“Porta San Gennaro”, la personale di Andrea Aquilanti da Spazio Nea

“Porta San Gennaro”, la personale di Andrea Aquilanti da Spazio Nea
Giovedì 21 Marzo 2019, 19:25
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Venerdì 29 marzo alle ore 18:30 Spazio NEA presenta “Porta San Gennaro”, personale di Andrea Aquilanti. A cura di Graziano Menolascina, la mostra sarà aperta al pubblico fino al 29 aprile 2019.

“Porta San Gennaro” è un progetto site specific pensato in esclusiva per Spazio NEA, ispirato alle bellezze architettoniche di Napoli ed in particolare a Porta San Gennaro, la più antica porta di ingresso alla città di Napoli.

Menzionata già in documenti risalenti all’anno 928, quando era dilagata la paura dei Saraceni che avevano già distrutto la città di Taranto, la Porta era l’unico punto di accesso per chi proveniva dalla parte settentrionale della città. Il nome deriva dal fatto che qui partiva anche l’unica strada che portava alle catacombe dell’omonimo santo. In età ducale la porta fu ricostruita poco lontano dal luogo originale, tra Caponapoli e il vallone di Foria, nei pressi del Monastero di Santa Maria del Gesù delle Monache. Già dal X secolo si hanno testimonianze che la porta veniva denominata di San Gennaro. Nel 1537 fu ancora spostata per volere di Don Pedro di Toledo e furono eliminate le due maestose torri fortificate che la fiancheggiavano, occupando la collocazione che ancora oggi conserva su via Foria, di fronte a piazza Cavour, inglobata nel complesso edilizio che gli è stato costruito intorno.  Dopo l’epidemia di peste del 1656, come ex voto, vi fu aggiunta un’edicola affrescata da Mattia Preti che raffigura San Gennaro, Santa Rosalia e San Francesco Saverio.

Andrea Aquilanti, tramite questa ricostruzione, si rimette sui passi della storia operando attraverso dei processi di ricostruzione e di percezione; le immagini del suo lavoro subiscono costantemente dei passaggi destrutturanti fino allo sdoppiamento e alla dissolvenza creando continue interazioni con il pubblico. Porta San Gennaro è una video installazione che ricopre per intero la superficie dello spazio espositivo, accompagnata da grandi disegni realizzati a muro con sovrapposizioni di immagini proiettate in continua evoluzione che danno vita a meccanismi di condizionamento mentale, effetti allucinatori sino a perdersi nei labirinti della fantasia.

È un’attitudine post-moderna quella di scomporre e miscelare le materie. Aquilanti, tramite strumenti tecnologici e connessioni celebrali, crea uno strumento attraverso il quale fa dialogare il passato con il presente, generando un grande gioco illusionistico delle vanità umane. Uno spazio mentale tutto da scoprire, un orizzonte illimitato di profonde verità che giacciono nei meandri bui della coscienza dell’umanità.
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