«Andy is back», la mostra di Warhol al PAN di Napoli

«Andy is back», la mostra di Warhol al PAN di Napoli
di Valentina Bonavolontà
Venerdì 15 Aprile 2022, 22:21
4 Minuti di Lettura

«Prendere l'esterno e metterlo all'interno o prendere l'interno e metterlo all'esterno, portarsi a casa gli oggetti quotidiani». Questa è la pop art per Andy Warhol, che torna a Napoli con una mostra di opere rare e inedite. Oltre 130, mai o raramente esposte al pubblico, tutte provenienti da collezioni private, compongono l’ampio repertorio di "Andy is back", la mostra antologica dedicata al rivoluzionario artista, al PAN Palazzo delle Arti di Napoli dal 16 aprile al 31 luglio 2022.

La mostra, prodotta da Navigare srl, curata da Edoardo Falcioni per Art Motors e patrocinata dal Comune di Napoli, mira a ripercorrere la storia artistica e personale del maestro della Pop Art, da quando lo sconosciuto ventenne Andrew Warhola arriva a New York da Pittsburgh nel 1949, a quando, divenuto Andy Warhol, l’amata, ammirata, discussa e criticata celebrità, muore nel 1987 per complicazioni post operatorie.

«Abbaimo voluto ricostruire Warhol uomo e artista e ricostruire tutti i campi nei quali l'artista si è cimentato e nei quali ha stravolto la storia dell'arte. Si parte dalle icone storiche, proseguendo tra vari ambiti. la musica e la moda, giungendo poi ad un omaggio alla città di Napoli, con il Vesuvio, le icone dei suoi amici napoletani e infine una sala sarà dedicata intermanete a "Il Mattino", con la cover che egli serigrafò "Fate presto"» - spiega il curatore della mostra Edoardo Falcioni. 

L’esposizione allestita al PAN esibisce l’intero universo di Warhol, l’artista oggi più quotato al mondo: l’arte, la grafica, le frequentazioni mondane dello star system e quelle dei bassifondi, la musica, l’editoria, la moda, la fotografia, il cinema, rappresentati da serigrafie, litografie, disegni, fotografie, acetati, riviste e vinili, oggetti di culto autografati ed edizioni speciali, ritratti e autoritratti.

Accanto al volto di Marilyn Monroe, di Mao e di Liz Taylor compaiono icone dei consumi di massa, come la Campbell’s Soup o il detersivo Brillo, ma anche oggetti di culto firmati da Warhol: la chitarra e il cappello di Michael Jackson, il vinile di debutto dei Velvet Undeground & Nico con la banana in copertina e il leggendario LP Sticky Fingers dei Rolling Stones.

L’ampia galleria di memorabilia è veramente tutta da scoprire: tra i numerosi pezzi d’autore, anche la stampa serigrafica della t-shirt di Keith Haring autografata da Warhol, la banconota da 10mila lire firmata insieme l’artista tedesco Joseph Beuys, le foto in polaroid, la serie Ladies and Gentlemen, diversi numeri della rivista mensile Interview fondata da Warhol, con le sue interviste e fotografie a celebrità degli anni ’70 e ’80, e molto altro.

Video

A caratterizzare la mostra al PAN, è anche la ricostruzione fedele e dettagliata, in dimensioni reali, della Silver Factory, il laboratorio che Warhol creò a New York negli anni ’60, vera fucina di idee e sperimentazioni, crocevia di talenti e di personaggi dello spettacolo. Sono gli anni in cui l’eclettico Warhol è diventato un businessman, abile uomo d’affari, catalizzatore di nuove energie e spinte avanguardistiche in una America che sta conoscendo a pieno i fenomeni dei consumi e della comunicazione di massa.

«La mostra nasce dalla volontà di riportare questo grande artista a Napoli. Cerchiamo di partire di nuovo con una importante offerta culturale, questa volta in una normalità di vita» - dice il produttore esecutivo della mostra Salvatore Lacagnina

Andy is back segna quindi un ritorno di Warhol a Napoli, città che ebbe modo di conoscere e amare nel decennio ’70 -’80. In una speciale sezione editoriale, con la partecipazione del quotidiano Il Mattino per i suoi 130 anni, la mostra sviluppa anche un racconto inedito di Warhol attraverso articoli di cronaca e fotografie dell’archivio privato di Fabio Donato realizzati durante i soggiorni in città dell’artista americano, all’epoca coinvolto dal gallerista Lucio Amelio nel progetto Terrae Motus. Nella stessa sezione sarà esposta, per la prima volta al pubblico, parte del prezioso archivio storico del quotidiano, inclusa l’indimenticabile prima pagina del 26 novembre 1980 "FATE PRESTO" pubblicata tre giorni dopo il devastante terremoto dell’Irpinia e intitolata Fate Presto, che ispirò Warhol nella realizzazione di un enorme trittico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA