Napoli, la sesta edizione di «Musei della memoria: architetture che raccontano»

Appuntamento a Palazzo Donn'Anna per venerdì 27 gennaio alle 17.30

Un locale della fondazione Ezio De Felice nel Palazzo Donn'Anna
Un locale della fondazione Ezio De Felice nel Palazzo Donn'Anna
Lunedì 23 Gennaio 2023, 17:01
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Una riflessione sui rapporti tra architettura e memoria, prendendo in esame alcuni casi esemplari di monumenti, musei e memoriali che si distinguono per qualità e originalità urbanistica, architettonica e artistica. In occasione della Giornata Internazionale della Memoria, venerdì 27 gennaio alle ore 17.30, per la sesta edizione de «I Musei della Memoria, architetture che raccontano», la Fondazione Ezio De Felice presenta l’incontro «Monumenti per difetto, dalle Fosse Ardeatine alle Pietre d'Inciampo». Sarà ospite d’eccezione Adachiara Zevi, architetto, storica dell’arte e Presidente della Fondazione Bruno Zevi, da sempre impegnata nella ricerca della cultura ebraica e nello studio del rapporto arte-architettura. Dopo i saluti di Marina Colonna, Presidente della Fondazione Ezio De Felice, e Michelangelo Russo, Direttore DiArc Università degli Studi di Napoli Federico II, l’incontro con Adachiara Zevi sarà introdotto da Angela Tecce, storica dell'arte e Presidente Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee - Museo Madre.

L’appuntamento sarà aperto dal Coro Giovanile Le Voci del 48 diretto da Salvatore Murru a cura del Centro di Musica Antica Pietà dei Turchini. Partendo dal suo libro pubblicato da Donzelli («Monumenti per difetto, dalle Fosse Ardeatine alle Pietre d'Inciampo», 2014), Adachiara Zevi aprirà l'incontro parlando del capolavoro del Mausoleo delle Fosse Ardeatine a Roma, frutto del primo concorso nella Roma liberata, dove per la prima volta il monumento si configura non come oggetto da contemplare ma come percorso «da agire». Il passo successivo è il Memoriale agli ebrei uccisi in Europa, progettato da Peter Eisenman nel cuore di Berlino, che registra il passaggio decisivo dal monumento come percorso al monumento come brano di città. Il manifesto dei monumenti che scompaiono è invece la colonna di piombo innalzata ad Amburgo nel 1986 da Jochen Gerz ed Esther Shalev e inabissatasi dopo sette anni grazie alle firme dei visitatori sulla colonna. Le Pietre d’Inciampo ideate da Gunter Demnig costituiscono un passo ulteriore e rappresentano l’intuizione del «memoriale diffuso», un enorme mosaico della memoria europea le cui tessere sono le decine di migliaia di sampietrini collocati davanti alle abitazioni dei deportati.

Una gigantesca mappa europea della memoria in continuo divenire.

«Sono convinta - spiega Adachiara Zevi in una intervista a Guglielmo Gigliotti del 5 gennaio 2023 - che l’arte giochi un ruolo fondamentale per evitare che la memoria s’isterilisca in formule, cerimoniali, buoni propositi, routine celebrativa». Le Pietre d’Inciampo «… non sono monumentali, anzi sono praticamente invisibili, sono in divenire perché il loro numero dipende ogni anno dai parenti dei deportati che ne fanno richiesta, consentono di ricordare il passato non in una data comandata ma quotidianamente, quando si esce dal portone di casa, quando si cammina per la strada, quando uno meno se lo aspetta. Sono affidate alla scrittura, il più concettuale dei mezzi di espressione, che informa con distacco, senza spaventare o inorridire, il destino di persone come noi, prelevate brutalmente dalle loro case, dall’affetto dei loro cari, nell’indifferenza dei vicini, e inghiottite nell’orrore dei campi di sterminio. A loro Gunter Demnig restituisce un nome, una dignità di persone, riportandole nelle loro case. È un progetto geniale che attrae molto i giovani, anche i giovanissimi».

 L'evento è organizzato in collaborazione con il DiArc, Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Ordine degli Architetti PPC di Napoli e Provincia. I Musei della Memoria La Fondazione culturale Ezio De Felice, che svolge e promuove attività di studi e ricerche nel campo della conservazione e della museografia, organizza dal 2017 «I Musei della Memoria, architetture che raccontano», ciclo di conferenze a cadenza annuale, invitando i protagonisti dell’architettura internazionale in occasione della ricorrenza del 27 gennaio. L’obiettivo è quello di articolare un percorso che analizzi quelle strutture museali che già nella loro espressione architettonica, prima ancora che nel percorso didattico/espositivo, annunciano e anticipano temi che poi all'interno vengono articolati e sviluppati dall'allestimento museale e dagli spazi espositivi. «Architetture che raccontano», per l'appunto, che ricorrono ad un linguaggio simbolico/educativo già dall’esterno recuperando il valore iconico dello spazio costruito, vocazione appartenuta alle architetture del passato e che oggi rischia di essere dimenticata.

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