La Sacra Conversazione di Witz sabato al Museo di Capodimonte

La Sacra Conversazione di Witz sabato al Museo di Capodimonte
di Cristina Cennamo
Venerdì 23 Marzo 2018, 17:01
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Appuntamento alle 11.30 domani per la presentazione dell'opera «Sacra conversazione» di Konrad Witz nell’ambito de L’Opera si racconta, un ciclo espositivo di mostre-focus con cui il Museo e Real Bosco di Capodimonte intende dar voce a dipinti, sculture e oggetti d’arte presentate al pubblico in relazione con altre opere o documenti in grado di spiegarne il contesto in uno spazio dedicato: la sala 6, al primo piano.

In questa mostra la Sacra Conversazione di Konrad Witz è messa a confronto con due manoscritti della metà del XV secolo provenienti dalla sezione Manoscritti e Rari della Biblioteca nazionale di Napoli: Horae Beatae Mariae Virginis Secundum usum rothomagensis, Heures à l’usage de Rouen, 214 fogli di cui 40 in grandi minature. Horae Beatae Mariae Virginis, Livre d’Heures, 181 fogli di cui 8 in grandi miniature.
La mostra è realizzata in collaborazione con la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele di Napoli e l'associazione Amici di Capodimonte onlus e realizzata con il supporto dell'azienda Tecno srl.

La Sacra Conversazione di Konrad Witz sviluppa un tema iconografico proprio del XV secolo che rappresenta la Madonna con il Bambino Gesù circondati dai santi. Nel dipinto di Witz, si riconoscono la Madonna con il Bambino intenta nella lettura, San Giuseppe che offre la mela simbolo del peccato originale e della redenzione e, tra loro, Santa Caterina in abito blu identificata dalla spada del suo martirio, e Santa Barbara in verde, riconoscibile grazie alla piccola torre. A differenza dell’Annunciazione o dell’Ultima Cena, la Sacra Conversazione non fa riferimento a un evento biblico. Questo dialogo avviene tra personaggi che leggono o meditano appartenenti a epoche differenti: ciò evidenzia come la funzione di mediazione della Madonna fra gli uomini e Dio si svolga al di fuori del tempo. La Sacra Conversazione, infatti, non è un dialogo reale ma un colloquio silenzioso e puramente spirituale, in cui l’atteggiamento dei santi è identico a quello dei fedeli in preghiera dinnanzi all’altare. In ragione di ciò, i pittori fiamminghi scelgono spesso di rappresentare questa scena all’interno di una chiesa di forma contemporanea, come la lunga navata gotica in fuga prospettica dipinta da Witz.

Konrad Witz è stato uno dei maggiori pittori tedeschi attivi nel XV secolo, sebbene di lui oggi non si sappia molto. Probabilmente originario della Germania meridionale e figlio di pittore, si suppone abbia avuto un’educazione artistica in Francia o in Borgogna, cui affiancò lo studio dei grandi maestri fiamminghi. Dal 1434 Witz risulta attivo a Basilea, la città svizzera che, dal Concilio della Chiesa cattolica tenutosi nel 1431, era diventata polo d’attrazione per artisti e intellettuali di diversa provenienza. La pittura di Witz si caratterizza per le figure solide e voluminose riccamente panneggiate, la verosimiglianza delle diverse materie dipinte, l’interesse per le distorsioni ottiche e le fughe prospettiche, la luce intensa e le lunghe ombre. Le sue scene sacre si situano in paesaggi naturali, dipinti con pionieristico realismo, oppure all’interno di maestose chiese, da cui si aprono vivaci scorci sulla città, come si vede nella tavola con Santa Caterina e Maddalena. Attorno alla bottega di Witz, come era usuale, ruotavano un numero imprecisato di allievi e collaboratori, che lavoravano a partire dai modelli del maestro. Tra essi è documentato un certo Hans Witz, al quale alcuni studiosi attribuiscono la tavola di Capodimonte, sebbene non sia possibile stabilire con certezza se si tratti di un familiare o solo di un seguace.

«Tecno - ha spiegato Giovanni Lombardi - è un’azienda che ha sempre legato l’innovazione alla cultura. Siamo un’azienda che pur avendo i suoi mercati di riferimento nel nord Italia ed Europa, ha orgogliosamente il suo cuore operativo a Napoli, e crede fortemente nel rilancio del territorio. Supportiamo il Museo di Capodimonte, che da Napoletani sentiamo orgogliosamente nostro, e l'Opera si racconta è uno splendido progetto che ricorda il nostro legame con territorio e lo splendore di Capodimonte, museo internazionale e tra i primi al mondo. Con orgoglio posso dire che sempre di più gli imprenditori in Italia credono nell'importanza di finanziare il restauro del nostro patrimonio artistico». 
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