«Oreste will be Back», colori e suoni d'arte al Museo della Moda

«Oreste will be Back», colori e suoni d'arte al Museo della Moda
di Cristina Cennamo
Martedì 11 Febbraio 2020, 18:25
3 Minuti di Lettura
Spazio all’improvvisazione tra le mura della Fondazione Mondragone, dove giovedì e venerdì a partire dalle 20 andrà in scena «Oreste will be Back», un’installazione performata con musica live ed arte diretta da Alessia Siniscalchi ed ospitata dal primo piano e dal giardino della dimora storica messa a disposizione da Maria D’Elia, Commissario del Museo del Tessile e dell'Abbigliamento di piazzetta Mondragone, a pochi passi da via dei Mille e Corso Vittorio Emanuele, nella logica di aprire la struttura museale agli eventi. 
Presentata da Kulturscio’k Kulturfactory ed ArtGarage, l’iniziativa con testi che vanno da Eschilo adOscar Wilde, con un testo originale di Paulina Mikol Spiechovicz, prevede momenti di fotografia, teatro, musica dal vivo e video: la forza di molti incontri creativi e di molte passioni ma anche l'inizio di un nuovo progetto, ovvero un esperimento per una futura performance/installazione che si terrà semprenegli spazi della Fondazione nei prossimi mesi.
Protagonisti dell’iniziativa, cui si potrà accedere liberamenre in entrambe le date, saranno allora Phil St George (musica live), Giovanni Ambrosio (fotografia), i performers Paul Spera ed ArtGarage ed alcuni performers da Kulturfactory, mentre le luci saranno curate da Benjamin Sillon e dalla sua assistente Emanuela Luongo. 
Kulturscio’k, in particolare, è un collettivo pluridisciplinare attivo da diversi anni tra Francia, Italia e Stati Uniti che ha già riscosso grane successo anche a Napoli con spettacoli come «Medea Visioni» al Teatro Bellini e «J’ai brûlé dans tes yeux. Je brûle» al Madre. Recentemente, poi, Alessia Siniscalchi ha fondato quindi Kulturfactory, una residenza d’artisti a Domicella, nel Vallo di Lauro.
«Nella tragedia e nella Bibbia – spiega la direttrice artistica - i figli senza libertà cambiano il destino di intere generazioni,inventano nuove rivoluzioni, parlano di un'utopia possibile come negli anni Sessanta, nel Rinascimento e nella Grecia antica. In questa performance – installazione, con il suo emergere spontaneo negli spazi della Fondazione, i protagonisti desiderano liberarsi ma i sensi di colpa incarnati da visioni orrificanti li bloccano. Comincia da qui la ricerca di Oreste delle sue radici: un viaggio in diverse città che non gi appartengono, e di qui la sua disperazione per la mancanza di una terra che non lo ha mai voluto, di una famiglia inesistente e di un mondo cosparso di malessere».
Da dicembre 2019, dopo un lungo viaggio creativo nel mito di Medea per la Notte Bianca a Parigi, Alessia Siniscalchi ha riunito allora attori americani e francesi per sviluppare un secondo mito basato, stavolta, sulla storia di Oreste e Salomè. E come in Medea, è l'associazione tra Mito e Bibbia che interessa la Siniscalchi: il tema è quello dei bambini senza libertà, ed il processo creativo prevede la partecipazione di un gran numero di artisti in diversi campi, al fine di creare un dialogo interdisciplinare a più voci. «Oreste will be Back» mostrerà quindi, in anteprima per il pubblico partenopeo, la storia di Oreste : che ritornerà, e ci farà ancora credere che una rivoluzione è ancora possibile per i nostri figli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA