Premio Cardinale Giordano 2020, Sepe e Tessitore premiano Riccardi, Muolo e Galantino

Premio Cardinale Giordano 2020, Sepe e Tessitore premiano Riccardi, Muolo e Galantino
Mercoledì 23 Settembre 2020, 17:57
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Saranno il cardinale arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, e il presidente del Premio cardinale Michele Giordano, il professore Fulvio Tessitore, a premiare i vincitori della VIII edizione del riconoscimento intitolato al porporato lucano per diciannove anni alla guida dell’arcidiocesi partenopea. La cerimonia si svolgerà sabato 26 settembre a Napoli, nella Basilica dell’Incoronata di Capodimonte, nel rispetto delle norme anti contagio. Una data significativa perché in quel giorno il porporato avrebbe compiuto novanta anni e nel 2020 ricorrono i dieci anni dalla sua morte. Prima della premiazione, il cardinale Sepe presiederà un momento di preghiera nella cappella della Basilica dove sono sepolti i suoi due diretti predecessori: i cardinali Giordano e Corrado Ursi. All’evento, saranno presenti anche il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, e il professore Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio.

“La preghiera, la parola, il volto” (Edizioni San Paolo) di Andrea Riccardi, storico, fondatore della Comunità di Sant’Egidio ed ex ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione è il libro vincitore della VIII edizione. Secondo posto per il volume “I soldi della Chiesa” (Paoline) di Mimmo Muolo, vaticanista e vicecapo della redazione romana del quotidiano Avvenire. Terzo classificato “Sul confine” (Piemme) di monsignor Nunzio Galantino, presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ed ex segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana. La giuria ha, inoltre, assegnato all’unanimità due menzioni speciali ai libri “L’Europa di Papa Francesco” (Libreria Editrice Vaticana) del filosofo Dario Antiseri e “Il cuore parla al cuore” (Libreria Editrice Vaticana) a cura di monsignor Giuseppe Merola.

“È per me un onore - afferma Riccardi - ricevere il prestigioso Premio cardinale Michele Giordano, dedicato alla figura di un pastore che si è speso per l’evangelizzazione e la cultura di una città chiave per l’Italia e il suo Meridione, come è Napoli. Al tempo stesso è un’occasione per rinnovare, da parte mia, alcuni, importanti, impegni. Certamente quello di storico e studioso della società contemporanea in tutti i suoi aspetti, civili e religiosi. Ma soprattutto - e ‘insieme’ - quello di cristiano interessato alla vita della Chiesa, alla conoscenza della Scrittura e alla comunicazione del Vangelo, così l’ho sperimentato in oltre cinquant’anni di vita della Comunità di Sant’Egidio. È da questi presupposti che è nata l’idea di scrivere ‘La preghiera, la parola, il volto’, saggio per il quale mi è stato riconosciuto il primo premio”.

Riccardi spiega che “si è trattato, sulla base di tante realtà con le quali, nel tempo, mi sono confrontato, di mettere in luce l’importanza e il fondamento di una preghiera che nasca dalla familiarità con la Scrittura, così come ha stabilito il Concilio, in parallelo con la devozione per l’Eucarestia, radicata in secoli di fede cristiana. Una ‘venerazione’ della parola di Dio che recentemente Papa Francesco ha inserito a pieno titolo nell’anno liturgico restituendole una piena dignità, come lo è per il Corpus Domini, ricordando che ‘la Bibbia non può essere solo patrimonio di alcuni…ma è il libro del popolo del Signore che nel suo ascolto passa dalla dispersione e dalla divisione all’unità’. Una nuova spiritualità da assumere, alla luce del Vaticano II, perché si rivela decisiva per i cristiani del nostro tempo, bisognosi di un orientamento di fronte ad un panorama sempre più complesso e difficile da decifrare. Penso in generale al mondo, ma in particolare all’Italia e a terre intrise, per la loro storia, di tanta religiosità e tradizione, come quelle del Meridione, in cui si colloca questo premio: città e regioni che occorre pensare in modo rinnovato, accettando le nuove sfide della globalizzazione e tanti cambiamenti che toccano da vicino il popolo che vi abita”.
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