Giovedì 8 settembre alle 19 lo scrittore-filosofo goriziano Fabio Cantelli Anibaldi sarà protagonista di un nuovo incontro de “I Varcauori” ideata e diretta da Vincenzo Imperatore al Lido Varca d’Oro di Varcaturo. Un racconto intenso, addolorato, misterioso e umanissimo che l’autore friulano – vicepresidente del Gruppo Abele – ormai residente a Torino ha realizzato dopo la sua esperienza nella comunità terapeutica di San Patrignano fondata da Vincenzo Muccioli – che Cantelli Anibaldi descrive come “esuberante e insieme fragile” – della quale è stato ospite per dieci anni e, più tardi, responsabile della comunicazione. La prima pubblicazione di questo volume risale al 1996 con il titolo “La quiete sotto la pelle” ed è stato ripubblicato a marzo 2021 da Giunti con il titolo “Sanpa – Madre amorosa e crudele”. Il libro ha ispirato la docu-serie su Netflix, vincitrice di un premio Speciale di Nastri d’Argento 2021.
«Vivevamo a San Patrignano poiché non avevamo altra scelta, - ricorda oggi Cantelli -, e penso che una storia come questa ha in sé qualcosa di scespiriano. -Fabio Cantelli Anibaldi ricuce così quel frangente della sua biografia intima e, in occasione dell’appuntamento napoletano, aggiunge una foto emblematica- : È la prima volta che presento “Sanpa” in Campania ed è una grande emozione. Ci sono due volti che legano la memoria dei miei anni a San Patrignano alla parola “Napoli”: il primo è quello di Assunta Esposito, l’indomita, vulcanica leader delle madri coraggio napoletane. Ma ce n’è uno che ricordo in particolare e per sempre ricorderò, anche perché l’estate scorsa ha tragicamente cessato di vivere: Vittorio Carità.
«Le nostre, di ali, ci portavano in un Altrove – continua Cantelli Anibaldi – di cui cercavamo d’immaginare i tratti, il mio soprattutto filosofico e letterario, il suo legato all’arte e alla moda, che in quegli anni stava diventando fenomeno di massa. Mi sembra ancora di vederlo sfogliare sulla brandina un numero di “Max” o di “Marie Claire” e commentare ammirato o scandalizzato il trucco di Cindy Crawford o il taglio di capelli di Mickey Rourke. Il termine “gender fluid” oggi tanto in voga potrebbe designare il nostro approccio di allora alla vita, a patto di non legarlo solo alla sfera sessuale: eravamo “fluidi” – o meglio sghembi – in tutto, allergici alle distinzioni nette, innamorati in ogni campo delle sfumature e delle mescolanze, meticci nell’anima. Ho sentito l’ultima volta Vittorio nel gennaio del 2021. Come tanti, dopo aver visto il “Sanpa” di Cosima Spender su Netflix mi aveva cercato e trovato, essendo da poco io “sbarcato” su Facebook, dove lui era da anni seguitissimo “maestro di cerimonie”. A differenza della maggior parte di chi aveva visto “Sanpa”, Vittorio era stato non solo colpito ma “ghermito” emotivamente dalla storia avendone fatto parte e voleva dirmi quanto la mia testimonianza l’avesse turbato, facendogli rivivere la nostra gioventù tanto ambiziosa quanto ferita. Quando presenterò “Sanpa” a “Varcautori” so che ci sarà Vittorio ad ascoltarmi e, ogni tanto, ad appoggiarmi la mano sulla spalla, fraterno e affettuoso come è sempre stato».