Dalla Biennale di Venezia a Miami passando per Capri: Viale in mostra ad Art Miami con la Liquid Art System

Dalla Biennale di Venezia a Miami passando per Capri: Viale in mostra ad Art Miami con la Liquid Art System
di AnnaChiara Della Corte
Lunedì 2 Dicembre 2019, 22:30 - Ultimo agg. 22:38
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Fabio Viale, tra gli artisti scelti per l’ultima edizione della Biennale di Venezia, da poco conclusasi, tocca le corde dell’iperrealtà  scolpendo in marmo pneumatici per fuoristrada, bricole in legno,  busti tatuati, opere di richiamo classico e rinascimentale, dalle Veneri ellenistiche alle dee di Canova, reinterpretate in chiave contemporanea.
In mostra per la prima volta a Capri la scorsa estate presso gli spazi espositivi di Liquid Art System ( il circuito di gallerie di Franco Senesi, che lo aveva già scelto per una personale a Londra da Senesi Contemporanea), Viale vola ad Art Miami per un progetto dedicato al figurativo italiano in compagnia di altri autorevoli nomi, tra cui Ferri, Arrivabene, Meggiato, Quaresima e Anfuso.
 
 


Ammirando le sue opere si evince subito  un intenso lavoro atto a trasformare il marmo, rendendolo duttile, morbido, plastico.  Le creazioni di Viale sono frutto di un incredibile maestria e di un evidente virtuosismo tecnico. Un illusionismo materico che  dà vita ad una vera e propria metamorfosi:   momento fondamentale nella creazione della quarta dimensione che immediatamente  genera trascendenza rispetto alla realtà in cui viviamo. “ L’incanto dello spettatore funge da esca per lo stupore. Questo meccanismo sfocia nel Bello, valore che la contemporaneità ha sempre cercato di “combattere”, a favore di una poetica che mira solo ai contenuti. Seguendo questa via, si finisce però in una latente desertificazione del mondo dell’Arte. " Precisa l’artista.
Il rapporto col passato: a tratti ironico, provocatorio, dissacrante, mai referenziale. I lavori di Viale hanno un potere destabilizzante: vanno oltre il concetto di fruizione che abitualmente attribuiamo alle sculture, giocano sui contrasti. La stessa idea di bellezza, ed i suoi canoni estetici, sembrano messi in discussione, contemporaneizzati. Sculture quindi che guardano al passato ma sono figlie dei nostri tempi.
" Tanto nel passato quanto nel presente esistono immagini che, divenute icone del loro tempo, hanno dato vita a tutta una simbologia ad esse connessa. Tuttavia, le dinamiche che portano alla creazione di queste opere sono misteriose perché instabili, dal confine sottile e labile. Non è infatti in base al Bello, nel senso estetico del termine, che si può giudicare se un’opera passerà alla storia o se verrà guardata in modo indifferente, e dimenticata per sempre. 
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I tatuaggi con cui Viale impreziosisce le sue sculture non hanno un ruolo decorativo, anzi. “Derivano e rappresentano il mondo criminale, il polo estremo che convive con tutti, più o meno innocenti.”
L’artista ha affrontato grandi temi di carattere politico, come quello dei migranti, misurandosi con uno tra i più straordinari capolavori scultorei , la Pietà di Michelangelo.
“La Pietà è un pilastro visivo della tradizione italiana e più genericamente occidentale. Nella mia versione, il Cristo è sottratto al dolore della madre, perché sostituito da una figura profana, Lucky Hei, profugo nigeriano che a differenza del Cristo morto, è ancora qui che sopravvive. "
La ricerca di Viale sembra essere animata da una continua tensione volta a superare i limiti dell’oggetto che raffigura. Sperimentando le leggi della meccanica, della chimica e della fisica , espande la materia, la incide, crea pieni e vuoti, percorsi interni e  subliminali, una temporalità allargata e rivestita di nuovi significati.
“Ho sempre visto il materiale con cui lavoro come ricco di limiti. Molti anni fa, realizzai una barca di marmo bianco, in grado di galleggiare, navigare e non solo. Scoprii che era in grado di trasportare persone: "Ahgalla" (2002) mi fece capire non soltanto che il marmo è in grado di galleggiare, ma che è possibile andare oltre i preconcetti che abbiamo delle cose. 
Credo che uno degli scopi dell’Arte sia questo: far conoscere all’inventore, all’artista e anche allo spettatore la dualità di un elemento, la sua immagine e la sua scoperta.”
 
 
 
 
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