«Eretiche e solidali», le opere di Felix Policastro e Paolo May in mostra a Ischia

Jeff Bezos Bambino (Felix Policastro)
Jeff Bezos Bambino (Felix Policastro)
di Ciro Cenatiempo
Sabato 7 Dicembre 2019, 14:22
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Eretici e solidali, si sdoppiano, si decostruiscono e ricompongono alla luce della creatività, con un escamotage narrativo dettato dall’atmosfera natalizia. Tornano a esporre all’Atelier delle dolcezze di Piazza degli Eroi a Ischia Porto – vernissage oggi alle 18 - due importanti artisti del panorama italiano, Felix Policastro e Paolo May, ospiti di Giovannangelo De Angelis, ideatore e presidente del Pida, Premio di internazionale di architettura che si svolge nell’isola verde con cadenza biennale. Si dividono gli spazi nella centralissima agorà ischitana, il primo all’interno dei locali, il secondo all’esterno, con installazioni materiche e due titoli che hanno in comune la condizione sociale dei nostri giorni: «Svagati» per Felix Policastro, «Eterni e leggeri» per Paolo May. Durante la serata, com’è ormai tradizione dell’Atelier, sarà servito un nuovo gusto di gelato miscelato dagli artisti e abbinato a una cioccolata calda: un gusto speciale che caratterizzerà solo le serate dalla mostra che si concluderà il 7 gennaio.

«L’atto d’arte – spiega Policastro - è lo status cui ogni artista aspira, nel tentativo di ritrovarsi nella purezza incondizionata del senso sublime dell’arte. Non ci sono mediazioni, né compromessi da contare: è, e deve essere, solo l’artista a elevarsi nella spazialità del luogo. La discrezione, assieme al tentato rapporto intellettuale appunto con il luogo, determinano la condizione, quasi inalterata, del luogo stesso; è come se l’artista tessesse una linea sottile tra ciò che quel sito era e ciò che diverrà, raccontandone la spiritualità. Ed è proprio la spiritualità del luogo a diventare la vera opera d’arte, il suo trasfigurarsi, che ci trasmetterà la vera essenza».

Va ricordato che Felix Policastro, nato a Ciudad Bolivar in Venezuela, è celebre per il suo “abbecedario visivo”, immagini e personaggi che animano gli scenari delle sue opere: pittoriche, scultoree, delle installazioni e ambientazioni d’arte. Ha partecipato a “Mundus Vivendi” esponendo alla Triennale di Milano, alla Poltrona Frau di Miami, e alla National Hall di Londra, mentre nel 2011, invitato da Vittorio Sgarbi, è stato protagonista alla 54.ma Biennale di Venezia. «Ho la fortuna di fare per mestiere – sottolinea Paolo May, napoletano trasferitosi a Ischia - quello che volentieri farei per piacere: coltivare la terra, modellarla, scolpire, colorare, scrivere, andar per mare in canoa o in windsurf, insegnare e viaggiare per piacere e per lavoro, oggi prevalentemente in Perù, ieri Africa e Russia. In Burundi sono di casa, nella scuola di arte della antica capitale, Gitega, ho fatto diverse lezioni di colore e smalto, certamente ho imparato più di quanto abbia insegnato. Ho qualche mio lavoro in USA, soprattutto a Filadelfia, dove ho esposto. Un mio pezzo, il ritratto della poetessa Anna Akmatova si trova al Museo Russo di San Pietroburgo e una scultura in ferro di 20 metri quadrati è all'Accademia di Architettura Landscape di Mosca».
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