«La vita è sogno»: nel segno di Sergio Fedriani, i vincitori del premio e una mostra intitolata alla memoria dell'artista genovese

«La vita è sogno»: nel segno di Sergio Fedriani, i vincitori del premio e una mostra intitolata alla memoria dell'artista genovese
di Donatella Trotta
Mercoledì 20 Aprile 2022, 07:13
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Un formidabile creatore di calembour visivi, e non solo. Ma anche un eclettico e ironico pittore, illustratore, scenografo e umorista genovese, architetto di formazione, illustre esponente della figurazione poetica e surreale: capace, con la sua visionarietà onirica, di raccontare per immagini i propri sogni trasformandoli in segni lievi e fortemente evocativi, di interpretare graficamente la realtà e il suo assurdo anche nelle piccole cose quotidiane o di celebrare con sguardo divertito e sorridente (come nella bella mostra postuma L’amo, la lettura, curata sapientemente dall’amico di sempre Ferruccio Giromini, con il raffinato catalogo edito da Il Canneto 2020) il variegato universo dei lettori, scrittori, editori, librai e critici tra giochi di parole e calembour visivi, in cui l’oggetto-libro si rivela anche una fonte inesauribile di delicate capriole umoristiche chiosate dagli aforismi/didascalie di Giromini. La prematura scomparsa di Sergio Fedriani (1949-2006) non ha fermato la fruizione della sua arte, praticata con bonarietà non esente da un affilato senso critico ― molto genovesi ― annidati nell’aria sorniona e svagata dell’autore, riflessa in certi ritratti fotografici e tanto simile ai suoi omini col cappello, i baffoni e l'immancabile sciarpa svolazzante che si trovano in molte sue opere.

Ed è merito dell’Associazione Culturale Sergio Fedriani, fondata dai familiari e dagli amici subito dopo la scomparsa dell’artista nel 2006, averne coltivato in modo creat(t)ivo la memoria: sia curando la realizzazione di mostre che ne valorizzano l’opera, sparsa fra il resto in numerose testate nazionali alle quali collaborava con i suoi disegni (dall’«Espresso» al «Corriere della Sera», da «Capital» e «Il Sole 24 Ore» a «La Riviera Ligure» e «Il Secolo XIX»); sia attraverso svariate iniziative culturali, tra le quali l’istituzione di un Premio annuale intitolato a Fedriani e rivolto a giovani artisti (nati dopo il primo febbraio 1987) con lo scopo di promuovere e divulgare il valore generale delle attività artistiche, letterarie, culturali e sociali, ma in particolare per segnalare e sostenere l’attività e le personailtà emergenti di giovani creativi residenti in Italia e impegnati nei campi della produzione figurativa fantastica. Giunto alla sua sedicesima edizione, il concorso Sergio Fedriani ha avuto quest’anno come tema “La vita è sogno. I segreti della fiaba”.

Organizzato e promosso dall’Associazione culturale Sergio Fedriani (www.sergiofedriani.com - associazionefedriani@gmail.com) in collaborazione con Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, con i patrocini delle associazioni Autori di Immagini e Illustri, il premio si è concluso dopo lo spoglio e la selezione dei numerosi elaborati inviati da tutta Italia (40 lavori per 32 autori finalisti), esaminati dalla giuria tecnica presieduta dalla curatrice ed esperta di cultura visiva per l’infanzia Paola Vassalli e composta dagli illustratori Roberto Battestini, Gianluca Folì e Enrico Macchiavello, dal Presidente dell’associazione Chiara Fedriani e dai soci Mauro Boyer e Amelia Paccani, con segretario senza diritto di voto Ferruccio Giromini, che hanno così deliberato l’assegnazione dei riconoscimenti: il primo posto (premio in denaro: 1.500 euro) se l’è aggiudicato Marta Trucchi, di Genova, con l’opera densa di riferimenti a Rodari, al fiabesco e alle carte di Propp «Le regole della fiaba» dove, davanti a una scacchiera/libro aperto popolata di pedoni/personaggi di fiabe classiche, si fronteggiano in abiti d’epoca Vladimir Propp e il “favoloso” Gianni Rodari.

Il secondo premio (mille euro) è stato assegnato a Gabriele Sanzo di Vinchio (AT), con l’opera perturbante “La partenza”, in cui tra luci e ombre l’ignoto sembra incombere dietro l’angolo del cammino di un uomo in una nuvola incongrua e sospesa, tra il buio e l’cra di un palazzo. Di gusto più grafico e simbolico invece l’opera della terza classificata, Sara Padovan di Vigevano (PV), che si aggiudica 500 euro con «Il divieto è infranto 2», icastica rappresentazione del peccato originale attraverso una mela in primo piano, sbucciata in modo elicoidale, con la buccia che alla sua estremità si trasforma nel serpente tentatore dell’Eden.

Non solo. Per la qualità degli apporti dei candidati al concorso, la giuria ha inoltre ritenuto di segnalare anche altre tre opere, per la loro assoluta autonomia creativa in coerenza con il tema dato: la fumettistica, elegante “Non puoi venire alla festa, Cenerentola, non hai le scarpe giuste” di Giulia Cellino, da Bologna; l’onirica ed evocativa “Vittoria” di Sara Pelagalli da Castelfiorentino (FI) e infine il grottesco “Il re”, nella figura corpulenta di un porco in vesti sontuose di Isabella Ricchiuti, da Milano. Lavori scelti in quanto ritenuti in sintonia con il dettato del bando 2022 in cui «si fa riferimento, eccezionalmente e giocosamente, alle funzioni insite nella struttura della fiaba di magia evidenziate dagli studi di Vladimir Propp», con opere «libere interpretazioni della ventina di funzioni (tra personaggi e azioni) riassunte dallo scrittore Gianni Rodari nel suo libro Grammatica della fantasia per l’invenzione e il regolamento del gioco “Le Carte di Propp”.

Creazioni di giovani di oggi che rispecchiano la lezione di poesia figurativa e sognante di Fedriani, del quale Emanuele Luzzati, presentandone una mostra personale nel 1993, ebbe a dire: «Ad una prima lettura superficiale la grafica di Fedriani si potrebbe collocare accanto a quella degli Steinberg o dei Folon, ed effettivamente fra i tre c'è una certa parentela.

Mentre Steinberg, però, gioca soprattutto con il tratto e ci sorprende sempre con le sue trovate spesso crudeli, e mentre Folon ci racconta in realtà la storia di un solo personaggio, Fedriani ci porta molto più dolcemente nel suo mondo, le sue battute non sono fulminee come quelle di Steinberg e i suoi personaggi non sono prevedibili come quelli di Folon. Fedriani ci cattura con dolcezza, ci fa entrare nel suo mondo attraverso la poesia e la piacevolezza del colore e solo più tardi ci accorgiamo che i suoi personaggi, le sue trovate, non sono così teneri come sembrano a prima vista e spesso ci lasciano con la bocca amara».

Venerdì 22 aprile, alle ore 18 nella Sala Ducale Spazio Aperto di Palazzo Ducale di Genova, la cerimonia di premiazione, in occasione della quale verrà inaugurata anche la mostra con le opere di Sergio Fedriani, dei premiati e dei segnalati già citati accanto ai finalisti Anna Ariano, Matteo Bertarelli, Maria Chiara Basile, Arianna Boni, Pietro Canepa, Victoria Stella Carrara, Matteo Catto, Flavia Cuddemi, Chiara D’Annunzio, Pasquale Dominelli, Cristian Filippini, Martina Virginia Follador, Serena Garlaschelli, Alessandro Lorusso, Elisa Maggioni, Federica Marabini, Erica Matta, Jessica Morichi, Kalina Muhova, Eleonora Nasato, Gaia Negretto, Sara Notarpietro, Chiara Panzeri, Lucia Scola, Alice Sironi, Valeria Zaramella. L’esposizione, con il suo catalogo, sarà aperta fino al 1° maggio (a ingresso gratuito) da martedì a domenica dalle 16 alle 19, nel rispetto delle regole di sanificazione e distanziamento. Un bell’omaggio alla memoria sempreverde di Sergio Fedriani, che di sé e dei suoi esercizi di stile diceva: «Sono nato a Genova il 10 Agosto 1949. Dopo la laurea in Architettura invece di architettare mi sono dedicato prima al fumetto e poi all'illustrazione. Raccontare per immagini i miei sogni è diventata, quindi, la mia principale occupazione. Ho disegnato illustrazioni per molti giornali e riviste e per libri, manifesti e calendari. L’acquarello è la tecnica che amo di più ma mi affascina anche il segno sottile del pennino che utilizzo per la grafica umoristica e quello nero e vibrante delle incisioni che stampo con il mio torchio a stella. Ho esposto spesso i miei lavori in mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Recentemente ho ritrovato l'antica passione per la progettazione tridimensionale disegnando scenografie ed allestimenti». Che ora echeggiano nei lavori di artisti emergenti.

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