Tra suggestione e monito: la mostra di Fermariello al Made in Cloister

La mostra di Fermariello al Made in Cloister
La mostra di Fermariello al Made in Cloister
di Salvio Parisi
Martedì 6 Ottobre 2020, 12:30
2 Minuti di Lettura

Ascoltare, riflettere, osservare, ricordare e rivivere: un turbillon di sollecitazioni che investono il visitatore.
Si chiama «(H)EAR» ed è appena stata inaugurata l’esposizione site-specific di Sergio Fermariello nel suggestivo chiostro di Santa Caterina a Formiello, oggi Made in Cloister.
Un percorso che parte dall’antologia dell’autore ma attraversa il suo punto di vista tra analisi e monito sulle emergenze globali con pregnanti riferimenti alle tensioni pandemiche e a una tormentata affezione per Van Gogh.
Si passa prima dalle enormi tele sulle mura del chiostro con migliaia di guerrieri in bianco-nero e il gesto primigenio di rappresentazione dell’uomo che lotta per (soprav)vivere. Poi sette lastre strette e lunghe coi guerrieri in colori che sfumano dal freddo al caldo in un passaggio temporale dal ghiaccio preistorico del passato al presente del riscaldamento globale e dell’accelerazione contemporanea.
 

 


Mentre al centro del chiostro si staglia un campo di grano fatto di 6000 steli in ottone, le cui spighe in cima sono costituite da altrettanti piccoli orecchi che si muovono e dondolano gentilmente al suono delle cicale… Qui il riferimento a Van Gogh e il taglio dell’orecchio: ear in inglese è sia orecchio che spiga, mentre hear è ascoltare: ascoltare il tempo e le sue mutazioni attraversare il buio e la ferocia di una pandemia che ha messo l’umanità dinanzi al bivio vita-morte e cambiamento-distruzione. L’esercito di di guerrieri, combattenti armati di scudo e lancia, segno storico e inconfondibile dell’opera di Fermariello, sembra guidare l’osservatore a una riflessione attiva e reattiva a difesa e redenzione del pianeta.
In mostra fino al 31 Dicembre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA