«Terra viva», ecco il docufilm di Luigi Libra alla riscoperta della Campania

«Terra viva», ecco il docufilm di Luigi Libra alla riscoperta della Campania
di Giovanni Chianelli
Venerdì 24 Settembre 2021, 17:44
3 Minuti di Lettura

Un viaggio è sempre qualcosa di nuovo. Anche quando lo fai vicino casa, riscoprendo le tue radici. E così Luigi Libra, cantautore, parte. Lo fa per vari motivi: il primo è trovare ispirazione per un nuovo album. Poi, perché sente di dover restituire qualcosa alla sua regione martoriata da un’immagine che va dalla terra dai fuochi a Gomorra. E perché è smosso da una sindrome simile a quella che gli antropologi attribuiscono ai nomadi, la dromomania. L’ossessione del movimento, mista a quella malinconia che “mi accompagna e muove il mio canto”, dice Libra nella prima parte del docufilm con cui ricostruisce l’esperienza.

Si chiama “Terra viva”, ideato e prodotto dallo stesso cantautore e diretto da Nilo Sciarrone, proiettato in anteprima assoluta il 24 settembre nella Sala Dumas dell’Institut Français Napoli nell’ambito del Napoli Film Festival.

Prima di inserirlo nel classico filone del film on the road bisogna sapere che è un giro alla scoperta di luoghi, figure e attività che omaggiano il concetto di eccellenza (termine di cui si abusa troppo spesso): un’eccellenza può essere tanto il produttore di vino del Sannio, il creatore di mozzarelle a Castelvolturno quanto le signore che lavano i panni a mano nelle fontane pubbliche di Caselle (frazione di Gioia Sannitica), una tradizione antica come l’alzata dei gigli di Flumeri, una gallina che razzola libera o il comune di San Valentino Torio che da 25 anni, in beata solitudine e nel silenzio dei media, fa il 100% di differenziata.

Il meccanismo del docufilm è l’abbandono della natia Napoli, incitato da un Peppino Di Capri che torna a recitare in un film dopo anni. E il libero vagare, propiziato, ad esempio, dall’incontro con le affascinanti Yuliya Mayarchuk e Marina Suma nelle vesti di abitanti di luoghi rurali.

E via così, tra palazzi antichi, masserie, delizie per il palato e suggestioni per l'animo: "La Campania è mia madre, come una madre la terra ci sfama. Ma noi siamo figli irriconoscenti". Partecipano anche altri artisti: Gianni Parisi, Patrizio Rispo, Guenda Goria, Germano Bellavia, Angelo Di Gennaro, Gaetano Amato, Ivan e Cristiano, Lucia Cassini (“Balla, Luigi”, verrebbe da dire), Emanuela Giordano, Massimo Masaniello, Rosario Monetti, Pasqualino Mauri e Monica Sarnelli.

Amici, complici, guide spirituali. Stanno chiedendo a Libra di ritrovare l’estro che lo porterà a incidere un album dallo stesso titolo, “Terra viva”, che è la colonna sonora del film e che parte da dediche al creato: il sole che cuoce, un pensiero notturno.

Dice l'artista: “Noi siamo figli di questa terra e ognuno di noi dovrebbe conoscere a fondo il carattere della propria madre. Questo viaggio per me rappresenta un percorso nei meandri della mia cultura. Da buon figlio mi sono sfamato non soltanto del patrimonio gastronomico, ma anche del patrimonio della strada, dei contadini, degli imprenditori che lavorano questo territorio. “Terra viva” significa libertà da ogni cosa: di pensiero, di educazione, di scelte”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA