti decorative provenienti unicamente dai cinque depositi di Capodimonte - Palazzotto, Deposito 131, Deposito 85, Farnesiano e GDS (Gabinetto dei Disegni e delle Stampe) - per raccontarne il ruolo e la storia tra scelte imposte dai dettami del gusto, dalla natura della collezione del museo o dallo stato conservativo delle opere.
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