«Giovanni Capurro. L’eredità, l’antologia», un docufilm realizzato dall’associazione Giano Bifronte

«Giovanni Capurro. L’eredità, l’antologia», un docufilm realizzato dall’associazione Giano Bifronte
Lunedì 12 Aprile 2021, 10:29
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L’associazione Giano Bifronte ha coinvolto esperti, musicisti, performer, dj, appassionati del linguaggio e della poetica di Capurro per realizzare lo straordinario documento “Giovanni Capurro. L’eredità, l’antologia”, che sarà trasmesso in anteprima in una diretta Facebook sui canali dell’associazione venerdì 23 aprile alle 20.30. Poi, inizierà il tour di proiezione del lavoro nell’ambito di festival tematici italiani ed Europei.

«Aver realizzato questo progetto ci inorgoglisce – dichiara Paolo Nappi dell’associazione Giano Bifronte –, perché vogliamo regalare alle nuove generazioni un tesoro prezioso e raro quale è quello di Capurro. Un cristallino autore e poeta.  Credo sia imprescindibile che i più giovani abbiano coscienza delle radici creative che diventano la nostra cultura contemporanea». 

Giovanni Capurro è l’essenza del patrimonio culturale napoletano. Poesia, canzone, storie, novelle. Lo è nel suo modo di intendere la vita, con leggerezza, senza farsi mai trascinare nell’abisso dalle proprie miserie. Quasi un vademecum introspettivo, quello dell’istrionico e geniale poeta, autore – fra le altre composizioni - della celeberrima ‘O sole mio, e di Lilì Kangy – testimonianza di una Napoli povera ma fiera – o del ritratto metropolitano Totonno ‘e Quagliarella. Naturalmente sono decine, i memorabili brani da lui firmati che una schiera infinita di cantanti ha interpretato in oltre un secolo di spettacoli, album, recital. Con i suoi versi, Capurro cattura e illumina continue fotografie della Napoli dell’Ottocento/Novecento, proprio a partire da suggestioni urbane che nel tempo hanno ispirato pure il suo “figlioccio” d’arte, Raffaele Viviani. È da queste intuizioni che durante il 2020, anno del centenario dalla sua morte, l’associazione Giano Bifronte ha ideato un docufilm intitolato “Giovanni Capurro. L’eredità, l’antologia”, curato nella regia di Fabiana Fazio e realizzato con il sostegno della Regione Campania. 

L’approfondimento d’autore è stato fatto dagli studiosi Ciro Daniele e Antonio Raspaolo, raccogliendo memorabilia dell’artista sia grazie ad archivi privati che per gentile concessione della Fondazione Bideri. Numerosi, altrettanti, sono i contributi artistici girati ad hoc: il trio Suonno d’Ajere ha interpretato le canzoni Ammore che gira e ‘A vongola.

Lo scrittore e performer Gianni Valentino ha recitato le poesie Sfratto ‘e casa e Scunferenza. Luigi Scialdone ha eseguito col suo mandolino l’iconica ‘O sole mio.

Nel docufilm “Giovanni Capurro. L’eredità, l’antologia” c’è anche il dj-producer Uncino che ha creato un mashup, tratto dal progetto Neapolitan Classic Beat Making, un’immersione nel battito e nel groove di Partenope, la cui fonte oscilla dall’Ottocento ai giorni nostri.  

Neapolitan Classic Beat Making è un altro progetto che si muove nella stessa direzione e con le stesse intenzioni del docufilm dedicato a Capurro: «fare ascoltare alle giovani generazioni quei capolavori della musica napoletana che, in epoca di streaming feroce, consumo inconsapevole attraverso le piattaforme, utilizzo cieco del patrimonio culturale, fa scivolare nel dimenticatoio tante perle composte in due secoli di canzoni», come spiega Paolo Nappi, che sempre con l’associazione Giano Bifronte, ha setacciato il roster urbano del golfo sino ad assoldare una compagine all star, in collaborazione con Ammontone Production.

Su etichetta Sponda Sud arriva, così, su tutte le piattaforme “Neapolitan Classic Beat Making”, un’antologia in cui si ritrovano “’O mese de’ rrose” di Bonavolontà/Manlio elaborata da BOP e “Voce ‘e notte” di Nicolardi/De Curtis trattata da Tonico 70. Nel mezzo, compaiono “Marenarella” in una versione proposta da D-Ross, “Acquaiola ‘e Margellina” rielaborata da OLuWong, “‘A sirena” per mano di Dj Uncino, “Lusingame” della dj producer Rossella Essence ” e “‘O sole mio” reinterpretata da Speaker Cenzou, canzone originale di Capurro-Di Capua. Una full immersion vorticosa e spumeggiante nella canzone classica napoletana, che può e deve suonare contemporanea.

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