«Il lavoro non ti ama», con la giornalista statunitense Sarah Jaffe la presentazione del libro a Scampia

L'incontro nella sala consiliare della municipalità

«Il lavoro non ti ama», con la giornalista statunitense Sarah Jaffe la presentazione del libro a Scampia
di Giovanni Chianelli
Giovedì 12 Gennaio 2023, 11:05
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«Fa’ ciò che ami, e non lavorerai nemmeno un giorno in vita tua». Bello, vero? Come suona bene questo slogan, simile a quelli che parlano di talenti e del sentirsi parte di una squadra – o meglio, di una famiglia – quando si lavora. C’è chi una retorica del genere la mette in discussione, individuando in un idillio simile i presupposti di un nuovo tipo di sfruttamento: si chiama Sarah Jaffe, è una giornalista americana che viene dalle fila della sinistra e ha scritto “Il lavoro non ti ama” (Minimum Fax); il volume viene presentato venerdì 13 gennaio a Napoli, alle 17 nella sala consiliare della municipalità di Scampia; l’evento, dal titolo “Donne e lavoro tra Italia e Usa”, è organizzato dall’VIII municipalità di Napoli, Minimum Fax e il Coordinamento Femminista Nazionale “La Città delle Donne”.

Dopo i saluti di Nicola Nardella, presidente dell’VIII municipalità, e l’introduzione di Melinda Di Matteo, rappresentante di “La Città delle Donne”, l’autrice dialoga con la ricercatrice giuslavorista Sofia Gualandi. Seguono gli interventi di Rosario Andreozzi, Patrizia Mincione, Maria De Marco, Patrizia Palumbo, Chiara Rea; modera la giornalista Monica Di Sisto.

Il testo ha un sottotitolo: “O di come la devozione per il nostro lavoro ci rende esausti, sfruttati e soli”. È un’inchiesta che combina storie di vita vissuta e riferimenti al femminismo e al sindacalismo statunitense, per denunciare la truffa sottesa al lavoro fatto per amore sotto cui si cela una vera tirannia, secondo l’autrice. «La beffa più grande del capitale è stata convincerci che il lavoro sia il nostro più grande amore», scrive. «Liberare l’amore dal lavoro, allora, è la chiave per ricostruire il mondo».

Così Jaffe aiuta il lettore a dare un nome e una ragione al groviglio di inquietudine, frustrazione e senso di colpa che fa da basso continuo alle giornate lavorative, intrecciando le singole storie di lavoratrici e lavoratori a un’analisi della storia recente.

Guidata da Marx e Silvia Federici, Mark Fisher e bell hooks (si scrive così, con le iniziali basse), Guy Standing, Selma James e molti altri, Jaffe sostiene che il neoliberismo è anche un progetto di manipolazione delle emozioni, ma destinato a crollare.

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