«La festa della Ricerca», ciclo d'incontri a Napoli

«La festa della Ricerca», ciclo d'incontri a Napoli
Giovedì 23 Gennaio 2020, 16:02
4 Minuti di Lettura
Un ciclo di incontri di divulgazione della ricerca scientifica in ambito umanistico; 5 giovani studiosi terranno degli incontri attorno al tema dei rinvenimenti di biblioteca e d’archivio, ovvero tutte quelle rarità che gli autori abbiano rintracciato e pubblicato in sede scientifica (monografia; saggio in volume/rivista; tesi di laurea) che abbiano gli archivi e le biblioteche solo come strumento ma come fine di una ricerca: opuscoli, giornali, corrispondenza, documenti, manoscritti, materiali grafici o notazione musicale che siano. Gli studiosi radunati saranno capaci di raccontare ad un pubblico non specializzato la bellezza e i metodi del rinvenimento di materiali e della loro condivisione. Gli incontri si svolgeranno nella Chiesa di S. Luciella ai Librai, tra gennaio e maggio 2020, ogni ultimo venerdì del mese, e saranno allietati da una piccola degustazione della tradizione tipica napoletana che crei la dimensione reale e non solo evocativa della festa.

Venerdì 31 gennaio ore 18:00
Gianpasquale Greco: “Né qui vivo…lì nemmeno morto. Lo strano caso della sepoltura secentesca di Giovan Battista Gisleni in S. Maria del Popolo a Roma e del suo “doppio a stampa”.
Abstract: il presente contributo è dedicato alla sepoltura secentesca dell’architetto Giovan Battista Gisleni, nella chiesa romana di Santa Maria del Popolo. La sepoltura, già nota per le sue lugubri suggestioni da una tradizione critica della prima metà del Novecento, ed ultimamente studiata appena nel 2011, è qui riproposta nelle sue associazioni storico-artistiche e filologiche, e per la prima volta connessa ad un opuscolo inedito, appositamente stampato per la fondazione, che ne denota le origini, le decorazioni, le iscrizioni, il significato globale. 

Venerdì 28 febbraio ore 18:00
Dora Caccavale: “Ad altro non si può eguagliare se non al Diluvio”: l’esplosione vesuviana del 1631-32 da Nola ad Otranto, nella lettera di Nicolò Maria Oliva. Abstract: la lettera di Nicolò Maria Oliva all’abate Flavio Ruffo, pubblicata a Napoli nel 1632 è una preziosa testimonianza di una delle peggiori eruzioni vesuviane della modernità. Raccontata con toni giornalistici e con un’evocazione cinematografica, la narrazione mostra la terribilità ed al contempo il fascino del Vesuvio, che quasi si ripropone come un dominus capace di stravolgere le vite e le dinamiche sociali. A metà di una rievocazione pliniana dei fatti del 79 d.C. e un racconto geo-politico, l’autore non manca di riferire come i segni dello sconquasso vesuviano giungessero all’estremo est italiano, fino in Salento. / riferimenti: Dalla tesi di laurea magistrale in Letteratura ArtisticaLe lettere di Mattia Preti a don Antonio Ruffo principe della Scaletta, discussa nell’a.a. 2018/19 con la prof.ssa Rosanna De Gennaro, Università di Napoli Federico II.

Venerdì 27 marzo ore 18:00
Sara Concilio: “Vite d’artiste. “Annella di Massimo”, dalla biografia di Bernardo De Dominici a due opere teatrali dell’Ottocento”. Abstract: tra il 1875 e il 1876 due opere teatrali si ispirano alla già romanzata biografia scritta da Bernardo De Dominici (1743) per mettere in scena la nebulosa vita di Diana De Rosa (1602-1643), detta Annella, allieva di Massimo Stanzione, pittrice napoletana nata e cresciuta in un mondo di artisti. Le notizie biografiche, le gelosie e gli amori della vita di bottega dominano entrambi i drammi, a discapito dell’attività primaria della pittrice, il cui catalogo è tuttora di difficile ricostruzione. Il primo degli autori, Carlo Tito Dalbono (1817-1880), letterato, critico d’arte, appassionato seicentista, nella redazione di diversi cataloghi di mostre napoletane non mancò di trovare parole di curiosità e di incoraggiamento per le donne del suo tempo che si dedicavano alla pittura. Il secondo autore, Michele Cuciniello (1823-1889), si occupò di diversi drammi storici con particolare attenzione a problemi sociali e figure femminili. Ruotano attorno alla stesura e alla diffusione di questi due drammi le questioni sulla ricezione e l’interpretazione del passato e l’interesse della critica per le pittrici, in un momento di delicato passaggio per le artiste, anche a Napoli, dal dilettantismo a uno status professionale riconosciuto. 

Venerdì 24 aprile ore 18:00
Tiziana Del Vecchio: “Teschi, fossili, vulcani et altra mirabilia: i segreti dell’illustrazione scientifica nel Seicento napoletano”.
Abstract: curiosità, conoscenza, occultismo, superstizione, scienze e arti. Questo è l’universo che poteva contenere un libro del Seicento,nel quale la tecnologia di stampa portava finalmente al largo l’uso delle illustrazioni. L’arte grafica, al servizio dei vari ambiti delle nascenti scienze moderne, diviene un palcoscenico di comunicazione del sapere, in cui l’immagine serve sì il testo, ma vi rivaleggia pienamente nel conferire prestigio al libro. Pubblicato in collana editoriale “Il merito di Napoli”, Rogiosi 2019. 

Venerdì 29 maggio h 18:00.
Fausto Minervini: “Domenico Morelli e Parigi: un’occasione mancat”.
Abstract: prossimamente sulle pagine di «Studiolo, la revue d’histoire de l’art de l’Académie de France à Rome» (n. 16, 2019), l'analisi indaga il coinvolgimento di Domenico Morelli nella strategia editoriale attuata da AdolpheGoupil, un aspetto ancora poco indagato della nota collaborazione, negli anni Settanta dell’Ottocento, tra il pittore napoletano e il mercante ed editore francese. Intrecciandosi con otto fotoincisioni conservate presso il Musée Goupil di Bordeaux, le corrispondenze private tra i due, conservate presso la Sezione Manoscritti e Rari della Biblioteca Nazionale di Napoli “Vittorio Emanuele III”, invitano a rivalutare le dinamiche di un progetto editoriale tra Napoli e Parigi in cui subentrarono problematiche di ricezione artistica e intenti di promozione di giovani pittori partenopei sulla scena internazionale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA