«Amore senza lividi. Storie di guerriere senza paura» alla Feltrinelli di Napoli

«Amore senza lividi. Storie di guerriere senza paura» alla Feltrinelli di Napoli
di Valentina Bonavolontà
Martedì 8 Marzo 2022, 15:50 - Ultimo agg. 26 Marzo, 05:51
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Alla vigilia della Giornata Internazionale della Donna alla Feltrinelli di Napoli è stato presentato Amore senza lividi, una raccolta di nove storie, narrate dalla penna di Chiara Nocchetti e Benedetta De Nicola, vere e proprie testimonianze di donne che ce l’hanno fatta. 

Donne dal passato burrascoso che per anni hanno subito vessazioni psicologiche e fisiche ma che, a seguito di un percorso di fuoriuscita dalla violenza, hanno finalmente ripreso in mano la loro vita. Storie che non fanno perdere la speranza. Storie che lanciano un messaggio di positività e un grido di rinascita: dalla violenza si può uscire! È questo ancora il tempo in cui, insieme, si intervenga affinché si affermi una cultura del rispetto, della non violenza, della parità, del riconoscimento e della valorizzazione delle differenze.

Edito da Edizioni San Gennaro (collana Le pietre scartate), marchio editoriale della Fondazione di Comunità San Gennaro onlus, nascono dalla volontà di Padre Antonio Loffredo e dei giovani del Rione Sanità, il libro è una raccolta di nove testimonianze di donne che hanno avuto il coraggio di opporsi ad una condizione di violenza domestica.

Curato dall’avvocatessa Manuela Palombi che collabora con l’Associazione “Forti Guerriere” e con i Centri antiviolenza dove sono state prese in carico le donne che hanno offerto la loro testimonianza, (“L’eco di Franca” di Somma Vesuviana e il Centro antiviolenza “Eirene” di Torre Annunziata, gestito dal Consorzio Proodos)“Amore senza lividi”, la cui prefazione è stata elaborata da Sabrina Ferilli, raccoglie anche i contributi di Valentina Maisto, Sostituto Procuratore della Procura di Napoli e di Raffaella Ruocco, Welfare Manager del Consorzio Proodos.

L’associazione “Forti Guerriere” opera a Napoli, nel rione Sanità.

L’associazione è nata dopo la morte di Fortuna Bellisario, che ha avuto luogo nel 2019, per mano del marito.  Le “Forti Guerriere” sono nate per darle giustizia. La loro protesta, testarda e determinata, ha portato alla condanna del marito di Fortuna a 30 anni per omicidio preterintenzionale.

L’associazione funziona così: le associate del quartiere (mamme, casalinghe, impiegate) fanno da antenne sul territorio, raccolgono le segnalazioni di maltrattamenti e poi se ne discute insieme alle altre associate.  Le donne vengono supportate per fare la denuncia e ricevono adeguata consulenza legale e psicologica. Le associate possono anche costituirsi come parte civile ai processi per non lasciare sole le vittime in tribunale. Le associate, che si definiscono “guerriere”, sono soprattutto un gruppo di amiche che si supportano a vicenda, per combattere la solitudine, per darsi coraggio così da ricostruire la propria vita.

Lo spiegano le donne venute a raccontare la propria storia davanti ad un microfono e ad una sala piena ieri sera. Ringraziano commosse chi ha creduto in loro e ha dato loro la possibilità di trovare il coraggio di uscire da situazioni familiari tossiche e violente.

«Io ero la roccia e lui era acqua. Lui era giovane, io ero giovanissima. Come ci si innamora a sedici anni, maledizione, io questo nemmeno ve lo so spiegare. Adesso, ora che la roccia è bucata, so riconoscere i primi segni dell’erosione. All’epoca no, li confondevo con l’amore».

«Possiamo essere arco per frecce» – dice Chiara Nocchetti - «Amore senza lividi vuole essere un monito per le donne che continuano a vivere nelle stesse condizioni: dalla violenza si può uscire, bisogna solo chiedere aiuto. Non si tratta della narrazione pietistica del dolore. Io ho provato a mettere la mia penna al servizio di queste storie, a farmi piccola piccola, a dire quello che gli altri sanno ma non sanno dire».

«La mia battaglia al contrasto della violenza di genere è iniziata quando questo fenomeno, pur se già fortemente di uso, non aveva la risonanza mediatica e l’attenzione di cui, giustamente e fortunatamente, gode oggi.»– spiega Manuela Palombi, avvocato penalista del Foro di Napoli e curatrice del libro- «Già allora, però, si avvertivano i primi campanelli d’allarme; infatti, i numeri relativi ai femminicidi crescevano in maniera esponenziale e, di pari passo, le prese in carico nei centri antiviolenza. È proprio grazie alla rete e alla collaborazione con altre figure professionali presenti all’interno dei centri antiviolenza e dell’associazione che ho compreso e percepito quanto fosse importante essere al anco delle donne, aiutarle nel loro percorso e incoraggiarle ad andare avanti.»

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