Un avvocato può difendere un cliente reo confesso da innocente? Il webinar del sindacato forense

Un avvocato può difendere un cliente reo confesso da innocente? Il webinar del sindacato forense
di Nunzia Marciano
Domenica 13 Marzo 2022, 20:42
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L'Avvocato può difendere chi sa colpevole sostenendone l'innocenza? È questo il titolo, parecchio provocatorio, del webinar organizzato dal Sindacato Forense di Salerno e in programma Lunedì 14 Marzo. Una domanda che in tempi di incertezze con lungaggini giudiziarie non da poco e i tribunali sempre nell’occhio del ciclone, fa di certo riflettere, anche i non addetti ai lavori, che magari, dal di fuori di quelle aule, quella domanda se la sono anche posta, pur avendo poca dimestichezza con un concetto tanto fondamentale quanto controverso nelle sedi del processo penale: la verità.

A spiegare il perché di titolo e convegno è Michele Di lesu, avvocato del Foro di Lagonegro e Docente di diritto penale amministrativo all’Università Telematica Pegaso: «Quello scelto è un titolo provocatorio - chiarisce subito - ma da esso partiremo per dare più visioni prospettiche, poliformi dei protagonisti del processo penale: la difesa, la pubblica accusa e il giudice».

Ma come si arriva alla verità?
«È accertato che quando l’esperienza giuridica presenta una moltitudine di norme, dottrine posizioni giuridiche, qualsiasi critica risulterebbe inefficace, ecco che risulta necessario a questo punto rifarci a quei principi risalenti che costituiscono la base del diritto in occidente e alla carta costituzionale.

Saranno le norme costituzionali in tema di giurisdizione penale, infatti, a farci da guida nella ricostruzione della verità: possiamo dire che alla verità non in senso assoluto, si giunge nell’ambito della giurisdizione penale, in un pubblico contraddittorio tra accusa e difesa».

Ma a quale verità?
«Può sembrare strano a chi non è del mestiere, ma dal processo penale la verità non è quella in senso assoluto, ma quella a cui si arriva attuando il modello garantista previsto dalla regole del codice di procedura penale e dalla carta costituzionale ossia: non c’è pena, senza giudizio; non c’è giudizio senza accusa; non c’è accusa senza prova; non c’è prova senza difesa. Questi quattro assiomi sono quelli del processo garantista».

Ma il processo penale porta ad una verità?
«Verità storica? Forse. Processuale? Sempre. Ma non sempre esse coincidono».

In che termini allora è utile il processo penale?
«Pensare di poter giungere alla verità storica è un’ingenuità. C’è la verità della pubblica accusa: se ti incolpo, ho l’onere di provare che il fatto di cui ti accuso rientri in una fattispecie di reato; la difesa proporrà la “sua” verità  confutando  la tesi/ verità del pm, introducendo fonti di prova che appunto, contrastano la “verità” del pm; a questo punto il giudice dovrà delibare su quanto introdotto e prodotto in contraddittorio nel processo dalle parti, secondo le regole processuali appunto, propendendo per una tesi (verità) piuttosto che un’altra. Unico limite che il giudice ha: la motivazione. Nel senso che nel propendere per una tesi piuttosto che un’altra, il giudice dovrà “spiegare” secondo le regole prima menzionate e secondo una ricostruzione logica il perché di quella decisione. Il risultato sarà la verità. Ma quale verità? Quella in senso assoluto? Direi di no.  Verità processuale certamente, che però sarà sempre approssimativa. La verità in senso assoluto la conosce solo Dio». 

Ma veniamo a quella domanda del titolo, quella che ipotizza un avvocato, un cliente reo confesso e la possibilità di difenderlo da innocente. In poche parole, si può fare? 
«Allora, chiariamo: se una persona si reca da un legale e perché vuole essere difeso. La difesa tecnica è prevista nella nostra costituzione e nel nostro codice di procedura penale. Non è possibile celebrare un processo in Italia, senza un avvocato. Una confessione di solito, viene rilasciata dal reo all’autorità giudiziaria e non all’avvocato. Quello che a noi interessa è conoscere quali comportamenti assumere dal punto di vista della difesa, e quindi deontologicamente parlando, allorquando il cliente “confessa” presso lo studio del legale di fiducia. In disparte quindi, dalla difesa in senso tecnico da assumere sin dalle prime battute del procedimento penale, la cosa importante è l’aspetto deontologico per non commettere illeciti disciplinari o peggio ancora, reati da parte del difensore e come possa la difesa contribuire comunque al raggiungimento della verità. Chiariamo subito una cosa: lo sviluppo della tesi difensiva non potrà mai essere contraria alla volontà del cliente, e soprattutto dovrà sfociare in una tesi credibile naturalisticamente parlando, logica e giuridicamente valida andando così a confutare le investigazioni raccolte dal Pubblico ministero.Quanto tutto questo combaci con la verità in senso assoluto? La risposta non potrà  essere netta. Certamente tanto, tantissimo con la verità processuale». 
Oggetto del convegno quindi, sarà discettare sulle visioni dei protagonisti del processo penale, discutere dei limiti deontologici e legali delle parti, includendo anche quella del giudice che è nella vicenda penale “super partes”  se ci sono, e quali, e quanto questi limiti combacino o stridano con la verità. Saranno quindi le parti processuali che con il rispetto delle regole processuali daranno vita al “fair hearing” ossia processo equo che forse darà come risultato la tanto agognata verità: «Ecco, di tutto questo ne discuteremo nel nostro provocatorio webinar: concludo nel dire che forse se ci fosse più collaborazione tra le parti, i giudici avrebbero vita più facile nell’emettere sentenze quanto più vicine alla verità e i processi forse, non durerebbero anni, con buona pace di cittadini e del servizio giustizia».

Al webinar prenderanno parte: Silverio Sica, Ppresidente Consiglio del Ordine degli Avvocati di Salerno; Francesca Di Renna, Segretario ANF Sindacato forense di Salerno; Raffaele Carfora, Responsabile Scuola Formazione territoriale Camera Penale Santa Maria Capua Vetere; Saverio Vignola, Presidente ANF Salerno; Pasquale Materi, Presidente Sezione Penale Corte di Appello di Potenza; Luigi Levita, Sostituto Procuratore Militare Napoli.

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